Nuove accuse per Guerlin Butungu, il 20enne congolese accusato di essere il capo del “branco” responsabile di una serie di inaudite violenze a Rimini. Uno dei due fratelli arrestati per quei fatti, minorenni di origine marocchina ma nati in Italia, avrebbe infatti riferito agli inquirenti altri episodi di cui Butungu si sarebbe reso protagonista.
Secondo il racconto del ragazzo, il 20enne, unico maggiorenne del gruppo, in passato avrebbe tentato di usare violenza ad una ragazzina che frequentava lo stesso giro di amicizie a Pesaro. Butungu per minacciarla avrebbe anche estratto un coltellino (al momento dell’arresto alla stazione di Rimini era in possesso di un’arma da taglio), ma a quel punto sarebbero intervenuti altri amici che lo avrebbero fatto desistere. L’episodio sarebbe avvenuto nei pressi di un locale della città marchigiana. La ragazza non avrebbe poi denunciato il fatto per paura di ritorsioni da parte del congolese.
Butungu era già stato riconosciuto anche da una coppia lombarda aggredita e derubata il 12 agosto sempre a Rimini. Il telefonino rubato alla donna in quell’occasione è stato trovato fra le cose del ragazzo, insieme ad un altro cellulare risultato anch’esso rapinato a Rimini ad una coppia aggredita nella stessa notte fra il 25 e il 26 agosto: un vero e proprio raid, dunque, da parte del “branco”, culminato poi con lo stupro della donna polacca, la selvaggia violenza contro il suo compagno e ancora lo stupro e la rapina della transessuale peruviana.