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Bruciò vivo il cane della fidanzata: chiesta la condanna

Aveva torturato con un forcone il cane della fidanzata, lo ha rinchiuso in un sacco di plastica e poi gli ha dato fuoco. Il responsabile è Giovanni Oberti, 33enne bergamasco.  L’uomo aveva partecipato l’8 agosto del 2014 al concorso ippico internazionale di San Giovanni in Marignano insieme alla sua fidanzata anche lei amazzone. L’anziana cagnolina, una jack russel di nome Gina, avrebbe fatto le spese di un litigio notturno tra i due fidanzati a quanto pare con minacce da parte del 33enne, che avrebbe giurato di ammazzare il cagnolino se lei non fosse stata più gentile.

La mattina seguente la ragazza non ha trovato il cane al suo fianco e si è rivolta agli organizzatori della manifestazione per cercare di trovarlo. Era a poca distanza dal camper, in fin di vita, con la plastica del sacco ancora attaccata al pelo. L’ex fidanzato aveva negato di essere l’autore di tanta crudeltà, ma le immagini delle videocamere di sorveglianza del centro ippico Riviera Horses, lo hanno smascherato. La cagnolina, nonostante le cure dei veterinari è morta il giorno seguente.

L’inchiesta della Procura riminese ha poi portato al rinvio a giudizio dell’Oberti e al processo nei suoi confronti apertosi nel 2016 con le accuse di minacce aggravate e maltrattamento di animali aggravato dalla morte.

L’indignazione per la morte della cagnolina fu generalizzata. Una pagina FB chiede “giustizia per Gina”. Il responsabile ha risarcita l’ex fidanzata con 10mila euro ed alcuni associazione animaliste con 3mila euro. Questo non ha impedito la Pubblico Ministero di chiedere qualche giorno fa una condanna ad un anno e sei mesi di carcere. La sentenza è attesa per l’estate.

Foto della pagina FB “Giustizia per Gina”

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