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Boss della mala del Brenta si rifà una vita a Rimini

Tirando le somme, Giampaolo Manca ha trascorso in carcere 33 dei suoi 63 anni. Ma dopo una carriera criminale nella “mala del Brenta” – la spietata banda mafiosa veneta il cui esponente più celebre fu Felice Maniero – ha decisamente voltato pagina. E per rifarsi una vita ha scelto Rimini, dove terminerà di scontare l’ultima condanna in sospeso in regime di affidamento presso la comunità di recupero dove già si trovava.

Nel passato delittuoso di Manca c’è anche la complicità nell’omicidio dei fratelli Maurizio e Massimo Rizzi su ordine di Felice Maniero. L’ultima accusa contro di lui, che lo ha tenuto dietro le sbarre del carcere di Rimini, è stata quella di concorso in peculato per la falsa rapina al furgone portavalori di Torri di Quartesolo (Vicenza) avvenuta il 20 luglio 2011.

Ma ieri per lui le porte del carcere si sono riaperte. Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha infatti accolto l’istanza di affidamento in prova avanzata dal legale di Manca, Claudio Beltrame: sconterà i tre anni di pena che gli restano nella stessa comunità di Rimini dove stava scontando gli arresti domiciliari prima della carcerazione. Anche il Pm aveva dato aveva dato parere favorevole.

«Ora insegnerà ai giovani che arriveranno nella sua stessa comunità a non commettere i suoi stessi errori – spiega l’avvocato Beltrame alla Nuova VeneziaIl tribunale ha deciso di dare una possibilità a Manca, che ha saldato i propri conti con la giustizia».

«Ciò che è certo –  aggiunge il legale – è che Manca non ha alcuna intenzione di tornare in Veneto. Nella comunità di Rimini si trova bene, si è integrato, la sua vita ormai è là».

Manca non ha più processi pendenti, essendo stato assolto dall’ultima accusa di estorsione. Ora ha scritto un libro sulla sua vita e sua cercando una casa editrice che glielo pubblichi.

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