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Bonaccini: “Categorie disperate ma riaprire solo quando dati lo permettono”

“Le regole andrebbero sempre rispettate, certo c’è molta preoccupazione e in alcune categorie c’è disperazione”. Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, interpellato oggi in videoconferenza sulla protesta dei ristoratori all’Autogrill di Cantagallo, nel tratto bolognese della A1. “Ieri – puntualizza Bonaccini sugli aiuti – abbiamo emanato un provvedimento in Regione per anticipare le risorse da consegnare alle Camere di commercio, in modo da velocizzare al massimo ristori che arriveranno a quota 60 milioni di euro, che la Regione ha già messo o mette adesso a disposizione delle categorie più colpite. Tra queste ci sono i pubblici esercizi e il mondo dello spettacolo, della cultura, del turismo, dello sport, e altri ancora”.

“C’è bisogno di star vicino a queste categorie – raccomanda Bonaccini – e, finchè non si potrà riaprire, si lavori per far arrivare immediatamente i ristori. So che il Governo sta lavorando ad uno nuovo scostamento di bilancio per prevedere ulteriori risorse, perché alcuni settori non ce la fanno solo con i ristori che arrivano adesso”.

E ancora: “Si potrà riaprire solo quando ci saranno le condizioni di sicurezza necessarie. Intanto, come Conferenza delle Regioni, mettiamo in pista subito il gruppo di lavoro che si occupa delle linee guida sulle possibili riaperture, per farci trovare pronti quando si potrà riaprire. Perché è bene non perdere un minuto, dal momento in cui le condizioni dei dati permetteranno di aprire”. Nel frattempo sul fronte risorse, aggiunge, “l’8 aprile è confermato l’incontro con il presidente Draghi e alcuni ministri sul Recovery Plan, e non ho dubbi che ci saranno anche Regioni, Comuni e Province”.

“Il Governo ha fatto bene ad usare il principio di precauzione evitando di illudere gli italiani. Siamo ancora dentro al tunnel, anche se le restrizioni di queste settimane contano. Se non contassero, i numeri non sarebbero in calo. I numeri – continua Bonaccini – ci dicono che la situazione sta cominciando a migliorare. Il picco, come avevamo previsto, e come l’Università di Bologna ci aveva indicato, lo abbiamo superato già da un po’. Ma la curva scende lentamente, e in alcuni nel paese addirittura cresce. Vediamo giorno per giorno e settimana per settimana, quindi: bisogna essere ancora molto prudenti”.

Dice poi il presidente della Regione Emilia-Romagna facendo il punto in videoconferenza sui sanitari che non si vaccinano, dopo la misura del Governo: “Sono relativamente pochi nel personale sanitario coloro che non si vaccinano contro il Covid. Ma anche quei pochi, medici, infermieri o operatori sanitari che siano, non possono stare sul posto di lavoro se questo significa non tutelare i pazienti. Quindi, bene ha fatto il Governo a prevedere una norma di demansionamento, spostando quegli operatori da quei luoghi. Su questo l’Emilia-Romagna era già pronta a muoversi con un provvedimento di delibera, che risaliva peraltro all’epoca pre-pandemia”.

Riservandosi di far sapere presto quanti sono esattamente in Emilia-Romagna gli ‘obiettori’ nella sanità, rimarca Bonaccini: “Ognuno si comporti come vuole, ma senza mettere a rischio la salute degli altri. Che questo succeda laddove la tutela passa da operatori professionalmente preparati è abbastanza clamoroso, e quindi è giusto prendere provvedimenti”.

Continua comunque il presidente della Regione sui diretti interessati: “Non sono tutti no-vax, ci sono anche persone che oggi hanno dei dubbi e che dobbiamo provare a convincere. Basta elencare le statistiche che vedono crollare non solo i decessi ma anche i contagi, tra coloro che sono già vaccinati come il personale sanitario o i degenti anziani delle Cra, per dire che il vaccino è lo strumento che conta per battere il virus. Basta guardare la Gran Bretagna, Israele o gli Stati Uniti. Ci auguriamo che siano sempre meno quelli che non vogliono vaccinarsi”.

Bonaccini rimarca poi il concetto in un post: “Sacrosanta – scrive – la scelta del Governo di prevedere l’obbligo vaccinale per tutto il personale sanitario a contatto con i pazienti. Chi non vuole sottoporsi al vaccino dovrà occuparsi di altro per non rischiare di contagiare e mettere a repentaglio la vita di chi dovrebbe, invece, curare. Una misura giusta: infermieri, medici e operatori sanitari che non si vogliono vaccinare non possono stare al loro posto”.

E sulla campagna di vaccinazione, la Regione Emilia-Romagna ‘vede’ il traguardo del mezzo milione di vaccinati anti-Covid nel suo territorio a fine aprile, anche con la seconda dose. “Abbiamo ricevuto più di 85.000 dosi di Pzifer, arriveranno domani oltre 40.000 dosi di Moderna e nei prossimi giorni più o meno 100.000 di AstraZeneca, anche se qui c’è un ritardo di qualche giorno rispetto a quanto previsto. Ma non dovremmo fermare alcunchè, il piano va avanti: mi auguro che le 800.000 dosi di qui a fine aprile vengano confermate, e dovrebbe esserci la buona notizia dell’arrivo nell’ultima parte di aprile, non sappiamo in che quantità, dell’arrivo della monodose Johnson&Johnson”, riferisce il presidente.

In ogni caso, prosegue nei conti Bonaccini, “dalle 10.000 in media che facevamo al giorno ora siamo arrivati a 15.000-17.000 dosi, ieri abbiamo superato le 22.000: e in questo momento, secondo il dato aggiornato poco dopo le 11, siamo oggi a 4.111 vaccini. Questa sera supereremo le 900.000 dosi somministrate a cittadini dell’Emilia-Romagna e supereremo le 300.000 persone vaccinate anche con la seconda dose. Questi numeri andranno confermati stasera, ma in ogni caso siamo già a 889.000 somministrazioni e 296.485 persone vaccinate con la seconda dose ora”.

In questo quadro, completa il presidente della Regione, “col carico di inserimento che stiamo mettendo in campo per aumentare le dosi, e auspicando che arrivino come previsto nelle prossime settimane, dovremmo superare o arrivare intorno, come preannunciato, al mezzo milione di vaccinati definitivamente alla fine di aprile”. E sottoliena: “Se si guarda il numero di vaccinati ogni 100.000 abitanti, l’Emilia-Romagna è la prima grande regione per numero di vaccinati sulla popolazione reale, province autonome e Molise a parte. Stiamo lavorando e l’organizzazione non manca. A brevissimo, in tutte le province dell’Emilia-Romagna ci dovrà essere un hub vaccinale che lavori fino a mezzanotte”.

Dopo gli accordi con medici medicina generale e farmacie, continua dunque Bonaccini, “siamo pronti a passare a 30.000 vaccinazioni” al giorno “molto presto, appena ci verranno consegnate le dosi. Teniamo da parte il minimo indispensabile, del resto”.

“L’aumento dei vaccini unitamente all’arrivo della bella stagione è un fattore molto importante per provare, quando si riaprirà, e ci auguriamo ovviamente presto, a non chiudere mai più. Questa è la vera sfida da mettere in campo. L’anno scorso, verso l’estate, non avevamo il vaccino e a ottobre è arrivata la nuova ondata. Dobbiamo vaccinare tutti gli italiani e tutti gli emiliano-romagnoli entro la fine dell’estate, in modo da non chiudere mai più nulla. Questa è la sfida più grande”, ha concluso.

(Lud/ Dire)

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