“Caro sindaco di Pennabilli, il tuo proclamarti fascista è incompatibile con la Costituzione antifascista su cui hai solennemente giurato e con la fascia tricolore che porti. Chiarisciti anzitutto con te stesso e poi scusati o dimettiti”: è senza appello il tweet di Stefano Bonaccini sul sindaco leghista di Pennabilli.
Il presidente dell’Emilia-Romagna chiede dunque le dimissioni di Mauro Giannini, che ha scatenato un caso nazionale per le sue affermazioni su Facebook. Parole ribadite alla stampa: “La mia risposta è chiara, di certo non sono razzista, sono una persona che si è sempre mostrata dalla parte delle persone, vicina alle persone anche nel paese che amministro. Ma, certo, credo in quei valori per cui il fascismo non è famigerato e credo di essere animato da un certo spirito fascista”. E ancora: “Se si intende il fascismo così come lo intendo io, sono onorato che mi diano del fascista”.
A Giannini si rivolge anche il Comitato provinciale ANPI di Rimini. “Gentilissimo sindaco – scrive l’Associazione Partigiani d’Italia – le rammentiamo il suo ruolo istituzionale, in virtù del quale le sue opinioni personali non dovrebbero sovrapporsi alle sue funzioni pubbliche: alla luce di quanto da lei affermato infatti, se le une interferisser con le altre, sarebbe legittimo preoccuparsi. Eviteremo di commentare le sue esternazioni. Se lo facessimo eleveremmo a dialettica politica concetti che, più prosaicamente, contraddicono e addirittura tradiscono la Costituzione. Anche se sembra non piacerle, la nostra Costituzione è stata generata dai principi della Resistenza, e proprio grazie a tali principi è possibile esprimere liberamente pareri come i suoi. Ovviamente, se questi pareri vengono pronunciati da un sindaco nell’esercizio delle sue funzioni, allora è forte lo sdegno di chi crede in una cultura democratica e antifascista e altrettanto forte dovrebbe essere l’attenzione degli organi preposti a contrastare qualunque tentazione o nostalgia autoritaria. Per concludere condanniamo e riteniamo estremamente grave, oltreché illogico e paradossale, che un Sindaco della Repubblica Italiana che sulla Costituzione ha giurato si dichiari fascista con tale disinvoltura e orgoglio”.