Cerca
Home > Economia > Bonaccini a Rimini: “Bene governo su turismo”. Santi: “Noi arrabbiati, serve piano straordinario”

Bonaccini a Rimini: “Bene governo su turismo”. Santi: “Noi arrabbiati, serve piano straordinario”

“Questa è la prima tappa che abbiamo in programma tra oggi e domani a Rimini e Piacenza, le due Province più colpite dall’epidemia di Coronavirus in Emilia Romagna”. Nel pomeriggio di oggi il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha incontrato i sindaci e il Presidente della Provincia di Rimini nella sede dell’ente di Via Dario Campana. Un incontro per ascoltare le esigenze degli amministratori e dei territori anche per fare da tramite con il Governo centrale, come già preannunciato.

Le premesse dell’incontro il governatore le ha fatte intrattenendosi con i giornalisti prima dell’inizio dell’assemblea nella sala Alberto Marvelli. “Per Rimini e per Piacenza abbiamo annunciato un piano di investimenti straordinario rispetto ai 14 miliardi già annunciati per tutta la Regione, proprio perchè si tratta delle due Province più colpite dell’Emilia Romagna“.

A Rimini gli imprenditori del turismo hanno lamentato di essere stati dimenticati per quel che riguarda i provvedimenti annunciati ieri da Conte in conferenza stampa e contenuti nel decreto “Rilancia Italia”. In partivcolare, ci si aspettava un riconoscimento dei sacrifici patiti una zona che ha subito più limitazioni che altre. “Il governo, dobbiamo prenderne atto – ha risposto Bonaccini – ha deciso di finanziare cinque tra le Province più colpite del Paese. Non c’è Rimini, ma non c’è nemmeno Pesaro, non c’è Venezia e neppure Firenze, e nemmeno la Città Metropolitana di Milano. E’ stata una scelta fatta per dare un segnale ai territori che hanno sofferto di più”.

Il governatore è apparso soddisfatto delle risorse stanziate da Roma per il turismo. “Credo siano stati presi provvedimenti intelligenti. Il bonus vacanze, ma anche il rinvio della tassazione e lo stanziamento di risorse a fondo perduto ne sono un esempio. Siamo noi, ora da Rimini a dover dare un segnale all’Italia. Dobbiamo far capire che siamo pronti per partire, dal punto di vista turistico. E il segnale deve arrivare chiaro sia all’Italia che all’Europa. La voglia dei romagnoli di lavorare ci aiuterà nel raggiungere questo obiettivo”.

E infine il Presidente della Regione ha parlato dei protocolli stilati con le categorie di settore, e delle polemiche delle categorie con le linee indicate dall’Inail. “Abbiamo stilato protocolli per bar e ristoranti, per le spiagge, per gli alberghi. Li abbiamo scritti insieme con le associazioni di categoria certi di poter garantire salute e sicurezza per i dipendenti e i clienti. Crediamo che le nostre regole siano conformi alle esigenze richieste. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con i ministri Boccia e Speranza e le Regioni. Crediamo di poter far valere le nostre istanze. E ricordiamoci che le linee guida dell’Inail potrebbero essere anche indicazioni e non obblighi“.

In sala Bonaccini è stati accolto dal presidente della provincia di Rimini Riziero Santi. Dopo aver riepilogato le drammatiche fasi dell’epidemia a Rimini e le conseguenze ancor più pesanti che sta per provocare in un territorio vocato al turismo, Santi ha elencato in dieci punti le richieste degli amministratori locali, sotto il titolo significativo “Piano straordinario per salvare Rimini”:

1. Serve liquidità vera  per le nostre imprese, senza ritardi e senza furbizie delle banche.

2. Servono aiuti per le famiglie  che non ce la fanno (Cassa integrazione, salario di emergenza, bonus).

3. Servono protocolli di sicurezza fattibili ed economicamente sostenibili: “Non intendo certamente sostituirmi agli esperti delle task force che lavorano con serietà e competenza su questi temi, ma ritengo sia auspicabile trovare formule di distanziamento che consentano un ordinato svolgimento delle attività di vendita al dettaglio, di ristorazione e di accoglienza, ma che non si traducano infine, in buona sostanza, nel messaggio RESTATE CHIUSI”.

4. Serve mettere in sicurezza i bilanci degli enti locali. Perché minori entrate tributarie per gli enti locali si traducono in minori servizi erogabili alla collettività e minori servizi significa ridurre la capacità di aiutare cittadini e imprese.
“Noi metteremo mano a tutto ciò che possiamo mettere mano: all’avanzo d’amministrazione, rinegoziazione dei mutui, aumento dei dividendi dalle partecipate. Non possiamo mettere mano nelle tasche dei cittadini perché non ce n’è”.

5. Servono contributi straordinari dallo stato. “Ebbene sì, siamo molto arrabbiati col governo nonostante riconosciamo gli sforzi fatti. Ci aspettavamo e ci aspettiamo semplicemente la giusta considerazione nei confronti di una economia strategica come il turismo. I comuni turistici contribuiscono in maniera più che proporzionale alla finanza dello Stato attraverso un meccanismo del Fondo di Solidarietà comunale che penalizza il nostro sistema territoriale. Abbiamo l’assoluta necessità che si pongano in atto correttivi nelle modalità di riparto del fondo così da tener conto del contesto reale in cui si trovano i Comuni”.

6. Serve anche un impegno straordinario della Regione che per la verità non ha mai fatto mancare.

7. Serve rivedere l’impianto normativo che regola il rapporto con le grandi società di servizi; l’Ente locale è debole nel confronto con queste, una debolezza che alla fine pagano i cittadini.

8. Servono risorse per gli investimenti. Infrastrutture: viabilità, sicurezza del territorio, connettività, scuola, trasporto pubblico, ecc.

9. Servono strategie territoriali innovative. La nuova pianificazione territoriale deve fare i conti con ciò che ha messo in campo l’emergenza covid-19. Occorre ripensare il tempo, lo spazio, l’ambiente.

10. Il ruolo fondamentale della cultura come sistema educativo e come capacità di elaborare una visione coerente del mondo che sappia aiutarci a capire e superare le crisi in atto. Artisti, letterati, scienziati, ricercatori, docenti e molti altri oggi possono essere il tessuto connettivo di un nuovo sistema sociale”.

“Come il presidente Bonaccini sa benissimo, noi romagnoli abbiamo nel dna la capacità di reinventarci continuamente e di tirar fuori il meglio nelle situazioni più difficili. Chiediamo allora a lui – e quindi alla Regione – e al Governo di metterci nelle condizioni di poter ripartire. Ora mi rivolgo a noi stessi, ai sindaci e al sistema territoriale riminese.
Continuiamo nel solco della collaborazione. Dimostriamo ai nostri cittadini e soprattutto ai giovani che siamo coesi. Impegniamoci a fare squadra, a lavorare tutti insieme superando le divergenze e gli individualismi.
Il nostro non deve essere percepito come il grido della disperazione ma della volontà di riemergere di rimboccarci le maniche e di lavorare duramente con quello slancio di inventiva e quello spirito intraprendente che da sempre ci contraddistinguono”, ha concluso Riziero Santi.

Bonaccini a sua volta ha ricordato, “come base di partenza”, interventi e opere per quasi 300 milioni di euro, in gran parte già progettate, finanziate e cantierabili, in tutti i settori: dalla sanità alla scuola, dalle infrastrutture alla difesa del suolo, passando per turismo, sport, rigenerazione urbana. Fondi in gran parte pubblici, più cofinanziamenti privati.

“Il territorio di Rimini ha pagato un prezzo particolarmente alto all’epidemia – ha riconosciuto  il presidente Bonaccini -, non solo da un punto di vista sanitario, con i tanti malati e le tante persone che ci hanno lasciato e che non dimenticheremo. A tutti loro va il nostro pensiero. Ma anche per le pesanti limitazioni che i suoi cittadini hanno dovuto sopportare a causa dei maggiori controlli e delle maggiori restrizioni che abbiamo introdotto per lungo tempo in accordo con i sindaci e le istituzioni. I riminesi hanno però risposto nei giorni più bui con straordinario senso di responsabilità, e di questo li ringrazio. Se oggi possiamo provare a guardare con fiducia al futuro lo dobbiamo anche al loro sacrificio”.

“Ma Rimini è anche una delle capitali mondiali del turismo – ha aggiunto – oltre che un territorio intessuto di creatività, spirito imprenditoriale, energie, con aziende e professionalità inestimabili. E in questa fase 2 rischia di pagare un prezzo più alto proprio per le condizioni di convivenza con il virus. Se da un lato abbiamo dedicato una sforzo straordinario insieme alle rappresentanze sociali per la condivisione di protocolli per la ripartenza sicura, dall’altro adesso vogliamo sostenere attivamente un nuovo avvio, insieme: per questo con i sindaci e gli amministratori locali vogliamo stringere un patto per la ricostruzione che ci porti a concentrare ogni risorsa, capacità e progettualità per disegnare insieme uno sviluppo di qualità e sostenibile, fonte di buona occupazione, che non lasci indietro nessuno. Vogliamo recuperare ogni posto di lavoro perso o che potremmo perdere, crearne di nuovi. Far partire da qui oggi, da Piacenza domani, e più in generale dall’Emilia-Romagna, un grande piano di investimenti pubblici. Per questo serve che ogni amministrazione verifichi tutti i progetti possibili e il loro stato di avanzamento, per poterli portare avanti tutti insieme, semplificando al massimo ogni procedura, pur nella massima legalità. In Regione lo abbiamo fatto: vogliamo iniziare da lì, condividendolo con ogni amministrazione, al di là di confini e colore politico, ascoltando le esigenze di tutto il territorio  per arrivare entro un mese a sottoscrivere un piano di investimenti straordinario per la provincia di Rimini”.

Ultimi Articoli

Scroll Up