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Bologna, una mostra tutta al femminile ispirata all’ultimo capolavoro di Fellini

Fino al 16 luglio, presso il Museo Temporaneo Navile di Bologna, si terrà l’esposizione La voce della luna, una mostra tutta al femminile liberamente ispirata dall’ultimo capolavoro felliniano.

Allo scoccare degli anni Novanta, un decennio che sarà monopolizzato dalla cosiddetta “società dello spettacolo” caratterizzata dall’irrompere sulla scena mediatica della televisione commerciale, Federico Fellini gira il suo ultimo film La voce della luna, liberamente ispirato al romanzo Il poema dei lunatici (1987) di Ermanno Cavazzoni.

Il film racconta il fluire di una realtà onirica e notturna, che scorre parallela a quella diurna e feriale, popolata da personaggi inetti, romantici e indifesi, ma soprattutto esseri inattuali, incapaci cioè di allinearsi con il conformismo del “nuovo sistema”.

Questa mostra desidera esplorare e ripercorrere, senza alcun preconcetto, una lettura della realtà e della prassi artistica di tipo fortemente poetico, giocoso e spontaneo. Proprio come nell’opera cinematografica di Fellini anche in questo contesto l’immaginazione, lungi dall’essere una forma di disimpegno, è piuttosto un’originale espressione di resistenza artistica al grigiore dei nostri giorni.

Il progetto espositivo non rpesenta volutamente una curatela complessiva, nell’intento di lasciare libere le sei artiste di costruire autonomamente, e senza alcuna mediazione, il proprio habitat artistico. Ecco come hanno riassunto, rispettivamente, le proprie opere.

Ilaria Depari

Attraverso una combinazione di formazione etnografica e approccio visuale, le mie esplorazioni artistiche si focalizzano sulla sovversione delle identità di genere e sulla de-costruzione delle corporeità. Cerco di spingere il linguaggio fotografico al di là di una sua collocazione esterna rispetto all’oggetto rappresentato, proiettando lo spettatore all’interno di un’esperienza il cui significato è demandato alla sua compartecipazione con il mio lavoro”.

Lucia Lamberti

Nel paesaggio leggiamo gli effetti dell’intelligenza: si manifestano la potenza, il progresso tecnico, la stratificazione storica, l’attenta pianificazione per le generazioni successive oppure l’incuria e lo sfruttamento incondizionato delle risorse. Gli acquerelli di questa serie sono atti meditativi, una riflessione per immagini sul rapporto fra volontà e realtà”.

Vale Palmi

Il mio è un percorso in salita, un cammino ascendente il cui obiettivo è il raggiungimento di altre dimensioni attraverso una modalità di lavoro che si potrebbe definire “scientifico-spirituale”. L’Arte è la mia scala, il medium migliore per indagare uno dei grandi temi dell’umanità: la Morte e la potenziale Vita dopo la Morte che si sviluppa nell’Aldilà”.

Armenia Panfolklorica

È come se nel nomen toccatomi in sorte sia stato scritto il mio omen artistico, e che non sia dunque un caso se il mio lavoro trae ispirazione da terre e civiltà a cavallo tra Europa e Asia. Da questi luoghi-limite prendo a prestito linguaggi, temi e forme. La chiave di volta che opera la fusione la cerco e la trovo nel teatro delle origini, passando per le sacre rappresentazioni di strada di origine medievale, come ancora per tutta la vasta ritualità cristiana, che ha rivestito il ben più antico retaggio popolare pagano”.

Linda Rigotti

Il lavoro dell’Arte è per me uno strumento di ricerca di senso (e dunque in costante movimento); il tentativo di dare un ordine attraverso l’esercizio della scelta (e dunque della perdita); esplorare territori sconosciuti, scoprirne di inaspettati, ascoltare. Cercare un’armonia, un’unione, la linea che congiunge tutte le cose”.

Golzar Sanganian

Uso materiali originari e naturali costruendo forme che hanno un carattere architettonico e allo stesso tempo alludono ai comportamenti umani e sociali. In particolare, i miei lavori sono una riflessione sul mio stato d’animo. L’indagine dello spazio e la combinazione dei materiali organici e inorganici tenta di mettere in contrasto stati di fragilità e prepotenza e allo stesso tempo evidenzia la loro interdipendenza”.

Orari: martedì, giovedì, venerdì dalle 15 alle 19, solo su appuntamento.

La mostra è sempre visibile dall’esterno del museo.

Per maggiori informazioni ecco il link della mostra.

Edoardo Bassetti

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