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Biblioteca Gambalunga oggi 17.30 “Amarcord Romagna” con Balzani e Mazzuca

Secondo appuntamento per la serie di incontri “Dimensione Romagna. Nostalgie, utopie o strategie per il futuro?”, organizzata a Rimini da Edizioni Minerva, Bononia University Press e Società editrice il Mulino, con la collaborazione di Biblioteca Gambalunga, Rimini, QN Il Resto del Carlino, Romagna Arte e Storia rivista di cultura, Chiamami Città, Romagna Acque Società delle Fonti Spa.

Venerdì 31 marzo, alle 17.30, alle Sale antiche della Biblioteca Gambalunga, il professor Roberto Balzani e il giornalista Giancarlo Mazzuca presenteranno il volume: “Amarcord Romagna. Breve storia di una regione (e della sua idea) da Giulio Cesare a oggi” (Minerva Edizioni). Introduce Pier Luigi Martelli, giornalista QN Il Resto del Carlino.

Ripercorrendo la storia di una regione “immaginaria” unificata dall’amministrazione solo ai tempi del cardinal legato di Ravenna e, più brevemente, dal prefetto napoleonico di Forlì, l’obiettivo degli autori è di stimolare un’opinione pubblica romagnola di massa, al di là dei municipalismi deteriori e delle divisioni della politica. E nello stesso tempo comunicare agli italiani lo strano tentativo, compiuto da un piccolo lembo di Pianura Padana, di compendiare in sé una sorta di storia concentrata della penisola, dai galli a Cesare, da Giustiniano a Dante, da Machiavelli al Risorgimento, da Mussolini alla guerra mondiale. Un dado da brodo delle grandezze e delle miserie italiane. Con quale finalità? Oltre al divertimento intellettuale, oltre a trasformare in storia vera, documentata, tanti luoghi comuni, anche l’ambizione di contribuire a sviluppare la sensibilità per una riforma amministrativa dal basso che potrebbe sconvolgere un quadro secolare, unendo comuni e province e imponendo un nuovo sguardo su quello che siamo stati.

Roberto Balzani è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Bologna. Si è occupato di regionalismo, di storia del Risorgimento, di governo municipale fra Ottocento e Novecento e delle vicende del patrimonio culturale italiano. Fra il 2008 e il 2009 è stato preside della facoltà di Conservazione dei Beni culturali dell’Alma Mater, sede di Ravenna. Autore di manuali di storia per le scuole, da sindaco di Forlì, carica alla quale è stato eletto nel 2009, si è dedicato all’analisi del ceto amministrativo dell’Italia contemporanea, dando alle stampe un fortunato pamphlet: Cinque anni di solitudine (Bologna, 2012).

Giancarlo Mazzuca, romagnolo di Forlì, già direttore de “Il Resto del Carlino”, del “QN”, de “Il Giorno” e direttore editoriale della Poligrafici Editoriale, è stato inviato speciale de “Il Corriere della Sera”, vicedirettore a “Fortune” e a “La Voce” di Montanelli, caporedattore a “Il Giornale”. Attualmente è consigliere d’amministrazione della Rai e commentatore de “Il Giornale”. Ha scritto diversi libri, tra cui Il leone di Trieste (con Claudio Lindner), La Fiat, da Giovanni a Luca (con Alberta Mazzuca), I signori di Internet, La Voce di Indro Montanelli, I Faraoni (con Aldo Forbice), La Resistenza tricolore (con Arrigo Petacco) e infine, edito da Minerva, Sangue romagnolo (con Luciano Foglietta), vincitore del Premio “Acqui Storia” 2011. Ha vinto premi giornalistici come il “Saint Vincent economia”, il “Campione d’Italia”, il “Guidarello”, il “Silone”, il “Montanelli”.

Pier Luigi Martelli, di Forlì, vive a Rimini dal 1987. Giornalista, il suo percorso professionale si è svolto interamente al Resto del Carlino. Ha iniziato nel 1982 alla redazione di Modena, poi a Cesena, a Rimini, dove per 21 anni ha diretto la cronaca cittadina e infine alla redazione centrale di Bologna. Per vari anni è stato corrispondente da Rimini del Corriere della Sera.

La dimensione Romagna è già stata individuata come ambito ottimale per il posizionamento di asset fondamentali per la qualità dei servizi e lo sviluppo: i trasporti, la sanità, l’ambiente, la formazione universitaria, il rifornimento idrico, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, l’energia, la cultura e il turismo, solo per citare i più importanti. Forse è arrivato il tempo di dare il valore aggiunto di una visione strategica, partecipata e condivisa a questo imponente sforzo di riposizionamento competitivo. Anche importanti organizzazioni sindacali e strutture di servizio si stanno riorganizzando su scala romagnola.

Tutto ciò testimonia che i tempi sono maturi per superare asfittiche rivendicazioni campanilistiche e affrontare, consapevoli della propria identità e delle proprie eccellenze culturali, turistiche e produttive, le sfide della competizione globale.

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