“Qui a Rimini volevo esserci”. E Pier Luigi Bersani c’è, alla vecchia Pescheria, nell’incontro organizzato da Rimini Coraggiosa a sostegno del candidato a sindaco del centrosinistra Jamil Sadegholvaad con Chiara Bellini designata sua vice. Presenti tutti i rappresentanti della lista, il segretario provinciale del Pd Filippo Sacchetti, la candidata a sindaco del centrosinistra a Cattolica Franca Foronchi. E anche l’ex consigliera regionale 5 Stelle Raffaella Sensoli ha voluto esserci.
Il presidente nazionale di Articolo Uno saluta tutti così: “Avete una bella gatta da pelare. Ma siamo fiduciosi, andiamo avanti, potete fare ancora di più per la vostra città”. Di più oltre ai risultati ottenuti dalla aministrazioni di centrosinistra fin dai tempi “del mio amico Giuseppe Chicchi”, e poi di Alberto Ravaioli e quindi nei dieci anni ai Andrea Gnassi, “che ho visto arrivare in Regione” quando lui era presidente dell’Emilia Romagna. “Sarei contento che da qui arrivasse un bel segnale in queste elezioni”.
Rimini che secondo Bersani “si è ulteriormente rilanciata in questi ultimi anni”. E spiega: “L’idea stessa di Rimini si presenta nuova, è stato fatto un grande lavoro non solo sul software anche nell’hardware, come con gli interventi sugli scarichi a mare”.
Come andrà questo voto? Bersani non si avventura in previsioni. “Ma mi permetto un consiglio: che questa nuova Rimini possa camminare su gambe solide”. E cioè: “Teniamo sempre l’occhio sui fondamentali perchè con la crisi del covid qualcosa che scricchiola c’è. Non sarà facile prolungare la stagione se le fiere e i congressi non possono lavorare. E fra i piccoli alberghi e la ristorazione c’è chi soffre se già era debole prima della pandemia. Quendi dobbiamo stare molto attenti. Non possiamo lasciare che queste situazioni di difficoltà favoriscano il malaffare. Dobbiamo invece cogliere le opportunità per riqualificare il sistema”.
E ancora e soprattutto: “Il la-vo-ro – scandisce – a Rimini e in Italia”. “Arrivano 200 miliardi. Bene. Potrebbero essere 4, 5 punti in più di occupazione. Benissimo. Ma di quale occupazione stiamo parlando? Quella di adesso? Guardate che se fosse così, quei 200 miliardi sarebbero devastanti. Perchè il lavoro di oggi è frantumato, disperso, verrebbe da dire privato. Rischiamo di sfasciare l’Italia se non si riconosce il lavoro nella sua dignità, nei suoi diritti fondamentali”.
Alla Bersani: “Si può guardare nel cannochiale senza essere per forza galileiani? E allora ricordiamoci di Marx senza dover essere marxisti: ogni salto tecnologico comporta un cambiamento epocale. Prima dei mulini comandava chi produceva il grano, dopo i mulini comandavano i padroni dei mulini. E adesso ci siamo dentro, al cambiamento secolorare: non comanda più chi produce, ma chi possiede le piattaforme. Chi nemmeno deve mettere il capitale, perchè il rider si deve comprare la bicicletta da solo e l’autista del bus low-cost si deve comprare il bus. Guardate che in fondo a questa storia c’è lo schiavo”.
Lavoro nero, grigio e quant’altro: “Problema di Rimini e non solo. Il sindacato non può essere lasciato solo. Occorre una legge sulla rappresentatività e la contrattazione. Per rendere efficaci per tutti, erga omnes, i contratti sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, sennò non se ne esce. Anzi, siamo già ai sindacati pirata: l’ho visto nel sud o in Sardegna. Imprenditori che si mettono insieme, radunano amici e parenti e fanno un sindacato, che poi firma contratti capestro. Ma stiamo scherzando?”.
Invece: “Ammortizzatori universali. Formazione obbligatoria. E anche i controlli, certo, perchè chi non la vuol capire bisogna che la capisca”. Rivendica: “Il lavoro è l’hardware della sinistra. E di sinistra ne occorre di più. Con contenuti nuovi, universali, che guardino un po’ più avanti. Attenzione che l’accordo che il ministro Speranza ha fatto firmare a 20 paesi contiene cose mica leggere: i ricchi che si tassano per vaccinare i poveri, questo è”.
Sinistra che per Bersani significa: “Casa, edilizia popolare. Ambiente, sì, ma legato al sociale. Non è che tutti possono prendere il 110% o comprarsi l’auto elettrica: abbiamo 13 milioni di macchine sotto l’euro 4 di gente che di più non si può permettere. E diritti: diritti civili e diritti sociali.”.
L’Europa: “C’è ci chiede, come mai non abbiamo un esercito comune? Ma l’Europa è imitata, invidiata nel mondo per il suo modello sociale. E allora: welfare pesante e certo costoso, tassazione progressiva e certo robusta. Quando ci si potrà riconoscere tutti in questo modello comune, allora si potrà anche arrivare all’esercito comune, quello che difende i medesimi ideali che distinguono l’Europa dal resto del mondo”.
Ma le elezioni? “Questo turno amministrativo avrà conseguenze pesanti, più di ogni altra volta. La destra si sente la vittoria in tasca e quindi pensa poi di liquidare Draghi per andare al voto politco anticipato. Mettendosi nei loro panni, non è che sia una cazzata. I sondaggi li premiano. Ma c’è quel 40% che ai sondaggi non risponde. E quando viene il momento di votare quel 40% può essere un’onda che nessuno può dire dove si dirigerà. E’ stato così in tutte le ultime elezioni. Allora la sinistra deve saper dire tanto a quel 40%. I sondaggi in Emilia Romagna hanno sbagliato di 7 punti quando davano la destra vincente. Perchè quando abbiamo qualcosa da dire la gente ci sta a sentire”.
Cosa ha da dire Rimini Coraggiosa? “Il coraggio, appunto, la generosità di mettersi insieme per andare a una nuova organizzazione del campo progressista. Partitone, Ulivo 2, chiamatelo come volete, mi va bene tutto. Ma il nostro sforzo deve andare in quella direzione”.
Con un punto fermo, anzi fermissimo: “A destra si sente dire: ‘antifascismo? Ma il fascismo non c’è più, siete anti qualcosa che non esiste’. Alt. Noi in Italia non abbiamo mica una destra europea, abbiamo una destra da Europa dell’Est. Ma da noi l’antifascismo è scritto nella nostra Costituzione. Chiunque vinca, è su quella Costituzione che dovrà giurare”.
Stefano Cicchetti