Si è costituito oggi a Bellaria un comitato in difesa di Guido Milani, il 33enne oggianese, arrestato nel comune romagnolo in esecuzione della pena definitiva al quale il regista era stato condannato: quattro anni e sei mesi. Una condanna inflitta per violenza sessuale, prostituzione minorile e cessione a un minore di sostanza stupefacente, a seguito dalla sentenza confermata lo scorso luglio anche dalla Corte di Cassazione.
Guido Milani – 34 anni, è residente a Oggiono in provincia di Lecco e svolgeva il ruolo di educatore sia in Lombardia sia in Emilia Romagna, a Bellaria-Igea Marini (Rimini). Era presidente della Cooperativa Ragazzi e Cinema con sede nel piccolo comune della Riviera Romagnola.
Oggi nella sede della cooperativa, con la benedizione di un’assemblea aperta a genitori, giovani e giovanissimi che frequentano o hanno frequentato le attività proposte dalla “Ragazzi e Cinema”, si è costituito il comitato “Guido Milani innocente”. L’obiettivo dell’associazione è quello di diffondere testimonianze ma anche documentazioni volte a certificare l’innocenza di Milani. L’incontro – molto partecipato – è stato presieduto dalla Presidente della Cooperativa Francesca Serra e dallo staff.
In tanti tra i ragazzi – in gran parte adolescenti – e i genitori hanno voluto esprimere la loro vicinanza a Milani. Sono certi della sua estraneità ai fatti per cui è stato condannato. E in tanti hanno sottoscritto l’adesione, una volta terminato l’incontro, al comitato.
Molti adolescenti che per anni sono stati ospiti del centro estivo a Bellaria hanno raccontato con commozione le esperienze fatte insieme all’ex regista. Alcune mamme hanno raccontato di come il periodo trascorso al centro estivo abbia arricchito il percorso educativo dei figli.
Contestualmente all’assemblea, alcuni ragazzi hanno annunciato di voler organizzare cortei e altre manifestazioni di solidarietà mentre alcuni genitori hanno spiegato che i loro figli, anche molto piccoli, hanno scritto alcune lettere indirizzate all’ex educatore, che ora è stato trasferito dal carcere di Rimini a quello di Modena. Due genitori hanno – va detto – espresso la volontà di riflettere sull’accaduto e decidere in seguito se continuare a far frequentare ai figli la struttura.
Tornando alle vicende processuali, la cooperativa ha voluto ricordare l’esistenza di una prova certificata – a detta di chi è certo dell’innocenza del regista – che attesta la completa estraneità di Milani ai fatti di cui è stato giudicato responsabile. “Una perizia che certifica che Guido è vergine e non può avere rapporti sessuali con penetrazione a causa di una malformazione congenita”.
Per la precisione – spiegano dalla cooperativa- esistono due perizie. La prima, eseguita in occasione del processo per rito abbreviato e rifiutata dai giudici, attesta l’impossibilità di Milani ad avere rapporti sessuali; la seconda compiuta dall’urologo prof. Bruni, attesta anche la verginità del giovane. L’avvocato di Milani Renato Pulcini ha depositato richiesta di ricorso alla Corte Europe dei diritti dell’uomo richiedendo anche la possibilità di allegare la perizia portata a termine da Bruni.
LA VICENDA GIUDIZIARIA DI GUIDO MILANI
La vicenda giudiziaria di Milani comincia nel 2010, quando la Procura di Milano lo accusa di aver avuto rapporti sessuali con un 15enne, al quale l’educatore avrebbe ceduto denaro e droga proprio in cambio di prestazioni ‘particolari’, almeno una ventina di volte. Non è l’unico, Milani, a finire sotto accusa. Con lui c’è anche un sacerdote: è don Alberto Lesmo, ex parroco di Santa Marcellina a Milano ed ex decano di Baggio, quartiere alla periferia del capoluogo lombardo. Con quel 15enne pure il religioso avrebbe avuto rapporti sessuali e sempre in cambio di droga e denaro.
Nel luglio 2016 l’educatore e il parroco vengono entrambi condanni: il religioso a 1 anno e 10 mesi, mentre Milani a 4 anni e 6 mesi di carcere. Stando alle ricostruzioni della Procura di Milano, il 34enne avrebbe avuto rapporti sessuali con l’adolescente in cambio di denaro o droga “circa 200 euro” o “3 grammi di cocaina alla volta”.
Il suo difensore dichiara di aver presentato richiesta di rivedere il processo in quanto non può aver commesso nessun abuso come dimostrano le analisi mediche (l’educatore avrebbe impedimenti fisici per determinati rapporti).
Su Milani pesa un’altra accusa. A gennaio di quest’anno è iniziato a Lecco in nuovo processo nei suoi confronti. Milani in particolare deve rispondere di violenza sessuale. Ad accusarlo alcuni giovani residenti sia nel Lecchese che fuori provincia. Uno di loro, all’epoca dei fatti aveva solo 14 anni.