Gabriele Bucci già candidato a sindaco di Bellaria e ora consigliere comunale di opposizione per la lista che porta il suo nome, replica così all’articolo di Maurizio Melucci su Chiamamicitta.it sulle ipotesi di spostamento della linea ferroviaria più a monte: “Mi dicono che sul media telematico Chiamami Città, media di alto livello (complimenti al Direttore e ai Collaboratori), Maurizio Melucci mi attribuisce l’assai poco commendevole idea di spostamento a monte della ferrovia litoranea”.
“Mi descrive, di conseguenza, come uno di quei soldati giapponesi che continuarono, per “fedeltà all’idea” e senso dell’onore imperiale, a combattere per anni, anche dopo la fine della seconda guerra mondiale”.
“In tutta la mia vita, non ho mai avuto alcuna simpatia per i regimi totalitari – rossi, neri o gialli che fossero – e quindi nemmeno per il Giappone di quel periodo storico, per la brutalità bellica e la ferocia predatoria di chi, ad ogni livello, combatteva in suo nome. Ho, però, sempre pensato degni, almeno dell’onore delle armi, quegli ultimi combattenti del Sol Levante che dimostrarono di non conoscere la parola resa. Quindi, il paragone non mi offende”.
“Mi corre, però, l’obbligo di rettificare l’affermazione sul mio conto espressa dell’ex Vice Sindaco di Rimini e Assessore Regionale Melucci. Con lui ci conosciamo da oltre vent’anni, pur in ruoli diversi abbiamo interloquito innumerevoli volte, magari la prossima volta…una chiamata preliminare non guasterebbe”.
“Venendo alla questione, chi mi segue e mi legge sa benissimo che non ho mai sostenuto quanto Melucci mi attribuisce. Potrei non essermi spiegato bene in una occasione o aver trovato il mio pensiero travisato, ma qui fanno testo decine di miei interventi pubblicati sui social media, articoli di giornale, dichiarazioni pubbliche, documenti elettorali”.
“Dirò di più. Ero talmente convinto dell’impraticabilità della proposta di spostare a monte la ferrovia, che un giorno mi rifiutai di mettere la mia firma alla raccolta che stava avvenendo in centro città, attirandomi così le invettive degli amici Giampiero Gori e Rino Bagli”.
“Ai fini della dovuta chiarezza, per voi che mi seguite e per altri che mi leggono, pubblico dunque la sintesi delle posizioni politiche della Lista Bucci Sindaco sul tema ferrovia”.
E’ NOTA LA PROPOSTA CHE SOSTENIAMO:
TRASPORTO PUBBLICO DI CARATTERE METROPOLITANO DA CATTOLICA A RAVENNA SULLA LINEA COSTIERA (ORA BONACCINI HA PROPOSTO DI ARRIVARE A COMACCHIO),
UTILIZZO DI MEZZI SU GOMMA,
ELIMINAZIONE DI TUTTI I PASSAGGI A LIVELLO,
RIQUALIFICAZIONE COMPLESSIVA DELL’AREA, RESTITUENDONE PARTE ALL’USO URBANO.
PER REALIZZARLA, PROPONIAMO DI ATTIVARE DA SUBITO:
1) UN’ALLEANZA LARGA FRA TUTTE LE FORZE POLITICHE DI BUONA VOLONTA’ CHE TRASCENDA GLI SCHEMI MAGGIORANZA-OPPOSIZIONE.
’
2) LA NASCITA DI UN COMITATO PROMOTORE – DI CUI ESISTE GIA’ UN EMBRIONE – COMPOSTO ESCLUSIVAMENTE DA CITTADINI, IN MODO DA FAVORIRE LA MASSIMA PARTECIPAZIONE POPOLARE AL PERSEGUIMENTO DELL’OBIETTIVO.
3) L’ADOZIONE DI UNA DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE CON LA QUALE SI DECIDE DI DAR CORSO AGLI INDISPENSABILI PASSAGGI AMMINISTRATIVI, SUI QUALI ANNUNCIAMO LA NOSTRA DISPONIBILITA’ AL VOTO POSITIVO:
a) SOTTOSCRIZIONE, COME COMUNE, DI UN PROTOCOLLO DI INTESA CON REGIONE, PROVINCIA E ALTRI COMUNI INTERESSATI PER LA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLE OPERE
b) SOTTOSCRIZIONE SUCCESSIVA DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA CON GLI STESSI ENTI PER LA CONCRETA REALIZZAZIONE DELLE OPERE.
4) SVOLGIMENTO DI ALCUNI DECISIVI INCONTRI ISTITUZIONALI CON IL PRESIDENTE REGIONALE BONACCINI (CHETANTO HA GIA’ DETTO E DISPOSTO IN MATERIA), L’ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI E INFRASTRUTTURE CORSINI, IL PRESIDENTE PROVINCIALE SANTI, I SINDACI DEI COMUNI VICINI, NONCHE’ CON QUEI PARLAMENTARI CHE – COME IL SENATORE CROATTI – HANNO DIMOSTRATO CHIARA ATTENZIONE ALLE POLITICHE DELLA MOBILITA’ DEL NOSTRO TERRITORIO.
“A me sembra tutto molto chiaro, non da oggi ma da sempre. Ad ogni modo, a scanso di ulteriori equivoci, “repetita iuvant”.
POST SCRIPTUM
A proposito, l’ultimo combattente giapponese morì il 17 gennaio del 2014.
Si chiamava Hiroo Onoda, ufficiale nell’esercito del sol levante, continuò a combattere per decenni sull’isola filippina di Lubang, credette fino al 1974 che il Giappone imperiale non poteva esser stato sconfitto”.