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BASCIO, TESORO SCONOSCIUTO

Il Montefeltro e la Valmarecchia si confermano ancor oggi una alcova di tesori naturalistici e artistici. Poco a poco anche gli operatori turistici se ne stanno accorgendo, sempre a rilento rispetto a quanto si potrebbe fare, ma qualcosa si sta muovendo.

Sono felice che un poco alla volta si cerchi di spostare l’attenzione dalla spiaggia all’entroterra riminese, anche perché per attrarre nuovi flussi turistici è necessario promuovere un territorio per certi versi ancora vergine.

Sono entrato nella Valmarecchia ai tempi della tesi di laurea e da quel momento il mio è stato un continuo scoprire, eppure il fascino di nuove visioni, per fortuna, è sempre in agguato.
Proprio nel mio peregrinare son capitato nei giorni scorsi nel territorio di Pennabilli e più precisamente a Bascio, a poco più di 700 metri s.l.m.

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Chi non conosce la sua torre che controlla la valle – un proverbio feretrano diceva: “Si va a Roma, si vuole Dio e quei di Bascio” – e le diverse opere del Giardino Pietrificato di Tonino Guerra che stanno alla sua base in diversi punti? A tal proposito, penso sarebbe ottima cosa dargli una sistematina dato che l’incuria e il tempo hanno danneggiato le opere presenti nel suolo.

Bene, la torre l’8 novembre scorso è stata inaugurata dopo un lungo restauro.
Ma la sorpresa vera a mio giudizio è stato l’affresco rinvenuto nella vicina chiesa di San Lorenzo nella parete dell’abside. Grazie al lavoro delle restauratrici Serena Brioli e Maria Chiara Tonucci, sotto ben sette strati di scialbature è così stato rinvenuto un grande affresco rappresentante una meravigliosa Pietà (mutuata da una versione del Vesperbild), con una Maria addolorata avente sul suo grembo il corpo di Cristo morto e ai lati San Michele arcangelo e San Lorenzo martire e diacono.

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L’Arcangelo Michele nell’affresco di San Lorenzo a Bascio

In base agli studi portati avanti dalle due restauratrici, siamo di fronte ad un affresco attribuibile a Benedetto Coda e la sua Bottega. Il Coda era un pittore trevigiano, allievo di Giovanni Bellini, che decise di trasferirsi nel riminese dopo il primo quarto del 1500 assieme al figlio Bartolomeo, presumibilmente l’autore dei due angeli laterali. Dall’analisi iconografica, l’affresco stupisce per la accuratezza anatomica del Cristo e particolari come la lacrimazione della Vergine Maria.

Degno di nota è anche lo sfondo su cui si svolge la scena, ovvero il paesaggio del Montefeltro e più precisamente della Valmarecchia. Insomma se siete amanti dell’entroterra riminese e se siete appassionati di arte io vi consiglio assolutamente di farci un salto.

Mark Towers

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