La vicenda dell’operatore socio sanitario dell’ospedale di Cattolica, arrestato per violenza sessuale, si arricchisce di un altro episodio accaduto nella primavera del 2016.
Infatti è ancora in corso un’indagine della Procura della Repubblica di Rimini su un delicato caso di maltrattamenti su anziani, avvenuti in una casa di riposo della Provincia di Rimini, con quattro operatori socio-sanitari sotto indagine.
L’indagine era partita nel 2016 dall’esposto di alcuni operatori che avevano denunciato le maniere troppo energiche di alcuni colleghi. I carabinieri di Riccione con l’aiuto di telecamere nascoste hanno potuto esaminare ore e ore di filmati formulando accuse che vanno dal maltrattamento alla violenza sessuale.
Il giudice per le indagini preliminari Sonia Pasini, non condividendo l’impianto accusatorio, ha però rigettato le principali richieste dell’accusa per “assenza di gravi indizi” – riguardo a due soggetti, individuati invece dagli investigatoricome gli autori delle principali condotte “sospette”, la gran parte riprese con l’ausilio di telecamere nascoste.
Uno di loro, stando all’informativa della polizia giudiziaria, avrebbe addirittura abusato sessualmente di una paziente novantenne.
Lo stesso filmato però, esaminato dal pm Paola Bonetti e dal giudice Sonia Pasini, ha dato luogo a interpretazioni completamente opposte. Il Gip ha escluso la gravità dei fatti per l’indagato. Contro il mancato arresto la procura aveva fatto appello al Tribunale del Riesame che ha confermato la posizione del Gip. Nel frattempo i due indagati sono rimasti regolarmente al lavoro.
Ebbene uno degli indagati dei maltrattamenti della casa di riposo è lo stesso operatore socio sanitario arrestato all’ospedale di Cattolica. In particolare il 66enne dell’ospedale di Cattolica sarebbe lo stesso operatore indagato per violenza sessuale su una anziana paziente della casa di riposo.
Lo rivela in una nota la stessa azienda Ausl Romagna dove precisa che “ Il precedente procedimento non ha portato a risvolti giudiziari punitivi per l’operatore, e perciò l’Azienda non era oggettivamente nelle condizioni di interrompere o modificare radicalmente il rapporto di lavoro con lui. Ciò nonostante ha provveduto a spostarlo in una struttura diversa e ad attribuirgli la mansione del solo trasporto dei degenti, e non più mansioni che implichino un diretto contatto con gli stessi, legate alla cura della persona”.
Domattina (giovedì 26) l’operatore socio sanitario sarà davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia.