“È falso dipingere gli operatori balneari come “usurpatori”: la categoria non chiede privilegi, ma rispetto”. L’assessore al Turismo dell’Emilia-Romagna, Andrea Corsini, interviene così al Convegno di Legacoop Romagna per festeggiare i 50 anni delle Cooperative Balnerari della provincia di Rimini, dove il convitato di pietra non può che essere la riforma della concessioni su cui è al lavoro il Parlamento. E sottolinea di essere “molto fiducioso” che si arrivi a “un norma fatta bene con tutte le tutele per gli operatori”. La volontà, precisa, è di “stare dentro pienamente nella direttiva Bolkestein”, aprendo sì il mercato, ma tutelando le piccole imprese e i loro investimenti. Certo, prosegue Corsini, al momento “se ne sentono di tutti i colori”, specie da parte di certa stampa. Ma il succo è che la riforma proposta dal governo “timida, pasticciata e confusa, contiene parte della direttiva europea, ma non tutela le imprese”.
A correggere il tiro però c’è il lavoro fatto da viale Aldo Moro che si è tirata dietro le altre Regioni, “all’inizio un po’ timide”. La “strada è ragionevole”: ok alla Bolkestein, ma tutela di aziende, investimenti e lavoro. “Nei prossimi giorni – assicura Corsini – ci saranno le condizioni per migliorare le norma”. Anche su un altro nodo importante, quello delle tempistiche: non si può pensare di realizzare “18.000 gare un un anno, ai Comuni serve più temo, un anno o due, non per nascondere una proroga ma per fare le cose in maniera ordinata”.
Insomma, conclude Corsini, “nella gare c’è un pezzo della nostra identità e servono quattro regole chiare, poche cose valide per tutti”, tra le quali non il canone, che “va deciso dal governo”. Ma criteri definiti dai Comuni che valorizzino le realtà territoriali, a partire dai servizi come il salvamento e la tutela ambientale. Così “le spiagge parleranno ancora con la s romagnola”.
“Il Paese non può mettere in discussione un sistema senza neanche sapere di cosa parla” ha detto chiudendo il convegno il presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti. “Il nostro modello di spiaggia è conosciuto ovunque e non si può cancellarlo con un colpo di spugna”, avverte: le gare come da direttiva europea “si devono fare e c’è l’impegno con gli operatori a parlarne come territorio”. Con la Regione e le associazioni di categoria, gli fa eco il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti, è stata presa “una posizione unitaria” con “un documento su cui basare la discussione nazionale”. Le 14 cooperative associate, aggiunge il responsabile di settore per la Legacoop regionale Stefano Patrizi, investono milioni di euro sulla sabbia. Dai cinque per il servizio di salvamento, con 300 marinai, 250 torrette e 110 defibrillatori, agli 1,5 per la duna invernale. Senza dimenticare i 31 chilometri di wifi gratis e l’impegno per la difesa della costa e la qualità delle acque. Per questo, conclude, “siamo preoccupati dalla direzione del governo sulla riforma: si devono ascoltare le proposte per salvaguardare il valore reale delle imprese familiari”.
A ricordare i diversi servizi che garantiscono le 14 cooperative balneari, e “400 persone”, ci pensa la docente universitaria Vera Zamagni: non solo salvamento e duna, anche pulizia, servizio di Croce rossa, relazioni con gli altri soggetti, progettazione, contrattualistica, magazzino, vigilanza, monitoraggio dove c’è erosione tra gli altri. Dunque, sottolinea, “se gli operatori balneari della costa adriatica hanno una chance di non soccombere alle imprese straniere è grazie alla creativià della cooperative per un progetto che valorizzi il settore balneare”. E per essere più chiari, conclude: “È incomprensibile che le nostre spiagge finiscano ad assomigliare a Miami beach con una anonima fornitura di servizi senza l’originalità romagnola”.
Però “nel 2023 non ce la facciamo”. Lo dice chiaro il sindaco di Bellaria-Igea Marina Filippo Giorgetti: la deadline per le gare per l’assegnazione delle concessioni demaniali va posticipata. Tra “143 concessioni demaniali, i bandi Pnrr e l’attività ordinaria siamo allo stremo delle forze”: quello che serve, aggiunge, è “un modello competitivo di sistema turistico territoriale per sfidare i prossimi decenni”. Per la riforma delle concessioni, aggiunge Luigi Santi, assessore al Bilancio del Comune di Riccione, che domani ospiterà il G20 delle spiagge, sono “fondamentali” tutela delle imprese, del lavoro fatto e degli investimenti. “Servono risposte per gli operatori – rimarca – siamo al loro fianco per salvaguardare la ricchezza dell’offerta turistica”.
Se l’ipotesi, interroga il collega al Demanio Andrea Dionigi Palazzi, è “riaffidare le concessioni dopo quattro anni come si può investire?”. Dunque, tira le somme l’assessore Francesco Bragagni alle Politiche per lo sviluppo delle risorse umane del Comune di Rimini, servono “sinergia e dialogo tra categorie economiche e Istituzioni” per “affrontare la sfida e trovare una soluzione che garantisca standard di eccellenza al turismo in riviera”.
“Diamo una mano a Istituzioni regionali e locali affinchè si riconosca cosa abbiamo fatto per migliorare l’offerta con una visione ampia”, sottolinea Giorgio Mussoni per le coop di Rimini nord; mentre per quelle a sud Mauro Vanni al “governo miope che vuole una liberalizzazione selvaggia senza tutela delle imprese” ricorda che che “si può fare l’interesse pubblico e salvaguardare le aziende famigliari. Non possiamo essere abbandonati”, non si tratta di “privilegi”, precisa, ma di “essere riconosciuti così come fa la Regione. Le cooperative – conclude – saranno una grande risorsa per rispondere alle esigenze del turismo”.
Danilo Piraccini per i bagnini di Cervia, mette in luce che “ci sarà una forte trasformazione delle imprese balneari”, per cui “capire l’innovazione e valorizzarla è la sfida”. Tuttavia “la direttiva è difficilmente applicabile e non si comprende ancora l’impatto”: il tema, argomenta, è “quale sarà la vera applicazione, l’impatto sullo sviluppo nazionale, sul rapporto tra spiaggia e alberghi e sui costi”. Il collega di Cesenatico, Simone Battistoni, chiede di sfatare l’immagine dei bagnini “arroccati” alle concessioni: “Abbiamo investito tanto e costruito il turismo regionale”, senza dimenticare che “le liberalizzazioni non hanno migliorato la vita dei cittadini”. Per cui, sì alle gare ma non “all’esprorio delle aziende”, conclude.
(Agenzia DIRE)