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Banca Popolare Valconca: l’assemblea dei soci vota no alla fusione con Blu Banca

I soci dicono “no” al progetto di fusione tra Banca Popolare Valconca e Blu Banca (gruppo Banca Popolare del Lazio). L’assemblea dell’istituto di credito morcianese a seguito degli annunci e delle operazioni svolte dal consiglio di amministrazione ha deciso di prendere questa direzione al fine di mantenere la propria autonomia.

La votazione dell’assemblea ha riportato il 50,44% contrario alla fusione, pari a 3.586.255 azioni. Hanno invece votato a favore il 46,74%, pari a 3.323.169 azioni. Gli astenuti risultano pari a 1,86% e i non votanti lo 0,95%. I termini dell’accordo prevedevano che ai soci della Banca Valconca venisse data un’azione Blu Banca ogni 282 azioni possedute. Ogni azione di Banca Valconca veniva valutata 0,81 euro a fronte dell’attuale valore pari a 0,77 euro. In altre parole, una singola azione di Blu Banca avrebbe così avuto un valore di 228,42 euro. Attualmente sono 25mila i correntisti di Banca Valconca, presente sul territorio con 17 filiali. Gli azionisti risultano essere 4.800 per un totale di 10.575.000 azioni.

L’amministrazione ha dichiarato che “il presidente di Banca Valconca Fabio Ronci e il direttore generale Dario Mancini prendono atto della decisione espressa dai soci in occasione dell’Assemblea, pur rimanendo convinti che il processo di aggregazione con Blu Banca rappresentasse la migliore strada percorribile per assicurare un futuro di solidità, stabilità e sviluppo a Banca Valconca, in un contesto caratterizzato da una grande difficoltà economica e finanziaria, con la ripresa post-Covid rallentata dalla grave crisi energetica, dalla guerra e dall’inflazione”.

Gianfranco Vanzini, ex presidente di BPV, è stato sempre una delle figure più contrarie al progetto di fusione sostenendo la necessità di “difendere la Banca Valconca da chi, con il progetto proposto, riconoscerebbe agli azionisti solo pochi spiccioli, e la necessità di salvaguardare la banca stessa da una gestione che in questi ultimi anni non è stata in grado di stilare alcun piano industriale, appiattendosi su una proposta di fusione assolutamente squilibrata nei valori proposto e nelle prospettive per soci e dipendenti”.

I contrari all’operazione avevano anche affisso manifesti in Valconca.

Lo scorso 5 ottobre la Banca d’Italia aveva rilasciato parere favorevole all’operazione. A fronte del voto contrario dell’assemblea dei soci ci si interroga ora su quali saranno gli scenari possibili, tra i quali non si esclude anche  l’ipotesi del commissariamento.

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