Ausl Romagna replica con un comunicati stampa a un articolo apparso oggi sulla stampa locale:
“In riferimento all’articolo pubblicato in data odierna dal Resto del Carlino sull’attività chirurgica sul territorio riminese, si precisa quanto segue.
I pazienti urgenti e i pazienti con patologie gravi o oncologiche vengono trattati tempestivamente e nei tempi previsti dalle indicazioni cliniche. Il numero che si ottiene sommando tutte le discipline chirurgiche presenti nei due presidi ospedalieri di Rimini e Riccione è dovuto alla presenza in lista di pazienti essenzialmente con basso livello di priorità e per i quali dunque non solo non sussistono rischi clinici, ma neppure di aggravamento della patologia.
Ciononostante si sta comunque procedendo con una verifica puntuale della situazione dei pazienti, conclusa la quale si stima sicuramente una consistente riduzione dell’effettivo numero delle persone ancora in attesa.
Entrando nello specifico delle situazioni citate, per quanto attiene alla Chirurgia della spalla dell’Ospedale di Cattolica è falso che vi sia stato alcun ridimensionamento dell’attività, o che vi sia intenzione di attuarlo: l’attività chirurgica si assesta sui 1.500 interventi annui, senza alcun calo. Inoltre, avendo questa specifica disciplina una visibilità e apprezzamento anche sovraziendale, ed essendo Cattolica località di confine con le Marche, le persone in lista non sono solo riminesi ma anche pazienti provenienti da altri territori che quindi allungano l’attesa.
Per quanto attiene alla Chirurgia senologica dell’Ospedale di Santarcangelo, a smentire il “ritornello” del depotenziamento, il numero di 1.298 interventi chirurgici effettuati nel 2017 è già stato superato e la proiezione per il 2018 è di circa 1.500 interventi.
Più in generale l’attività chirurgica complessiva dell’ambito territoriale riminese si assesterà a fine 2018, ad oltre 22.700 interventi, contro i 21.695 del 2017, quindi anch’essa in aumento. Il numero dei pazienti in attesa rappresenta, dunque, una percentuale minoritaria rispetto al numero complessivo di pazienti che vengono trattati chirurgicamente ogni anno, e il 60 per cento di questi è in lista per interventi che rientrano in fasce di priorità (definite da leggi e linee guida) per le quali l’intervento può essere erogato in tempi che vanno dai 6 ai 12 mesi”.
Rimini, 1 dicembre 2018