Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi interviene in merito alla modifica del Regolamento della Tassa Rifiuti (TARI) presentata dalla Giunta questa mattina in commissione, con la proposta di esentare gli edifici in cui viene esercitato pubblicamente il culto come chiese, moschee, templi e similari ho espresso la mia contrarietà per le seguenti ragioni. Un’eccezione che non va giù al consigliere di Fratelli d’Italia.
“Le agevolazioni possono essere concesse alle Chiese che abbiano stipulato intese con lo Stato. Le Moschee non mi risulta abbiano stipulato intese con lo Stato – incalza Renzi – Di solito si insediano nelle città, come circoli culturali islamici, di cui non si conoscono ufficialmente i responsabili, a quale associazione od organizzazione islamica fanno riferimento”. “Anche per ragioni di trasparenza e sicurezza, – prosegue il consigliere comunale . – per meglio assicurare il rispetto delle nostre leggi, delle regole su cui si fonda la civile convivenza e dei valori che contraddistinguono la nostra civiltà. Inoltre gli immobili utilizzati come Moschee non sono accatastati come luoghi di culto, come la Moschea di Corso Giovanni XXIII dove l’immobile è con destinazione catastale ad uso ufficio”.
Il testo presentato in Commissione è stato votato a favore dalla maggioranza e contraria la minoranza. “Riguardo l’aumento del 2,90% della Tassa Rifiuti (TARI) per il 2018, – continua Renzi – che comporta un totale costi di gestione 2018 di 42.037.406 , in aumento di 1.586.022 rispetto ai costi del 2017 di 40.451.384, rileviamo l’aumento tra i costi del Fondo Svalutazione Crediti da 1.800.000 euro a 2.980.018 e dei costi di amministrazione e recupero contenzioso gestione della TARI da 717..453 euro a 1.338.658, per fare fronte all’ insoluto TARI annuo che si prevede di 7 Milioni, derivante principalmente da gestori disonesti di attività stagionali ( alberghi, bar, ristoranti, negozi ecc.) che non pagano la tassa e la scaricano sui contribuenti onesti. Sarebbe ora che il Parlamento legiferasse in materia per evitare questo scandalo che continua a colpire gli utenti onesti, consentendo ai Comuni di chiedere in anticipo le fidejussioni per il servizio rifiuti come prevenzione o di impedire le attività agli inadempienti”.
Polemizza contro l’aumento della TARI anche Marzio Pecci, consigliere comunale della Lega.
“La situazione economica riminese non presenta indici di crescita che fanno pensare ad una imminente uscita dalla crisi. – attacca il consigliere – Essa è ancora in corso ed i dati positivi diffusi dall’Istat sono economicamente impercettibili dal cittadino comune che ancora fatica ad arrivare alla fine del mese oppure pagare le imposte per la propria azienda”.
“Purtroppo l’amministrazione comunale indifferente a questa situazione, – lamenta Pecci – dopo aver introdotto l’aumento dell’imposta di soggiorno, introdotto la tassa sui passi carrai oggi si appresta ad aumentare la TARI“.
Pecci critica poi l’operato del primo cittadino. “Purtroppo Gnassi, che non sa tagliare la spesa, ogni giorno deve inventarsi un modo per aumentare le entrate per sostenere la ‘macchina comunale’ che avrebbe bisogno di un grande rinnovamento”.
“La pesante sconfitta elettorale – continua il leghista – non è servita a nulla se l’Amministrazione continua a percorrere la vecchia strada della spesa senza limiti. Il provvedimento dell’aumento della Tari deve essere fortemente censurato perché esso va a favorire l’aumento delle diseguaglianze per cui i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. Le dichiarazioni dell’assessore che Rimini ha un’amministrazione virtuosa perché nelle cittadine limitrofe le imposte sono più alte serve solo a dare una giustificazione agli aumenti richiesti da inizio d’anno.
Purtroppo Sindaco ed Assessore non sono capaci di pensare agli effetti negativi che tali aumenti producono e ciò sia sulla redditività delle aziende che sullo stipendio dei lavoratori. Non riescono a pensare che questi costi si trasferiscono sul prodotto o sul costo del servizio che dovrà essere sopportato dal consumatore con un ulteriore impoverimento dello stesso.
Invece di guardare alle città vicine chiediamo al Sindaco Gnassi di essere più virtuoso nella spesa e decidere finalmente di ridurre i costi della ‘macchina comunale’ e poi di comprendere l’importante ruolo che ha l’istituzione che rappresenta nel creare e plasmare il mercato.
Rimini ha grandi potenzialità di crescita e di sviluppo: sarebbero sufficiente stare di fianco agli imprenditori ed alle partite iva, riducendo tasse ed imposte, piuttosto che “strozzarle” fino a farle morire come, purtroppo, sta accadendo in questi anni.” – chiosa infine il consigliere Pecci.