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Asili nido e vaccini, Riccione come tutti ma vuol sembrare diversa

Si sono aperte il 31 gennaio le pre-iscrizioni agli asili nido e alle scuole materne di Riccione, per chiudersi il prossimo 28 febbraio.

Nel suo comunicato, l’amministrazione comunale della Perla Verde scrive: «In questa fase l’amministrazione comunale ha deciso di non richiedere i certificati di avvenuta vaccinazione. “Abbiamo deciso in questo momento di incertezza di non richiedere alle famiglie la documentazione relativa ai vaccini dichiara l’assessore ai servizi educativi Alessandra Battarra che, se sarà necessaria e l’obbligatorietà confermata, verrà richiesta al momento dell’iscrizione vera e propria, in primavera, quando verranno assegnati i posti nei singoli plessi e dovrà cominciare la frequenza”.

La Tosi come la Raggi? A prima vista può sembrare e in questo modo avevamo titolato. Ma una successiva precisazione del Comune di Riccione recita:

«Si precisa che il provvedimento del comune di Riccione è lo stesso adottato dal Comune di Rimini e non da quello di Roma e che il titolo non è corretto poiché non è vero che “non servono i vaccini”».

E in effetti è proprio così: a Riccione non accade nulla di diverso che a Rimini o in tutti gli altri Comuni che stanno applicando la legge nazionale sulle vaccinazioni obbligatorie per poter iscrivere i bimbi a scuola. In particolare, che ai genitori non debba essere richiesto il certificato vaccinale al momento dela pre-iscrizione è espressamente previsito dai decreti attuativi della legge Lorenzin.

Come conferma Mattia Morolli, assessore alle politiche scolastiche del Comune di Rimini«E’ vero nemmeno noi chiediamo il certificato vaccina al momento della pre-iscrizione. Per il semplice motivo che la legge non richiede. Al Comune spetterà poi di verificare presso l’Ausl se i bambini pre-iscritti siano stati vaccinati o meno. A quel punto lo stesso Comune dovrà decidere se ammetterli o no all’iscrizione definitiva».

Quel che non si capisce, allora, è perché l’assessore Battarra affermi di «aver deciso», come fosse una scelta autonoma di Riccione,  «di non richiedere alle famiglie la documentazione relativa ai vaccini», quando nessuna normativa lo richiede. E quanto rilevi in tale presunta decisione «questo momento di incertezza». Anch’esso, del resto, del tutto presunto, dal momento che sul tema si è espressa in modo definitivo la Corte Costituzionale con la sentenza del novembre scorso.

In conclusione, avevamo davvero sbagliato titolo: non “la Tosi come la Raggi”, bensì “la Tosi vuol sembrare la Raggi ma è come Gnassi”.

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