I tre sindacati confederali spiegano in un comunicato congiunto come si è giunti al muro contro muro con il Comune di Rimini sull’esternalizzazione di nidi e suole materne fino alla quota del 40%:
“Il 10 ottobre 2016, le OO.SS. FP CGIL, CISL FP. UIL FPL, hanno proclamato lo stato di agitazione, come previsto dalla legge 146 / 90, modificata dalla legge n. 83/ 2000″.
“La cosa era evitabile? Per rispondere veniamo ai fatti”.
“Il 28 luglio u.s. l’ Amministrazione ha convocato la Delegazione trattante per dare “l’informazione circa l’organizzazione dei servizi scolastici ed educativi” dove viene detto che l’intenzione del Comune è di procedere, nel prossimo triennio scolastico (2017/18, 2018/19, 2019/20), alla cessione, attraverso un bando, di alcune sezioni di scuola dell’infanzia e Nidi, ciò a causa di inidoneità di una decina, tra insegnanti e educatrici e di circa 24/25 posti che dovrebbero rendersi vacanti; parallelamente, come previsto, nel mese di settembre 2016 l’Amministrazione confermava l’assunzione di dieci insegnanti in ruolo”.
“Come OO.SS. e RSU – proseguono i sindacati – abbiamo manifestato contrarietà su una proposta numericamente cosi elevata, senza il supporto di un dato certo nel triennio di pensionamenti, senza valutare la possibilità delle stabilizzazioni previste dal D.L.113 del 24 Giugno u.s. all’articolo 17 o l’incremento del numero dei servizi già dati in gestione all’ASP “Valloni”, azienda pubblica di servizi alla persona; inoltre abbiamo chiesto quale fosse il progetto educativo di integrazione pubblico/privato che si voleva mettere in atto nonché quale investimento prevedeva il Comune verso il Coordinamento Pedagogico, già in sofferenza, ed infine di verificare la reale richiesta dell’utenza in merito ai ventilati nuovi orari di apertura dei servizi”.
“Il 28 Luglio non abbiamo avuto risposte numeriche precise e da parte nostra abbiamo chiesto di rivederci dopo agosto e prima dell’avvio dell’anno scolastico, cosa che, a parole, ci venne confermata”.
“Tutto precipita all’apertura delle scuole e dei Nidi d’ infanzia, con una Conferenza di Servizio dove il Dirigente alla Pubblica Istruzione e l’assessore Mattia Morolli, annunciano l’intenzione di appaltare cinque scuole e un Nido d’ infanzia, prospettando ulteriori esternalizzazioni”.
“Il 27 Settembre le OO.SS. FP CGIL, CISL FP, UIL FPL convocano un’assemblea di tutto il personale del Settore Pubblica Istruzione, alla quale hanno partecipato 250 persone, per avere il mandato di intraprendere azioni di contrasto sino allo stato di agitazione, mandato che ci è stato dato”.
“Il 5 ottobre le OO.SS Confederali CGIL, CISL, UIL, insieme alle Categorie del Pubblico Impiego, FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, dopo richiesta formale, vengono convocate dall’Amministrazione, presenti al tavolo l’Assessore Morolli, il Vice Sindaco G. Lisi, il Dirigente al Personale A. Bellini e il Dirigente alla P.I. F. Mazzotti. Anche in quell’incontro le OO.SS. di Categoria e le Confederazioni, hanno riproposto le medesime richieste, cercando di essere propositive nel perseguire una soluzione che permettesse il mantenimento di una gestione pubblica con l’assunzione di personale precario all’interno dei servizi alla prima infanzia 0-6 e stigmatizzando il mancato confronto fra le parti come previsto sia di contratti, sia dai protocolli d’intesa siglati”.
“La risposta del 5 ottobre da parte dei politici è stata di abdicazione del proprio ruolo, scaricando la responsabilità nella legge (che però dice altre cose) e sollevando solo nebbia, che si è diradata in parte quando il Dirigente Mazzotti, ha affermato con la condivisione dei due assessori presenti Morolli e Lisi, che “il Comune in questi anni ha svolto un ruolo di “SUSSIDIARIETA’“ nei confronti dello Stato, gestendo le scuole dell’infanzia cancellando, con questa affermazione, 50 anni di storia dei NOSTRI servizi educativi e scolastici”.
“Le insegnanti e le educatrici nei giorni scorsi avevano scritto una lettera descrivendo il progetto educativo che negli anni è stata l’impalcatura che ha sorretto, motivato e qualificato la loro attività; un progetto di una Comunità educante, fatto di professionisti, un progetto condiviso con i genitori, che ha reso ogni attore di questa storia; personale del Comune, genitori, bambine e bambini, attori consapevoli di un percorso di crescita all’interno delle nostre istituzioni educative.
I programmi degli anni 90 della scuola materna statale hanno attinto a piene mani dalle NOSTRE realtà educanti (ci piace ricordare che il primo Nido d’ infanzia nacque nel Borgo di Rimini)”.
“Oggi queste lavoratrici sono considerate, dai loro amministratori, vecchie, inadeguate, mal ricollocabili e questo senza che sia mai stato messo in piedi un sistema formativo di riconversione ed inserimento”.
“Per gli amministratori del Comune di Rimini i servizi 0-6 sono da rottamare insieme al personale che vi lavora e perché no, anche con i loro sindacati; questi fastidiosi corpi intermedi, che il 3 ottobre avevano chiesto di riaprire il tavolo del confronto sul tema dei servizi 0-6, sul loro futuro, richiesta alla quale non hanno ancora risposto”.
“NO, con i fatti sopra illustrati non si poteva evitare:
NON hanno voluto ascoltarci, NON hanno voluto aprire un confronto, NON hanno voluto darci RISPOSTE, non hanno voluto perseguire quel dialogo che fa parte integrante di una democrazia e sul quale generalmente si chiede ed ottiene il consenso popolare e con esso la facoltà di amministrare”
Segretaria Generale FP CGIL, Elisabetta Morolli
Rimini Segretario CISL, Giuseppe Bernardi
FP Romagna UIL FPL Rimini , Alfredo Bianchi
Intanto, il Gruppo “Giù le mani dalle scuole di Rimini”, che sabato mattina aveva manifestato in piazza Cavour, annuncia di aver raccolto finora 2.200 firme per la petizione contro il progetto del Comune, 600 delle quali raccolte proprio durante la manifestazione. L’obiettivo è di arrivare a quota 5 mila firme entro la fine del mese. Intanto saranno formati “comitati di genitori” in ogni scuola: insieme a “pedagogisti”, intendono informare le famiglie raccontando “i rischi nel proseguire nella privatizzazione di ciò che è un diritto, la scuola pubblica“.