La polizia postale, dopo indagini accurate sui siti web frequentati da pedofili, ha arrestato un insospettabile cittadino che abita nella provincia di Rimini. Un impiegato D.P. di 53 anni, come riporta la stampa locale.
L’accusa è detenzione di materiale pedopornografico. Dopo averlo arrestato gli inquirenti hanno sequestrato dei computer nei quali aveva migliaia di foto e filmati di bambini e bambine delle più svariate fasce d’età, costretti a sottostare a ‘giochi erotici’. Porcherie spaventose, difficili anche solo da immaginare.
Aveva anche un libro, una sorta di dossier erotico di almeno 40 pagine, dove l’unica protagonista era Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate barbaramente uccisa. Una fantasia illimitata ed ammalata.
Purtroppo il web nasconde tanti di questi traffici. E’ una rete difficile da scoprire ed anche in forte crescita.
L’ultima indagine di conferma arriva da Meter , onlus di ispirazione cattolica che collabora con la Polizia postale, e che ha diramato il suo ultimo rapporto relativo al 2016: due milioni di immagini censite, quasi il doppio rispetto all’anno precedente; tonnellate di giga che hanno come protagonisti involontari e inermi bambini e persino neonati.
L’approdo principale per scambiarsi materiale pedopornografico in rete resta sempre il dark web (web oscuro o rete oscura). Per accedervi basta usare il software gratuito Tor: il programma, utilizzato anche da attivisti per comunicare in sicurezza in paesi sottoposti a regimi che limitano la libertà, è diventato uno dei preferiti degli orchi proprio perché garantisce un totale anonimato. In questo modo i pedofili diventano difficili da identificare e perseguire ed è molto complesso risalire al loro indirizzo IP.
Nel solo novembre 2016, Meter ha segnalato un indirizzo nel dark web con 82.046 video scaricati da 476.914 utenti. Un’enormità. Il 10 marzo dell’anno corrente il numero di video era salito a 109.535. Una vera e propria catena di montaggio che scorre nel web sotterraneo.
