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Riccione: arrestata sexy barista ed ex ombrellina. Oltre 140 mila euro di refurtiva

Due pugliesi, un uomo e una donna, sono finiti in carcere per furto ed estorsione. Si tratta di Diana Monno, 36 anni, pugliese da tempo residente a Riccione, un passato da ombrellina del MotoGp a Misano ma soprattutto sexy barista in un locale all’uscita del casello dell’A14 e del fidanzato, Pietro Lafabiana, gestore della discoteca ex Bobo a Misano.

E’ stato proprio l’incendio nella discoteca ex Bobo nell’aprile del 2018 a mettere gli inquirenti sulle tracce della coppia domiciliata in un residence di Riccione in zona abissinia.

La coppia è risultata estranea all’incendio ma dalle intercettazioni sono emerse altre attività. I due fidanzati erano specializzati in furti seriali ad iniziare dal residence dove alloggiavano. Proprio in quella struttura, i due sono riusciti ad impadronirsi della copia delle chiavi di numerose stanze, riuscendo a raggirare le donne delle pulizie. A quel punto l’uomo e la donna, stando al quadro ricostruito dalle indagini, hanno aspettato di avere campo libero nelle ore notturne e hanno fatto razzia portando via gli oggetti di valore trovati nelle camere e contanti per un valore di oltre 60mila euro e due mazzi di chiavi di altrettante automobili di valore: un’Audi A4 e una Mercedes Classe A.

I furti non si sono fermati solo al residence dove alloggiavano ma anche in altre zone ed in appartamenti privati a Riccione. La coppia è riuscita anche a derubare a una donna svizzera rubandogli la chiave dell’appartamento di Lugano e facendo razzia per oltre 70mila euro. Nel bottino anche un Rolex da 15mila euro che poi sarebbero stato rivenduto a un ulteriore complice, accusato di ricettazione.

Non contenti dei furti ai danni di altri si sono inventati anche un presunto furto nel loro bar. In questo caso è stata fatta una estorsione nei confronti di una loro dipendente, accusata di aver lasciata aperta la porta del bar che ha permesso a dei ladri di introdursi nel locola della Monno e portare via il fondo cassa di 700 euro. In realtà il furto fu commesso dal fratello del fidanzato, ma tanto bastò per costringere la dipendente a lavorare gratis per un mese per restituire il danno provocato.

La maggior parte della refurtiva è stata restituita ai legittimi proprietari grazie alle perquisizioni dei carabinieri. Per Diana Monno, difesa dagli avvocati Stefano Caroli e Giuliano Renzi, e per Pietro Lafabiana, difeso dall’avvocato Luca Greco, si sono aperte le porte del carcere, dove entrambi sono tutt’ora detenuti.

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