La Polizia di Stato ha eseguito 4 misure cautelari a carico di un gruppo criminale itinerante, residente in Emilia-Romagna, ma operante su tutto il territorio nazionale. Indagati per i reati di furto aggravato, frode informatica, accesso abusivo a sistema informatico e indebito utilizzo di carte di pagamento elettronico, i criminali si spacciavano anche per funzionari di Polizia al fine di ottenere informazioni presso gli Uffici Anagrafe e banche per attivare carte di pagamento sottratte ai portalettere.
Al termine di una complessa attività investigativa iniziata nel 2020, personale del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia Romagna ha sgominato un gruppo criminale, dedito al furto sistematico della corrispondenza assicurata/raccomandata affidata ai portalettere durante l’attività di recapito, al fine di impossessarsi e utilizzare poi indebitamente gli strumenti di pagamento elettronici ivi contenuti (carte di credito/bancomat/revolving).
I furti, che si ripetevano con continuità da luglio 2020, hanno colpito numerosi portalettere che venivano seguiti durante il recapito e ai quali veniva forzato il bauletto del mezzo, dove era custodita la preziosa corrispondenza.
Nella maggior parte dei casi, le carte di credito rubate risultavano essere già attive, si pensi a quelle rinnovate per scadenza o a quelle carte che non necessitano di attivazione, e quindi immediatamente utilizzabili.
Negli altri casi gli indagati, sfruttando sofisticate tecniche di social engineering si procuravano i dati sensibili necessari (utenze cellulari, indirizzi, informazioni personali), chiamando gli uffici di stato civile, la Polizia Municipale, le banche, i gestori di servizi di energia e addirittura in alcuni casi spacciandosi anche per personale delle Forze di Polizia impegnati in servizi di emergenza connessi alla pandemia in atto. Numerose le telefonate ad Uffici Pubblici, emerse dalle intercettazioni, per indurre pubblici Ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni, ad accedere illecitamente nelle banche dati anagrafiche, per ottenere dati personali dei titolari delle carte sottratte, fingendosi Ufficiali di Polizia.
Una volta ottenute le informazioni necessarie alle attivazioni delle carte rubate, le utilizzavano indebitamente generalmente per acquisti di beni di lusso o presso esercenti compiacenti.
La complessa attività di indagine, diretta dal Sostituto Procuratore Dr. Flavio Lazzarini della Procura della Repubblica preso il Tribunale di Bologna, che ha visto gli inquirenti ricorrere anche a complesse “attività tecniche”, ha permesso di identificare i componenti del gruppo criminale e di definirne anche i rispettivi ruoli.
La compagine criminale era composta da due pregiudicati di 45 e 42 anni entrambi originari di Napoli ma residenti a Cattolica, aventi il ruolo, rispettivamente, di organizzatore dell’attività criminale e del suo “braccio destro”. È stato accertato anche il coinvolgimento della moglie del 45enne che interveniva nelle attività di attivazione delle carte quando era necessario avvalersi di una voce femminile con gli operatori dei call center e del figlio attivamente coinvolto nei furti.
Il danno finanziario non si limita a quello subito dalle società che emettono le carte di credito e da Poste Italiane S.p.a, che ha contribuito fattivamente alla riuscita dell’indagine, ma colpisce anche tutti i mittenti e destinatari delle missive rubate.
Infatti, se non è possibile quantificare il danno finanziario complessivo, che si aggira comunque in diverse centinaia di migliaia di euro, è evidente che la quantità di raccomandate e assicurate sottratte nel periodo dell’indagine sia nell’ordine di centinaia di pezzi.
Tale corrispondenza, contenente abitualmente le comunicazioni di maggiore importanza tra cui atti giudiziari e notificazioni della pubblica amministrazione, è andata interamente distrutta, costituendo un grandissimo danno indiretto dell’attività delittuosa.
La pericolosità del gruppo criminale è dimostrata, inoltre, da ulteriori condotte accertate durante le indagini che, unitamente alla spendita delle carte sottratte, costituiscono la fonte abituale di sostentamento.
Alla luce della pericolosità degli indagati, dei precedenti specifici e della possibilità di reiterazione di analoghi reati il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, lo scorso 8 novembre, ha emesso un’ordinanza che dispone la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del 45enne e del 42enne; invece nei confronti di ulteriori 2 soggetti la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza e presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria.
Le misure sono state eseguite da personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna, collaborato dalle Articolazioni Territoriali di Rimini e Modena.