Armi, droga e un allevamento clandestino di pitbull: tutto in famiglia. Padre, madre e figlia di 17 anni sono stati arrestati dopo un blitz all’alba dei Carabinieri della Compagnia di Riccione e dei Forestali.
Dopo una serie di segnalazioni raccolte dalla Tenenza di Cattolica, le indagini avevano portato ad una piccola casa colonica sulle colline di Rimini, a Covignano. Qui i militari hanno innanzi tutto sorpreso il padre mentre stava cercando di nascondere due pistole fra i rifiuti, nonostante moglie e figlia cercassero di ostacolarli. Due armi di grosso calibro, 38 e 357 magnum con proiettili, cui si è aggiunto anche un fucile da caccia: il tutto con matricola abrasa. Poi gli stupefacenti: un chilo e mezzo di marijuana e 350 grammi di hashish. Non mancavano bilancini di precisione e tutto il materiale per il confezionamento delle dosi.
Ma l’attività principale della famiglia doveva essere l’allevamento di cani da difesa. Senza l’ombra di un’autorizzazione, in box di cemento fuori da ogni norma, venivano tenuti in condizioni pietose i cuccioli di pitbull e le loro madri. In tutto ben 22 animali, molti dei quali con le orecchie mozzate e senza chip, con scodelle senza acqua. Inoltre, c’era anche una tartaruga Testudo Greca probabilmente importata illegalmente, e un maialino nano. Fra il materiale sequestrato anche fiale di vaccini per cani, anch’esse detenute senza autorizzazione.
La famiglia criminale, originaria del napoletano, è ora dietro le sbarre: l’uomo, 51 anni, nel carcere di Rimini; la donna 46 enne in quello di Forlì. Entrambi hanno precedenti per reati di droga e contro il patrimonio. La ragazzina è invece stata affidata al centro di prima accoglienza di Bologna in via del Pratello. Le accuse contro di loro sono detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, detenzione illegale di armi, maltrattamento di animali, oltre a una montagna di illeciti amministrativi in violazione alle norme regionali sugli allevamenti e la detenzione di specie animali. Quelli salvati dall’inferno di Covignano sono ora nei canili di Rimini e Montescudo, mentre la tartaruga è al Cras di Corpolò.