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Arena di Verona: Sgarbi s’infuria contro il progetto GMP, lo studio di Fiera e Palacongressi di Rimini

Lo studio di architettura Gmp – Architekten von Gerkan, Marg and Partners e la società di ingegneria Schlaich Bergermann partner si sono aggiudicate il concorso internazionale di idee per la copertura dell’Arena di Verona. La Gmp di Amburgo è uno degli studi di progettazione fra i più importanti del mondo, che ha firmato fra l’altro la nuova Fiera e il nuovo Palacongressi di Rimini; fra le sue ultime realizzazioni, l’avveniristica copertura del nuovo stadio di Manaus, in Brasile, in occasione dei mondiali di calcio. 

Il concorso era stato bandito lo scorso marzo dal Comune di Verona. Si trattava di allestire spettacoli anche in caso di pioggia e allo stesso tempo preservare le pietre romane dall’acqua piovana, che combinata alle sostanze che galleggiano nell’aria ha un effetto deleterio. Inoltre, come ha dichiarato l’architetto Francesco Doglioni, già docente di a Venezia e componente della giuria al momenti di presentare i progetti vincitori, sono stati valutati i criteri di «realizzabilità», la «transizione rapida tra assetto aperto e chiuso» della copertura, la «leggerezza», la capacità di «restituire la piena visibilità dell’anfiteatro quando la copertura non serve», il «rispetto dei vincoli archeologici, architettonici e ambientali».

Il progetto di copertura dell'Arena di Verona dell GMP

Il progetto di copertura dell’Arena di Verona
dell GMP

I progettisti tedeschi si sono ispirati, ovviamente, a un elemento che gli anfiteatri romani possedevano molto spesso e che certamente era presente nel Colosseo: il velarium, sistema di copertura mobile con tessuti e azionato da complessi apparati che si rifacevano all’armamento dell vele sulle navi; non a caso nel Colosseo gli addetti al velarium erano marinai della flotta.

Ma tutto ciò non è sufficiente per Vittorio Sgarbi. Al contrario ha provocato una delle sue proverbiali sfuriate, prima affidate a Il Giornale, poi in tv a La 7. 

Del resto già in tempi non sospetti, nel 2013, Sgarbi aveva sentenziato: «Arena coperta? Piuttosto crolli». Ora, visto il progetto, ha aggiunto: «Per quel che ho visto e sentito mi fa schifo. Che senso ha intervenire in questo modo su un paradiso di forma come l’Arena? Su un capolavoro architettonico che ti consente di vedere e sentire uno spettacolo esattamente come si sarebbe visto in epoca romana? Il solito brutto intervento, posticcio, che farà perdere di senso al monumento».

Secondo il critico d’arte la soluzione migliore è non fare nulla: «I monumenti si proteggono da soli, non servono mai interventi invasivi. L’Arena va semplicemente lasciata così com’è. È una struttura perfetta che non può essere deturpata dall’intervento del solito architetto. Ha solo bisogno di essere utilizzata in modo rispettoso. Se lo scopo è quello di mettere in scena gli spettacoli anche quando piove allora è ancora peggio. C’è una bella differenza tra tutelare un monumento e sfruttarlo oltre la soglia del legittimo, sino alla consunzione. Solo in Italia si può confondere lo sfruttamento economico con la tutela».

Ora il progetto dovrà passare al vaglio delle Sovrintendenze e del Ministero dei Beni Culturali. A chi daranno ascolto?

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