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Apre Ecomondo, il sindaco di Rimini ribadisce: “Parco eolico mostruoso e ammazza-turismo

Mercato e tecnologie innovative su piattaforma digitale per lo sviluppo della Green Economy. Si sono presentate così questa mattina Ecomondo e Key Energy 2020 di Italian Exhibition Group: con una digital edition (raggiungibile previa iscrizione dai siti ecomondo.com e keyenergy.it) che fino al 15 novembre porta alla ribalta le eccellenze produttive del Paese e un calendario di 140 convegni scientifici e di politica economica, proprio mentre è in cantiere il Recovery Plan nazionale per uscire dalla pandemia.

I due saloni, punti di riferimento internazionali per l’economia circolare e le energie rinnovabili, si sono aperti a Rimini con interventi in diretta streaming e in videocollegamento.

«Il 2020 – ha esordito nel suo saluto iniziale il Presidente di IEG Lorenzo Cagnoni – è un anno che verrà ricordato a lungo. Noi di IEG abbiamo rimodulato i nostri due saloni riprogettandoli nel più ampio format del digitale. La risposta di circa 400 aziende è molto positiva e per questo ringraziamo gli imprenditori che hanno accettato di essere con noi e approfittare delle opportunità dei nuovi strumenti digitali».

«Ecomondo ci ha fatto capire – ha ricordato il sindaco di Rimini Andrea Gnassi che lo sviluppo non è in antagonismo con l’ambiente. Per i sindaci le azioni sono i piani regolatori, e magari senza Ecomondo avremmo pensato in modo diverso. Noi abbiamo visto le esperienze di alcune città nel Nord Europa e le abbiamo tradotte in romagnolo. Ora occorre che Governo e Regioni affianchino e premino i comuni che intraprendono un percorso dove rifiuti, tutela dell’acqua, rischio idrogeologico, sono asset che entrano nello sviluppo».

«Ieg è partita da Rimini – ha ricordato Gnassi – s’è aggregata con Vicenza, è in corso un processo di integrazione con Bologna che auspichiamo vada in porto. Ecomondo serve a mettere fuoco il pensiero che ci porta nel futuro. Quando ero ragazzo questa fiera si chiamava ‘fiera dello sviluppo sostenibile’: oggi è il green tecnology expo, oggi è la fiera dello sviluppo; perché non c’è sviluppo se questo non ha dentro il pensiero e la radicalità di una rivoluzione sostenibile. Il Covid è uno specchio che ha messo in evidenza le fragilità di uno sviluppo per come lo abbiamo conosciuto nel secondo Novecento. Temi come lo smaltimento dei rifiuti, l’uso delle risorse, l’acqua, il dissesto idrogeologico, sono asset che entrano nello sviluppo italiano».

E sulll’eolico: «Prendiamo la discussione sul parco eolico davanti alla costa riminese. Non ci vuole la scienza a dimostrare che la vocazione produttiva di Ravenna sul fronte del mare (una grande risorsa per la Romagna) è centrata sulla tradizione del suo polo chimico a terra e offshore del porto industriale e commerciale. Al contrario la vocazione, sul fronte del mare, della provincia riminese (grande risorsa per la Romagna) è legata alle sue spiagge, alla bellezza, alla riqualificazione in essere dei lungomari e agli investimenti sulla tutela della balneazione, ai 27 milioni di presenze turistiche. E’ questione di economia, di lavoro, di relazioni. Peccato che si voglia collocare il mostro eolico sottocosta nel riminese. Surreale che si consideri sul mare la vocazione industriale di Ravenna con il suo polo chimico, il suo porto commerciale, come la vocazione sul mare del riminese con le sue spiagge, il suo turismo, gli investimenti per i nuovi lungomare e sistemi idrici e fognari per la migliore balneazione. Alla prospettiva green non vogliamo rinunciare, come non vogliamo rinunciare a quella della transizione energetica che ha bisogno più che di una scorciatoia mostruosa e ammazza turismo in un territorio vocato, di un Piano Energetico anche romagnolo dove si individuano più azioni più forti, più siti per produrre i megawatt necessari per l’intera Romagna».

«Nell’attesa del recovery fund ci serve radicalità e decisione, abbiamo bisogno di premiare non tutti a pioggia, ma di riconoscere case history. Permettetemi un pizzico di partigianeria: Rimini si è posta l’ambizione di togliere l’etichetta ‘riminizzare’. Dieci anni fa siamo partiti con un cambiamento radicale che ci ha messo in gioco. Siamo andati a vedere le esperienze più avanzate in Europa e abbiamo provato a tradurle in romagnolo. Questo significa revisione dei piani regolatori, lavorare prima sul sotto poi sul sopra, il sistema idrico fognario:abbiamo investito milioni per non scaricare neanche una goccia di scarichi reflui in mare. E il lungomare oggi è il sea wellness park: ambiente, respiro, palestre a cielo aperto. Ecco perché noi Comuni chiediamo alle Regioni e al Governo di riconoscere la premialità a chi ha intrapreso questa direzione nel segno della sostenibilità. Ecomondo è un software italiano per riempire di contenuti le azioni che Comuni, Governo e Regioni devono mettere in atto. Ed è un incubatore che ci ha fatto concretamente capire come lo sviluppo non sia antagonista all’ambiente», ha concluso Gnassi.

«Il vento in Europa è cambiato, e da Ecomondo e Key Energy – ha detto Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna – può arrivare un contributo straordinario che serve all’intero Paese per abbracciare una svolta necessaria. La Regione Emilia-Romagna ha sta scrivendo assieme sindacati, associazioni datoriali, terzo settore e le associazioni impegnate nel patto per clima un documento che declini una visione strategica tenendo insieme ripresa e occupazione di qualità con due aspetti macro: la decarbonizzazione prima del 2050 e passare entro il 2035 a energie pulite».

«Faremo il nostro meglio – ha riassunto il professor Fabio Fava, Presidente del Comintato scientifico dellamanifestazione di IEG – per condividere le migliori eccellenze industriali e di cooperazione internazionale. Parleremo di ricerca e innovazione, di aspetti normativi e di policy nel quadro del Green Deal europeo facendo attenzione a declinare gli impatti che la pandemia ha prodotto sul nostro patrimonio costruito e naturale. Lo faremo assieme ai ministeri, alla Commissione europea, all’OCSE e alle Nazioni Unite. Questi giorni ci aiuteranno ciascuno per i ruoli a pianificare un recovery più efficace e più sapiente».

«L’Europa – commenta il Presidente del Comitato scientifico di Key Energy Gianni Silvestrini – ha deciso di alzare i suoi obiettivi sulle emissioni di gas climalteranti al 55%, Noi abbiamo chiesto al Politecnico di Milano che cosa significa questo obiettivo per l’Italia. Per esempio, il fotovoltaico dovrà più che triplicare. Abbiamo una straordinaria opportunità per alcuni segmenti da rafforzare dal punto di vista industriale: la mobilità elettrica, gli elettrolizzatori per idrogeno, fotovoltaico, offshore eolico».

«L’impulso all’internazionalizzazione di Ecomondo e Key Energy – ha detto Roberto Luongo Direttore di ICE – con 350 tra buyer e giornalisti esteri e 1.250 incontri, è fondamentale per un motivo: spesso non si sa che l’Italia è leader mondiale nelle tecnologie verdi. È un aspetto fondamentale del nostro sistema industriale, ma lo dobbiamo fare conoscere e quale palcoscenico mondiale migliore di Ecomondo e Key Energy?».

«Ecomondo e Key Energy – ha affermato il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio – sono manifestazioni che presentano tecnologie dove l’Italia è all’avanguardia: sistemi ad alto moltiplicatore per posti di lavoro generati e ricchezza prodotti. Sono 432 mila le imprese che hanno investito in tecnologie verdi. Chi ha scelto la sostenibilità è più competitivo nei mercati esteri e i green job in Italia hanno superato i tre milioni di unità. Il Governo punta in questa direzione e la Farnesina è impegnata nel potenziamento delle fiere internazionali come Ecomondo e Key Energy».

«È la terza inaugurazione di Ecomondo-Key Energy a cui partecipo cono grande orgoglio italiano – ha concluso il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa –. Ascoltare ciò che viene da Ecomondo è molto importante per avvicinare il mondo politico, che segna il perimetro di ingaggio, al mondo produttivo. Creare valore economico e occupazione, ridurre il rischio sanitario e ambientale, far sì che i cittadini si sentano attori principali del cambiamento. Questo è il percorso che immagino nel Recovery Plan. Ecco la sfida dell’anno prossimo, abbiamo tre anni non 30, per farlo».
 
La cerimonia di apertura è poi proseguita con la sessione plenaria degli Stati Generali della Green Economy, in cui Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, ha illustrato lo stato dell’arte dell’economia circolare nell’Italia del dopo Covid. Nel frattempo, sulla piattaforma digitale di IEG, si susseguono incontri e business meeting, a conferma di quanto sia vivo e produttivo il mondo della green economy.

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