Si chiude con dieci condanne e 16 assoluzioni e con un netto ridimensionamento delle accuse iniziali (a partire da quelle più gravi) nei confronti dei 26 imputati e due società nel processo su una serie di presunti appalti pilotati, tra cui alcuni di assistenza legale e tecnica-amministrativa legati ad Expo. La maxi inchiesta era partita da Milano nel 2014. A finire nella bufera anche l’avvocato riminese Sergio De Sio, a cui erano stati sottoposti gli arresti domiciliari, con accuse quali associazione a delinquere, falso in atto pubblico, truffa e turbativa d’asta.
Dopo tre anni e mezzo di processo i giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduti da Maria Rosa Busacca, ha dato ragione a degli molti imputati. Oltre a dichiarare alcuni reati prescritti e disporre per qualcuno dei condannati le pene accessorie di ‘rito’, ha stabilito provvisionali per diverse migliaia di euro da versare alle parti offese Infrastrutture Lombarde spa, Regione Lombardia e Concessioni Autostradali Lombarde (Cal).
Accuse come turbative d’asta e alcuni falsi portano alla condanna (l’unica senza condizionale) di Antonio Rognoni (ex direttore generale di Infrastrutture lombarde spa) e di Pier Paolo Perez (ex capo ufficio gare di Ilspa).
Gli assolti, oltre a De Sio, sono: Erica Daccò, Salvatore Primerano, Simona Trapletti, Massimo Viarenghi, Maurizio Massaia, Stefano Chiavalon, Cecilia Felicetti, Manuel Rubino, Bruno Trocca, Marco Caregnato, Elena Volpi, Roberto Bonvicini, Alberto Porro, Vittorio Peruzzi e Gianvito Prontera.