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Apertura di tabacchi, ferramenta e lavanderie, perchè è stato opportuno secondo il Prefetto

Sui social si è aperta una discussione sul decreto firmato, venerdì sera, dal ministro Roberto Speranza d’intesa con il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Oggetto della discussione l’apertura delle attività di lavanderia, lavanderia e ferramenta. In molti sostengono che si potevano evitare queste aperture non trattandosi di servizi essenziali. In realtà la ratio di questa decisione nel decreto, che per altro uniforma agli altri territori, la spiega la Prefetto di Rimini Alessandra Camporota, in una nota divulgata sabato. Scrive il prefetto “l’estensione della autorizzazione, ad opera della vigente Ordinanza ministeriale, ad ulteriori attività (ferramenta, lavanderie e tabaccherie) risponde a specifiche esigenze connesse sia allo svolgimento di altre ammesse (attività di produzione di servizi urgenti per le abitazioni e per la garanzia della continuità delle attività consentite) sia al mantenimento di elevati standard di pulizia sotto il profilo igienico-sanitario sia alle necessità ineludibili (marche da bollo, valori bollati e servizi vari)”.

Evidente per il prefetto la logica facendo riferimento a quelle attività che sono escluse dall’obbligo di chiusura come le attività di produzione di servizi urgenti per le abitazioni e per la garanzia della continuità delle attività consentite (a titolo di esempio: idraulici, elettricisti). In questo caso la ferramenta è fondamentale per avere le parti di ricambio per tutte le urgenze di manutenzioni che si possono verificare nelle abitazioni.

Non si tratta quindi di una concessione agli hobbisti ma al funzionamento minimo dei servizi. La lavanderia è diventato un servizio quotidiano. Lo dimostra il numero delle lavanderie a gettone che hanno aperto l’attività in questi anni. La loro chiusura ha provocato un disagio reale a quella fascia di popolazione che non ha ad esempio la lavatrice. L’apertura dei tabaccai è legata soprattutto alla vendita di valori bollati (fondamentali anche per le pratiche di richieste di cassa integrazione ad esempio), ricariche telefoniche e vendita di sigarette ed affini. Limitare la sola vendita ai distributori automatici ha portato nelle realtà minori ad un esodo alla ricerca della distributore automatico ed a file per poter rifornirsi.

In conclusione non si è trattato di una svista, agli occhi degli organi di governo, ma una decisione ponderata e coerente con i decreti approvati.

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