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Antonin Artaud: «In sogno»

In fondo ai giardini dei nostri sogni
più belli dei sogni più belli dei nostri numi,
colti attraverso misteriose armonie
in noi esploderanno sogni divini

e poesie bugiarde
di cui ascolteremo le strofe infinite
in sogno.

E i venti incurveranno gli alberi fino a terra,
alberi più sontuosi del tramonto,
recante frutti di porpora e d’oro, di diamante
dai riflessi allettanti.

Con occhi di misteriosi smeraldi
che scagliano misteriose fiamme…

E i venti piegheranno gli alberi e i nostri corpi
ai legni strapperanno le loro musiche interne,
e le nostre voci lanceranno musiche sublimi
negli androni di foreste selvatiche dalle alte cime
fluenti d’oro.

Per meglio cogliere l’anima dei nostri domini,
l’anima notturna decadente e crepuscolare,
la grande anima tenebrosa e divina
ci incammineremo lungo il sentiero azzurro che porta
di fronte al tramonto
sfavillante di sfarzo e di armonia
come un rosone nel cuore di un tempio immenso.

E là ascolteremo la cadenza immortale
delle linee e dei corpi ritmati
e di gotiche balaustre profumate
dalla dolcezza dei corpi amanti
dagli uomini con grandi anime cadenzate,
dai poeti profumati.

Antonin Artaud (Marsiglia [Francia], 1896 – Ivry-sur-Seine, 1948)

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