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Anna Pizzagalli, la prima donna che a Rimini guidò un sindacato

“Dal biennio rosso all’autunno caldo” è il titolo del ciclo di tre incontri che si svolgeranno durante il 2023 per celebrare il 120° anniversario della nascita della Camera Territoriale del Lavoro di Rimini. Verranno ricordati Anna Pizzagalli, Biagio Pedrizzi e Giuseppe Giulietti, tre importanti figure nel panorama del sindacato riminese del ‘900. L’8 marzo scorso, giornata della donna, ha avuto luogo, alla sala della Cineteca, il primo incontro, dedicato ad Anna Pizzagalli, prima dirigente sindacale donna a Rimini e prima a ricoprire l’incarico di segretario generale della FILCAMS per un decennio dal 1960 al 1969.

Anna Pizzagalli (Archivio storico CGIL Rimini)

Gianluca Calbucci, bibliotecario della Gambalunghiana e ricercatore dell’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della Provincia di Rimini, attingendo da fonti d’archivio inedite, testimonianze, pubblicazioni, periodici sindacali e di partito, ha ricostruito nell’incontro il profilo biografico e l’attività di oltre un ventennio di pubblica amministratrice, dirigente sindacale e di partito di Anna Pizzagalli.

“Anna Pizzagalli era una donna alta, un po’ robusta e con voce tonante. Il suo aspetto era severo, i capelli erano grigi e raccolti in una stretta crocchia. Non si truccava, ma in quegli anni era una cosa abbastanza normale. Indossava abiti lunghi al polpaccio e scarpe a tacco basso. Mi metteva in soggezione e l’unica volta in cui, per errore, sono entrata in una saletta in cui si teneva una riunione mi ha inchiodata sulla porta dicendomi solamente “DOPO”: il tono non ammetteva repliche. Credo che anche gli altri colleghi abbiano subito i suoi rabbuffi. Era una donna di gran carattere!”. Così Marisa Betti, giovane impiegata alla CGIL, ha tratteggiato la figura della Pizzagalli nel 1969 (testimonianza riportata nel volume “La FILCAMS CGIL dal 1960 al 2010. Cinquant’anni di Sindacato del commercio, alberghi, mense e servizi a Rimini” a cura di Elena Bianchi e Mirco Botteghi, edito da FILCAMS CGIL Rimini nel 2019).

27 maggio 1956. Facsimile della scheda elettorale per le elezioni amministrative del Comune di Cattolica (Archivio PCI presso Istituto Storico della Resistenza di Rimini)

Anna era nata a Cattolica il 9 gennaio 1931 da Emilio e Rosa Gennari, in una famiglia di pescatori. Conseguì la quinta elementare, poi arrivò la guerra. A 19 anni, nel 1950, si iscrisse al PCI di Cattolica, era operaia in una fabbrica di trasformazione di prodotti ittici dove già svolgeva un ruolo di catalizzatrice per le rivendicazioni sindacali. Nel 1952 divenne responsabile della Commissione Femminile della Sezione Lenin e membro del Comitato Comunale del PCI di Cattolica. Il 17 febbraio del 1952 partecipò al 1° Convegno delle donne comuniste che si tenne a Rimini. Il suo intervento fu breve ma pragmatico, improntato sulla sua attività di organizzatrice delle lavoratrici all’interno della fabbrica dove lavorava. Organizzazione, presa di coscienza e impegno politico diretto delle donne, istanze politiche espresse dalle donne assimilate dalla dirigenza del partito e fatte proprie dall’azione politica di tutto il partito. Queste erano le linee guida che Anna aveva già elaborato e che illustrò nel 2° convegno delle donne comuniste del 1955 dove fu la relatrice principale in qualità di Responsabile della Commissione Femminile federale, ruolo che ricoprì per un biennio.

7 gennaio 1956. Numero speciale del periodico comunista “La Nuova Voce” per Cattolica. Articolo di Anna Pizzagalli “La lotta nelle fabbriche per la indennità speciale e di mensa” (Archivio PCI presso Istituto Storico della Resistenza di Rimini)

Nel 1956 il PCI di Cattolica la inserì, unica donna, nella lista socialcomunista per le elezioni comunali; verrà eletta, e sarà l’unica donna a sedere in Consiglio Comunale ricoprendo anche il ruolo di Assessore Supplente, con delega all’Assistenza e Beneficenza, sino al 26 luglio del 1958, con il Sindaco socialista Primo Bartoli. Un episodio curioso ma anche ben esplicativo del clima dell’epoca fu la discussione che avvenne nel Consiglio Comunale di Cattolica quando, nel dicembre del 1957, la Pizzagalli propose di votare un ordine del giorno che sollecitasse il Governo ad accelerare l’approvazione della legge per la pensione alle casalinghe. A questa proposta un consigliere democristiano si dichiarò subito contrario, ritenendo illegittimo l’odg e affermando che per queste decisioni erano stati eletti appositamente i deputati, mentre il Consiglio di cui fanno parte ha il compito di governare Cattolica. L’affermazione diede il via ad una discussione che forse nemmeno in sede di approvazione del bilancio si era mai sviluppata. Nell’Archivio Comunale risultano infatti ben sei pagine fitte di verbale tra repliche e controrepliche, fino ad arrivare a rielaborare la stesura dell’odg tenendo presente una “proposta integrativa” del consigliere del Partito Liberale “temperata” dalla formulazione di un consigliere del PCI. Messo ai voti dei 17 consiglieri presenti, l’ordine del giorno venne infine approvato… con l’unico voto contrario del consigliere democristiano. Bisogna tener presente che questi sono gli anni dei governi monocolore di Scelba, Segni e Zoli, di quei governi che attraverso i Prefetti intervenivano duramente sulle amministrazioni locali a direzione comunista. Ad esempio erano solo sei mesi che il Comune di Rimini era tornato ad essere governato da un consiglio liberamente eletto dopo la sospensione del sindaco Ceccaroni nel novembre del ’54 accusato di aver “condotto una protratta attività contraria alla sicurezza sociale, volta a costituire un pericoloso stato di tensione ed eccitazione” . Ed ecco che anche un ordine del giorno come quello proposto dalla Pizzagalli poteva apparire come qualcosa di pericoloso.

28 dicembre 1965. Rimini, Sala dell’Arengo. 7° Congresso della Federazione Comunista Riminese. Anna Pizzagalli al microfono (Archivio PCI presso Istituto Storico della Resistenza di Rimini)

Nel 1960, al 5. Congresso (svoltosi dal 15 al 17 gennaio 1960), Anna, entrò nel Comitato Federale della Federazione Comunista Riminese, venendo riconfermata nei Congressi del 1962, del 1965, del 1969, rimanendovi sino al febbraio del 1972.

Nel marzo del 1960 nasce la FILCAMS che raggruppa i sindacati del settore del commercio, alberghi mensa e servizi. Anna Pizzagalli sarà eletta prima segretaria della FILCAMS riminese, incarico che ricoprirà sino al 1969. Nel 1961 sarà l’unica donna tra i fondatori del sindacato dei lavoratori dei pubblici esercizi (SILPE) che si costituì proprio a Rimini e confluì poi nella FILCAMS. In tutti gli anni del suo impegno sindacale Anna scrisse su tutti i periodici, di sindacato, come “Battaglie Sindacali”, e di partito, da “Nuova Voce” a “Rimini Oggi”, da “Settegiorni” a “Il Progresso”, per denunciare la grave situazione dei lavoratori, soprattutto delle lavoratrici, negli alberghi e nel settore turistico in generale. Supportando le lotte sui rinnovi contrattuali, per la parità di trattamento economico tra uomini e donne, per la valorizzazione del lavoro delle donne, per portare avanti rivendicazioni sindacali e mobilitazione ai primi scioperi. Inoltre Anna sarà relatrice in numerosi convegni sul turismo organizzati sia dal PCI che dal sindacato, dove spesso era l’unica, o quasi, presenza femminile. Sarà la relatrice principale al convegno unitario di Cgil, Cisl e Uil sulle condizioni di lavoro dei dipendenti d’albergo e sulle prospettive di sviluppo del turismo della riviera, tenutosi a Rimini il 4 marzo 1969 che rappresentò il punto più avanzato di analisi e di elaborazione programmatica.

Aprile 1969. Rimini. Corteo di protesta contro l’uccisione di due manifestanti a Battipaglia (SA) il 9 aprile 1969 in sciopero contro la chiusura del tabacchificio locale da parte della polizia. In testa al corteo, da sinistra, Primo Montanari, Nicola Pagliarani, Walter Ceccaroni, Alfredo Arcangeli, Sergio Grossi, Anna Pizzagalli, Sergio Lepri (Archivio PCI presso Istituto Storico della Resistenza di Rimini)

Importanti e sempre rivolti alle tematiche del lavoro, soprattutto femminile, sono i suoi tre interventi ai Congressi della Federazione Comunista Riminese del 1962, 1965 e 1969. Le analisi politiche della Pizzagalli partivano sempre dalla sua esperienza “sul campo”, di dirigente sindacale donna che stava vicino alle lavoratrici, profonda conoscitrice delle dinamiche e dei problemi specifici che investivano la donna che lavora.

Emblematica è l’esperienza che Anna raccontò all’8° Congresso della Federazione Comunista riminese del 1969 sugli scioperi alla Standa e all’OMNIA. L’esperienza “più importante però era stata alla Standa dove ci fu una presa di coscienza individuale, una scelta personale, concreta, produttiva perché aveva reso consapevoli le lavoratrici di voler creare strumenti per governarsi, chiedendo l’elezione della Commissione Interna”. Risultato questo che fece piacere al sindacato, ma che fu anche un punto di partenza. Non solo per il sindacato ma anche per il partito. Quando veniva lamentata carenza di mobilitazione da parte delle donne era in questa direzione che si doveva andare, occorreva “fare una scelta di lavoro perché le compagne, l’attivista, la lavoratrice, la troviamo se andiamo sul posto di lavoro e andare in questi posti di lavoro è impellente”. (…) “Il secondo giorno di sciopero ci siamo visti delle ragazzine che piangendo venivano a dirci: io stamattina devo andare a lavorare, ieri ho scioperato ma stamattina devo andare a lavorare perché ieri sera ho preso le botte dai miei genitori e stamattina mia mamma viene a controllare se sono a lavorare. Avrei voluto vedere che ci fossero stati altri compagni a vedere genitori in macchina, marito e moglie, accompagnare le figlie fin dentro l’OMNIA per paura che il sindacato dicesse alla ragazzina di stare fuori.”

Copertina del volume degli atti del Convegno nazionale sul turismo organizzato dal PCI a Rimini il 24 e il 25 febbraio 1968. Il volume contiene l’intervento che fece Anna Pizzagalli

Nel settembre del 1968 Alfredo Arcangeli sostituì Vito Nicoletti alla segreteria della CGIL. Anche la segreteria della FILCAMS cambiò ed alla Pizzagalli successe Vito Lorenzi. Di lì a pochi anni, forse a causa anche di qualche attrito personale con la nuova dirigenza, Anna lasciò il sindacato.

6 maggio 1956. Comizio di Elvira Pajetta (al centro) per le eleziomi amministrative del Comune di Rimini il 27 maggio 1956. A sin. Guerrino Migani, Anna Pizzagalli; a destra Primo Cortini (Archivio PCI presso Istituto Storico della Resistenza di Rimini)

Nel giugno del 1970 il marito, l’ex sindaco del Comune di Rimini, Walter Ceccaroni, sposato il 25 aprile 1968, venne eletto in Consiglio Regionale e a luglio entrò in Giunta. Anna quindi decise di dedicarsi alla famiglia e forse contribuì anche al lavoro di Ceccaroni quando venne eletto Assessore al Turismo nella legislatura successiva. Anna Pizzagalli non avrà figli. Morirà il 19 giugno 2004, a 73 anni, alcuni anni dopo la morte di Ceccaroni avvenuta nel 1999.

Il Comune di Rimini ha avviato, a febbraio di quest’anno, l’iter per l’intitolazione a suo nome del piazzale a fianco della sede di CGIL-CISL-UIL di Via Caduti di Marzabotto.

Paolo Zaghini

Santino funebre di Anna Pizzagalli (9 gennaio 1931 – 19 giugno 2004)

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