Cerca
Home > Ultima ora politica > Andrea Gnassi: “Sul turismo il Governo naviga a vista. E sul Demanio neanche assegnata la delega”

Andrea Gnassi: “Sul turismo il Governo naviga a vista. E sul Demanio neanche assegnata la delega”

Chiediamo e vogliamo chiarezza. E’ finito il tempo della propaganda, della campagna elettorale e della pacchia, adesso bisogna governare e noi abbiamo intenzione di fare la nostra parte seriamente. Mentre c’è chi ricerca visibilità sui media locali cercando di regalare ancora illusioni e chi fa battute come quella sulle spiagge e i rifiuti che fanno solo danni al Paese, noi in Commissione lavoriamo a una proposta seria e concreta, con tutti gli elementi per farlo sul tema dell’innovazione, della tipicità delle imprese, della considerazione del lavoro e degli investimenti fatti. Basta con le bufale e le balle come l’arrivo di multinazionali a spazzare via tutto, perché basterebbe inserire i giusti correttivi sui numeri di concessioni nell’eventualità del bando per scongiurarle… E non è più il tempo di insistere su posizioni improbabili quali l’uscita dall’Europa o le solite proroghe delle concessioni che non danno alcuna certezza e non farebbero che spostare in avanti il problema senza entrare nel merito: la realtà è che questo governo sul turismo naviga a vista e in piena confusione, tanto da non aver neanche assegnato la delega al Demanio. Parliamo di un’industria strategica per il Paese, con numeri straordinari, che, partendo dalla ricettività, parlano di 226.855 esercizi alberghieri ed extra-alberghieri con più di 5,2 milioni di posti letto in Italia, dove i soli alberghi sono 32.202 per un totale 2,2 milioni di posti letto”. Il deputato Dem Andrea Gnassi e i colleghi Piero De Luca e Vincenzo Peluso hanno ricostruito tutti i vari tasselli normativi e non dal 2009 a oggi e hanno presentato richiesta di una audizione congiunta urgente, considerata la trasversalità della materia, del Ministro dell’economia e delle finanze, del Ministro del Turismo e del Ministro delle Politiche europee per chiarire le intenzioni del Governo in merito al futuro delle concessioni demaniali marittime. 

Non si può più perdere tempo: il Governo faccia chiarezza, dia la delega al più presto e vada a trattare seriamente con l’Europa. Lo richiede a gran voce un settore che è uno dei motori del Paese e conta qualcosa come 12.166 concessioni ad uso turistico per un totale di circa 26.700 stabilimenti e un giro d’affari calcolato in oltre 15 miliardi di euro l’anno”, conclude Gnassi.

Bolkestein. La richiesta di audizione congiunta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, del Ministro del Turismo e quello delle Politiche europee.

Dal gennaio 2009, da quando la Commissione Europea trasmetteva al Governo italiano il primo documento di infrazione in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime, non sono mai state adottate norme che prevedessero modalità di assegnazione in linea con il diritto euro-unitario, né è stato avviato un proficuo percorso volto ad individuare soluzioni permanenti per le concessioni balneari italiane, che tenga conto della loro specificità e articolazione diversa in tutto il Paese.

Per un settore di vitale importanza per il turismo italiano, che vede coinvolte decine di migliaia di imprese, centinaia di migliaia di lavoratori e tutti i Comuni costieri del Paese, non poter contare sulla certezza normativa ha avuto e continua ad avere ripercussioni negative sulla produttività, sul lavoro, sulla programmazione territoriale degli investimenti di riqualificazione. Questa incertezza è aggravata dalle ripetute disposizioni di proroga delle vigenti concessioni demaniali marittime, che non danno alcuna prospettiva certa all’intero settore: da ultimo, com’è noto, la legge di bilancio per l’anno 2019 (legge n. 145/2018) ha stabilito che le concessioni demaniali marittime con finalità turistico – ricreativa vigenti alla data di entrata in vigore della legge medesima avessero una durata di quindici anni con scadenza al 31 dicembre 2033.

Con le sentenze n. 17 e n. 18, pubblicate in data 9 novembre 2021, il Consiglio di Stato riunito in Adunanza Plenaria ha stabilito in via definitiva che le norme legislative nazionali che hanno disposto la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2033 risultano in contrasto con il diritto comunitario e, pertanto, non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione. Il Consiglio di Stato ha altresì stabilito che:

– ancorché siano intervenuti atti di proroga delle concessioni demaniali marittime deve escludersi la sussistenza di un diritto alla prosecuzione del rapporto in capo agli attuali concessionari;

– la pubblica amministrazione non deve procedere all’annullamento in autotutela dei provvedimenti rilasciati in quanto l’effetto di proroga è stato disposto direttamente dalla legge; 

– l’ applicazione di una legge in contrasto con il diritto euro-unitario implica, quindi, che gli effetti da essa prodotti sulle concessioni già rilasciate debbano ritenersi tamquam non esset. 

In attuazione dei principi stabiliti dal Consiglio di Stato, l’articolo 3 della legge 5 agosto 2022, n. 118 (legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021) ha stabilito che le concessioni demaniali marittime con finalità turistico ricreativa continuano ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023 e comunque, qualora emergano ragioni oggettive che impediscano la conclusione selettiva entro la data di cui sopra, non oltre il 31 dicembre 2024.

Ad oggi, tuttavia, non risultano ancora emanati i decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreativa e sportiva che, ai sensi dell’articolo 4 della citata legge n. 118/2022, il Governo era delegato ad adottare entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge medesima (27 agosto 2022). Risulta addirittura che non sia stato ancora individuato il Ministero a cui affidare la delega relative alle concessioni balneari.

Il prospettarsi da parte di forze della maggioranza di governo, da un lato dell’idea di una ulteriore disposizione di proroga delle concessioni demaniali vigenti e dall’altro di una confusione e tensione sia sulle norme da applicare che sul percorso legislativo da attuare, non può non tenere conto sia delle disposizioni comunitarie che della giurisprudenza italiana, non da ultimi i pronunciamenti del Consiglio di Stato.

Considerate le statuizioni del Consiglio di Stato e l’inevitabile orientamento giurisprudenziale che si sta delineando in materia, la posizione del garante della concorrenza che aveva già impugnato i provvedimenti di proroga sino al 31 dicembre 2033 rilasciati da alcuni Comuni e che i giudizi risultano ancora pendenti, la situazione dei Comuni che sono stati delegati dalle Regioni a esercitare le funzioni amministrative in materia di demanio marittimo e che, in prima linea, devono affrontare e scontare le conseguenze di ulteriori rinvii, il Gruppo del Partito Democratico ritiene urgente lo svolgimento di una audizione, considerata la trasversalità della materia, del Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro del turismo e del Ministro delle Politiche europee al fine di chiarire le intenzioni del Governo in merito al futuro delle concessioni demaniali marittime”.

Ultimi Articoli

Scroll Up