Aiutare gli altri, dare una mano a chi è in difficoltà. È questo l’obiettivo del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom). È una fondazione di diritto melitense, nata nel giugno del 1970, con finalità di protezione civile, sociale, sanitario assistenziale, umanitario e di cooperazione, strumentale al Sovrano Ordine di Malta. Opera in tutta Italia e una sezione è presente anche a Rimini. Ultimamente è stata impegnata anche nella serata organizzata, a Rivazzurra, dall’Associazione “Rimini per tutti”, in aiuto al piccolo Devis. A spiegare esattamente di cosa si tratta è il Capo Gruppo Cisom di Rimini Andrea Olimpi, che fa parte di questa realtà dal 2009.
Olimpi, come nasce il Cisom?
«È stato creato come corpo di volontariato. In un certo senso, portando con sé la millenaria tradizione di aiuto al prossimo dei Cavalieri Ospitalieri, ovvero i Cavalieri dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, conosciuti come Cavalieri di Malta. I giovani volontari del Cisom sono stati impegnati nelle calamità che hanno colpito la valle del Belice, il Friuli, ma hanno operato da subito anche all’estero. In Kenia, per esempio, hanno aperto un piccolo ospedale maternità, ma è stato con il tremendo terremoto dell’Irpinia che, in un certo senso, si è concretizzata la struttura operativa. All’inizio del 1991, il Ministero della Protezione Civile ha riconosciuto ufficialmente la presenza del Cisom come struttura di Protezione civile per l’Italia del Sovrano Militare Ordine di Malta».
Quando, invece, è approdato a Rimini?
«Il Cisom è strutturato territorialmente in tre aree: nord, centro, sud, a loro volta divise in Raggruppamenti, uno per regione, all’interno dei quali troviamo i Gruppi, solitamente presenti come strutture cittadine. Nel caso di Rimini, il Gruppo ha una lunga storia, anche se ad un certo punto venne sciolto, per poi riformarsi di nuovo in quello che opera attualmente, nel 2010».
Quante persone fanno parte di questo corpo?
«Il Cisom conta oltre 4.000 volontari in tutta Italia, oltre 1000 specialisti sanitari, tra medici, infermieri e psicologi».
Come si può entrare a far parte del Cisom?
«Per prima cosa è importante condividerne i principi fondanti e le linee guida, non parliamo di una semplice associazione di volontariato. Il percorso più semplice è quello di conoscerci, anche consultando il nostro sito internet nazionale www.cisom.org. Contattare poi il gruppo più vicino alla propria residenza, i cui indirizzi sono pubblicati sul sito stesso e sempre da questo si possono scaricare i moduli di domanda di ammissione, che dovranno poi essere vistati dal Capo Gruppo e dal Capo Raggruppamento del territorio di residenza».
Che tipo di progetti e iniziative portate avanti?
«La vocazione dei volontari si esprime sul territorio italiano in due macroaree di operatività: emergenza e sociale. In diverse città d’Italia molte squadre di volontari sono quotidianamente impegnati nelle Unità di Strada per dare supporto e assistenza ai senza fissa dimora, distribuendo coperte, bevande calde e generi di conforto. Diversi sono i campi estivi. Nel progetto del Dipartimento di Protezione Civile Anch’io sono la protezione Civile, nel 2018 i Gruppi di Terni, Macerata, Rimini e Castelpetroso hanno organizzato attività per giovani studenti, mentre il Campo della Solidarietà, a Cecina, ha ospitato bimbi provenienti da aree colpite dal sisma.
«Il Gruppo Rimini, fra le varie attività sociali, opera con la Mensa Opera S. Antonio per i Poveri, in via della Fiera, dove il nostro team sanitario con cadenza bisettimanale, effettua gratuitamente visite mediche per gli ospiti della stessa. Sempre il Gruppo Rimini ha realizzato una serie di incontri informativi legati alle attività di prevenzione nell’ambito di situazioni di emergenza dal titolo “Nonni e nipoti: cosa fare in caso di emergenza” per la F.A.P. Acli, la federazione pensionati e ha approntato, in diverse edizioni, un punto di primo soccorso in occasione del Cartoon Club, manifestazione organizzata dalle Acli Provinciali di Rimini. Naturalmente i volontari del Gruppo Rimini hanno partecipato anche alle più recenti maxi emergenze nazionali, dal terremoto de L’Aquila nel 2009 a quello in Emilia del 2012, le alluvioni in Liguria e Emilia e la più recente terremoto Centro Italia».
Collaborare anche con alcune associazioni o enti, vero?
«È sempre più solida la collaborazione con il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, che ha implementato con il Cisom, le attività e le aree d’intervento in Italia. Medici operativi sugli elicotteri nei Nuclei aerei a Catania e a Sarzana: nel 2018 nel solo nucleo ligure sono stati coinvolti 28 medici con una media annua di 60 soccorsi su navi da crociera, traghetti e assistenza in mare. Operazione Mare Sicuro, nel periodo estivo, necessita della costante presenza dei nostri volontari sulle motovedette della Guardia Costiera che pattugliano le coste italiane nei mesi estivi, mentre nell’undicesimo anno di attività di soccorso sanitario nel Mar Mediterraneo, abbiamo rafforzato ed implementato le attività in collaborazione sul Progetto PASSIM (Primissima Assistenza Sanitaria in Mare ndr). A livello territoriale, collaboriamo con i Coordinamenti di Protezione civile e le varie Associazioni di Protezione civile Comunale. Inoltre, è attivo un protocollo d’intesa con l’Ufficio di Protezione civile della Repubblica di San Marino».
Per quanto riguarda la sanità?
«Gli ambulatori etici di Pisa e Palermo rappresentano una solida attività continuativa dei volontari. Grazie ad un forte radicamento sul territorio, i Gruppi hanno costruito solide relazioni con le amministrazioni locali, effettuando oltre 1000 visite. A cui si aggiunge Catanzaro in cui, nel 2018, è stato aperto un ambulatorio specializzato in patologia pediatrica, otorinolaringoiatria e ginecologia».
Bisogna frequentare dei corsi?
«Formazione ed esercitazioni permettono ai soccorritori di essere efficaci in ogni situazione: il North Emergency Test è organizzato con i volontari dell’Area Nord una volta ogni due anni. In Puglia le squadre sanitarie sono coinvolte nell’U.S.A.R., organizzato dall’associazione Edelweiss con 12 nazioni partecipanti, mentre in Sicilia con la Marina Militare gli aspetti sanitari sono stati affidati alle squadre del Corpo, in una esercitazione interforze. Comunque, tutti i nostri volontari hanno competenze di Protezione civile, attraverso corsi e brevetti, alcuni specifici come, ad esempio, le unità cinofile di ricerca e soccorso. Per quanto concerne il Soccorso Sanitario di base, sono tutti in possesso di brevetti di Primo Soccorso e Basic Life Supporto and Defribillation (BLSD)».
Come vi sostenete e sostenete questi interventi?
«Attraverso donazioni su progetti dedicati, partecipando a bandi nazionali ed internazionali che prevedono progetti a forte vocazione sanitaria e di volontariato sociale. Territorialmente ci sono anche delle iniziative come le giornate di “Salute in Piazza”, dove si effettuano misurazioni gratuite di pressione, glicemia, bmi e colesterolo e attraverso le quali si possono raccogliere fondi, sempre in forma di donazione, libera, sostanzialmente privata. Ma anche banchetti di vario tipo durante le manifestazioni locali. Molto spesso quello che raccogliamo viene in parte o completamente devoluto per altre cause benefiche, come nel caso del piccolo Devis».
Perché è importante che questo corpo continui a fare il proprio lavoro?
«Ti risponderei prendendo spunto da un passo della nostra preghiera del volontario Cisom, che recita: “Perché noi possiamo essere sempre presenti, dove c’è il dolore e il pianto di un uomo […] strumenti di bene ovunque”. Credo che questo sia il motivo principale del perché noi si debba continuare a fare il nostro lavoro, perché nel mondo, soprattutto quello attuale, c’è un immenso bisogno di umanità e di persone umane».
Nicola Luccarelli