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Anche i cani disabili hanno bisogno di una famiglia che li accolga

Anni fa nei canili ci finivano i randagi, cani che vivevano per strada, mangiando i rifiuti; al fine di mantenere un decoro urbano venivano presi dall’allora accalappiacani, oggi recupero, e portati in struttura; ma grazie a delle leggi ad hoc, questa realtà è sempre meno presente, almeno nel nord Italia. In canile, oggi giorno ci finiscono i cani, cosiddetti, aggressivi, diventati così a causa di cattiva gestione da parte dell’uomo, rinunce di proprietà e cani prevenienti da sequestri giudiziari.

Molti di questi cani sono sani e belli, anche se con qualche problema comportamentale che un rieducatore cinofilo (chiamato così perché deve cancellare il comportamento sbagliato e insegnare al cane quello giusto) sa affrontare.
Ma alcuni hanno qualche forma di disabilità: malformazioni e patologie varie tra i quali: problemi cardio-respiratori, o epilessia, leishmania e la lista potrebbe continuare all’infinito. Problemi che spesso non si possono risolvere con un’operazione o con una cura appropriata.
Trovare famiglia a questi cani non è facile, perché deve essere disposta ad amare un cane così impegnativo e a mettere in conto molti sacrifici anche in termini di tempo e di denaro.

Non sempre una famiglia così si riesce a trovare, e spesso un cane handicappato resta in canile per molto tempo, spesso fino alla morte se gli operatori non ci mettono molto del loro: facendo telefonate a destra e a sinistra.
Se non c’è la speranza di una famiglia si può sperare in un volontario con il desiderio di salvare lo sfortunato tra gli sfortunati, ma non sempre questo è possibile, in genere un volontario ha già un altro cane, o non può tenerne per vari motivi.
Spesso questi cani disabili vengono da allevamenti non regolari, diciamo pure abusivi in cui chi li detiene fa accoppiare esemplari della stessa linea di sangue, spesso è l’unica che ha, o ha una femmina che fa accoppiare con il primo maschio che trova, senza preoccuparsi se abbia delle malattie ereditarie o sia portatore sano di una patologia che poi si manifesta nei cuccioli.
Insomma provengono da situazioni disperate, che li condannano in ogni modo possibile.
Spesso risultano inutili i post sui social che si trascinano dietro un sacco di commenti di ogni genere su cui è meglio sorvolare.

E poi ogni tanto arriva qualcuno che riaccende la speranza perché dice:
“Datemi un cane che non vuole nessuno!” e allora si sa che anche un cane handicappato può avere famiglia. Ma questo genere di persone sono rare.

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