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Ambiente, qualità turismo e mobilità: il Piano Strategico di Rimini per i prossimi 20 anni

“Il Piano Strategico di Rimini cambia e, 15 anni dopo, si (ri)fonda”: lo annuncia il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad in una lunga comunicazione. Dove indica anche l’obiettivo per i prossimi 20 anni: “E’ il completamento della rigenerazione urbana lungo tre assi definiti”. Che sono: ambiente, nuova qualità nel sistema turistico, mobilità.

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La dichiarazione del sindaco di Rimini:

Era il 2007 quando, con grande lungimiranza, le istituzioni riminesi costituirono quel Comitato promotore che diede avvio al Piano Strategico di Rimini e del suo territorio e intrapresero il coraggioso processo di condivisione che, di lì a un anno, avrebbe visto nascere l’Associazione Forum Rimini Venture: una realtà che, fin da subito, ha visto aggregare intorno a sé le associazioni provinciali del territorio provinciale riminese e che è cresciuta progressivamente nel tempo arrivando alla settantina di soci che ancora oggi, a distanza di 15 anni, ancora annovera.

In tutti questi anni l’Associazione Forum, anche grazie all’efficiente azione quotidiana dell’Agenzia Piano Strategico, il braccio operativo del Forum, ha ininterrottamente accompagnato l’azione e la determinazione dell’Amministrazione Comunale e di altre Istituzioni locali nel progettare e realizzare quegli interventi, materiali e non, che hanno trasformato radicalmente la qualità urbana della nostra città e avviato processi fortemente innovativi anche nel resto del territorio riminese. Questi progetti danno conto di questa opera di costante affiancamento e di incessante facilitazione che il Piano ha realizzato al fianco di noi tutte istituzioni in questi anni. Al punto che la Romagna tutta si è rivolta a Rimini e al Piano Strategico per sviluppare un percorso di allargamento e condivisione di questa buona pratica territoriale a tutto il territorio romagnolo, con il progetto “Romagna Next” finanziato da ANCI.

Dal 2007 ad oggi il mondo ci è cambiato sotto gli occhi e, con una rapidità dirompente, sta ponendo tutti coloro che operano per il governo e lo sviluppo del territorio a un continuo “stress test”, a crisi che sono divenute la nuova normalità, a veder modificare, giorno dopo giorno, gli scenari in cui operiamo, gli equilibri geopolitici internazionali che condizionano le nostre vite e il nostro operato, le pratiche e i parametri che orientano scelte e azioni di noi tutti.

Eppure, in questa rivoluzione quotidiana in cui viviamo e operiamo, il Piano Strategico è stato, in questi anni, capace di affiancarci nello sviluppare una visione chiara e coraggiosa del percorso da intraprendere, nel vivere e prevenire i cambiamenti del contesto, nell’affrontare crisi drammatiche, come quella economica e quella pandemica cercando di mantenere la coesione fondamentale tra le istituzioni e tra istituzioni e rappresentanze cittadine, più o meno organizzate.

Nato come processo virtuoso e spontaneo di un territorio, il Piano ha acquisito progressiva maturità e autorevolezza fino a divenire uno strumento unico nel suo genere, in questo Paese spesso abituato ad agire nel segno dell’emergenza quotidiana e non in quello della strategia e programmazione a medio-lungo termine.

Ecco perché, consapevoli di questa maturità e autorevolezza conquistate dal Piano col suo lavoro quotidiano in 15 anni, come Enti territoriali abbiamo deciso di far fare a questa realtà un salto di qualità e di proporre la trasformazione del Piano Strategico in una Fondazione di Partecipazione. Si tratta di uno strumento in qualche modo ibrido tra fondazione tradizionale e forme associative, che si differenzia dalle normali Fondazioni specificamente perché prefigura una collaborazione tra gli enti pubblici e le strutture private per fini di interesse pubblico. L’individuazione della Fondazione di Comunità per la “nuova era” del Piano Strategico è stata determinata dal fatto che si tratta di uno strumento utilizzato soprattutto dagli enti pubblici per realizzare progetti e iniziative volti al benessere della collettività, che prevedano anche il coinvolgimento di privati e siano in grado di incanalare risorse per fini di pubblica utilità.

Nelle prossime settimane la proposta verrà discussa anche all’interno dell’Associazione Forum con tutte le realtà che aderiscono al Forum per condividere finalità e modalità di questa trasformazione del Piano Strategico in Fondazione di Partecipazione.

Gli stessi Enti promotori, che fino ad ora hanno orientato l’azione del Piano attraverso un Comitato promotore esterno, hanno condiviso tra loro l’interesse a entrare più direttamente nella Fondazione in un secondo tempo, anche ampliando la propria compagine, in maniera da rafforzare la propria azione propulsiva rispetto al percorso e ai processi che ne scaturiranno nei prossimi mesi e anni ma se sempre rispettando – proprio grazie al tipo di strumento individuato – la terzietà del Piano rispetto a ciascuno dei singoli enti coinvolti e, contestualmente, la sua stretta connessione con le rappresentanze della società civile e una sostanziale flessibilità nell’azione operativa del Piano.

Gli Enti territoriali convengono, peraltro, sul fatto che dotare la comunità di un luogo ancora più strutturato che ha la missione di pensare, studiare, analizzare, perseguire costantemente le soluzioni migliori e più condivise per un futuro realmente sostenibile sia uno degli impegni più lungimiranti, a maggior ragione in tempi volubili e difficili come quelli che stiamo attraversando, che si possano prendere nell’interesse dell’intera comunità riminese e non solo, e in quello delle generazioni che verranno.

Per quanto riguarda Rimini, padre orgoglioso di uno strumento e uno spazio di confronto, idee e concretezza che adesso diventa sempre più adulto e sempre più autonomo, l’orizzonte che viene individuato come strategico per i prossimi 20 anni è il completamento della rigenerazione urbana lungo tre assi definiti: 

  1. Ambiente inteso come sviluppo delle energie naturali e rinnovabili e contrasto al climate change 
  2. Immissione di nuova qualità nel sistema turistico la riorganizzazione e la rinaturalizzazione della spiaggia in armonia con il Parco del Mare e la riqualificazione del comparto ricettivo, necessaria attraverso una precisa pianificazione che se da un lato prende atto- rigenerando, riorganizzando, razionalizzando- di un quadro e di una domanda dei servizi per la vacanza del tutto mutata negli ultimi 40 anni, dall’altro non lascia spazio ad alcuna tentazione o pressione di speculazione edilizia e di nuova ‘riminizzazione’ della fascia turistica che comporterebbe la fine immediata di un modello, di una economia, con perdita di migliaia di posti di lavoro 
  3. La mobilità grande, media e piccola da e per la città. Verso i grandi hub Milano, Venezia, Roma; rilanciando fortemente sull’aeroporto; sviluppando sistemi e reti di trasporto verso le direttrici interne alla provincia, in un quadro finalmente armonico e efficace. 

Jamil Sadegholvaad 

Sindaco di Rimini 

 

 

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