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Alpini querelano “ma nessuna guerra con Rimini”

L’Associazione Nazionale Alpini ha depositato quattro querele per diffamazione. I destinatari sono un politico locale veneto, un giornalista e altre due persone “che hanno infangato il nome dell’ANA”, come riferisce il portavce dell’Associazione Massimo Cortesi. I loro nomi saranno resi noti, com’è ovvio, solo dopo che tutti gli interessati riceveranno le notifiche. Nessuno di loro è romagnolo e anzi Cortesi tiene a precisare: “Non hanno niente a che fare con la vicenda delle presunte molestie avvenute a Rimini. E assolutamente non è stata querelata ‘Non una di meno Rimini’. Anche perchè srabbe stato difficile farlo: non è costituita come associazione, non hanno nè statuto nè presidente e legale rappresentante. Sono un gruppo attivo su internet”.

“Certo – aggiunge Cortesi – ci hanno creato un problema mediatico enorme. Ma niente di querelabile. Quando le nostre amiche denunciano in generale la cultura maschilista e patriarcale non dicono nulla che non si possa che condividere, ma non riguarda certo solo gli Alpini. Quando identificano la nostra adunata quale simbolo di questa cultura invece non siamo d’accordo, ma in ogni caso sono opinioni, non fango sulla nostra Associazione. Invece altri ne hanno gettato, hanno offeso l’ANA indipendentemente dai fatti di Rimini e a loro chiediamo di risponderne”.

ANA che sta continuando a spulciare l’enorme mole di materiale circolato durante l’adunata dal 5 all’8 maggio scorsi: “Se troveremo altre affermazioni diffamatorie siamo pronti a nuove querele”, annuncia Cortesi.

Quanto a Rimini: “Non c’è nessuna guerra con voi, ci mancherebbe altro. C’è stata grande accoglienza, Sindaco e Prefetto ci hanno ringraziato per aver portato l’evento in città. Il dottor Forlenza ci anche scritto una lettera per dirci che Adunata è stata un privilegio e una grande opportunità per la città e che la nostra presenza ‘ha trasformato la città di Rimini per alcuni giorni in città ‘alpina’ offrendo anche testimonianza di assoluto decoro urbano vista la capacità di lasciare pulita la città al commiato’”.

Ma gli Alpini torneranno a Rimini? “Di solito si torna nella stessa città dopo almeno 25 anni – spiega Cortesi – e fra un quarto di secolo chissà cosa può succedere. E soprattutto, chissà quanto Alpini ci saranno ancora”.

I grandi numeri dell’Associazione Nazionale Alpini – 80 Sezioni in Italia e 30 all’estero, oltre 330 mila fra iscritti e aggregati – si devono infatti al servizio di leva obbligatorio, che fino a quando fu in vigore convogliava ogni anno decine di migliaia di giovani nelle cinque Brigate Alpine un tempo esistenti. Dopo l’abolizione della naja nel 2005 e la riorganizzazione delle forze armate su base professionistica, le Brigate si sono ridotte a due e gli effettivi sono drasticamente diminuiti, come è  accaduto in tutti gli eserciti moderni.

 

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