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Alpini, Donne ANPI Santarcangelo: “90 giorni per denunciare, non siete sole fatevi avanti

“Si è conclusa qualche giorno fa la 93sima Adunata Nazionale degli Alpini a Rimini: purtroppo questo evento si è portato con sé polemiche su centinaia di casi di molestie di vario tipo denunciati da Non Una Di Meno Rimini“, dichiara in una nota Coordinamento Donne ANPI Alba Mini Santarcangelo.

E prosegue: “Centinaia di testimonianze sono reperibili online, storie di donne che si sono ritrovate in pericolo, eppure l’ANA (Associazione Nazionale Alpini) ha fatto sapere che se non ci sono denunce allora non sussiste alcuna azione, di fatto non prendendo alcuna distanza dagli accaduti e condannando le vittime. Come Coordinamento Donne ANPI di Santarcangelo, siamo solidali con chi si è sentita in pericolo in questi giorni e con chi ha subito una qualsiasi forma di violenza. La mancata segnalazione delle molestie riporta alla luce molteplici problemi di violenza di genere: il tasso di denuncia è basso perché si teme di non essere credute, di essere invece derise o, peggio ancora, prese di mira per la propria azione”.

“Una madre di una studente dell’Accademia per parrucchieri di Rimini racconta sul web di una agghiacciante esperienza vissuta dalla figlia e dalla insegnante in pieno giorno in centro, in cui alcuni alpini, o presunti tali, hanno tentato di stuprare l’insegnante mettendola in ginocchio di fronte ad una pattuglia della polizia che non è intervenuta, testimonia la donna. In questi giorni si trovava online anche un bigliettino che recita “Se ti senti sola ed annoiata chiama un Alpino dell’Adunata” con un numero di cellulare riportato, nonché un “goliardico” murales che ricorda “ADUNATA DEGLI ALPINI FIGA A NASTRO”. Questi atti di molestie o queste esternazioni machiste sono state bonariamente condannate con la scusa delle mele marce e che in realtà ciò sarebbe pura “goliardia”, anche se un po’ rozza e “sopra le righe”. Ebbene tutto questo non è altro che l’ennesima prova della coniugazione machista tra militarismo, patriarcato e cultura dello stupro, in cui la società civile avvalla e minimizza questi comportamenti bollandoli come folcloristici e non gravi, in barba all’articolo 52 della Costituzione, secondo cui le forze armate si informano allo spirito democratico della Repubblica”.

“A fare la spesa di tutto sono, come sempre, le donne e le persone più deboli, che si ritrovano ancora una volta senza tutele o, peggio ancora, credibilità. La cultura dello stupro è una piaga che seriamente investe la nostra cultura e il nostro modello sociale, non una dissertazione da salottino radical chic (anzi, radical scic): al contrario riguarda tuttз. Invitiamo chi fosse nella possibilità di segnalare o denunciare le molestie subite agli organi preposti, non siete sole. Ricordiamo che la denuncia può essere effettuata entro i novanta giorni dall’accaduto”, conclude il Coordinamento Donne ANPI Alba Mini Santarcangelo.

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