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Alpini, ancora polemiche. Turismo senza dati veri. Gnassi, la Notte Rosa e le date

Gli Alpini, polemica continua fuori luogo

Questa settimana ha ritenuto banco la vicenda delle molestie sessuali all’adunata degli Alpini. Il motivo è la richiesta di archiviare da parte della Procura della Repubblica di Rimini la denuncia fatta da una ragazza di 25 anni. Nell’esposto la ragazza aveva raccontato che nel pomeriggio di sabato 7 maggio, mentre si trovava tra la folla del centro di Rimini con un’amica, tre partecipanti al raduno degli Alpini l’avrebbero strattonata per un braccio, trattenuta e invitata con frasi a sfondo sessuale. La richiesta della Procura di archiviazione deriva dall’impossibilità di individuare gli autori e non perché fosse infondata. Ne deriva che tutti i commenti di richiesta di scuse sono semplicemente fuori luogo e quelli sì privi di fondamento. Spiace che anche l’associazione Nazionale Alpini dopo questa richiesta di archiviazione abbia commentato, a mio parere, di nuovo male. Nessuno ha sparato sugli Alpini e tanto meno sull’adunata. Ma vi sono stati fatti spiacevoli di molestie sessiste raccontate da numerose persone. Fatti successi anche in altre adunate. L’Associazione Alpini ha tutti gli strumenti affinché episodi di questo tipo non succedano più al di là delle inchieste delle Procure. E’ un modo per rafforzare il grande prestigio che hanno gli alpini nel nostro paese.

 

Turismo 1. Non bastano solo i dati di arrivi e presenze

Le presenze turistiche non vanno lette solo in termini quantitativi di arrivi, permanenza, occupazione camere. Vanno lette anche in termini qualitativi. Innanzitutto, sul piano del fatturato e delle marginalità – diremo guadagno, per farci capire meglio – che originano per le attività ricettive. Se qualcuno si vanta di avere il pieno in albergo, ma ha una bassa marginalità a causa dei prezzi bassi che pratica, la sua marginalità sarà inferiore anche rispetto al collega che ha il ’pienino’ ma riesce, per il tipo di ospitalità che offre, a praticare prezzi più alti”. Lo ha scritto Gabriele Bucci ex direttore dell’associazione albergatori di Rimini  ed ora leader dell’opposizione di centrosinistra nel Comune di Bellaria. Condivido e sottoscrivo. Purtroppo la fanno da padrone i dati quantitativi, nessuna analisi sulla qualità del turismo. Non è facile, tuttavia occorre provarci per capire come intervenire con le politiche.

Gabriele Bucci ex direttore AIA e consigliere comunale a Bellaria

Turismo 2. Si lavora solo nei fine settimana

Alcuni imprenditori riminesi del turismo stanno sollevando un problema presente da anni, ma che si sta sempre più accentuando. La progressiva propensione di una riviera vocata al weekend e poco alla vacanza principale (per chi se lo può permettere) di una settimana o più. Questo unito ad una stagione che fatica a raggiungere i 60 giorni con percentuali di riempimento importanti, rischia di aggravare la situazione di imprese turistiche che faticano a stare sul mercato. Non è questo il momento per aprire queste analisi. Si dovranno tirare le somme a fine stagione. Importante è non dimenticarsi degli aspetti qualitativi del nostro turismo e non fermarsi solo ai numeri di arrivi e presenze. Altrimenti si perde un’opportunità.

 

Gnassi la Notte Rosa e le date sbagliate

Dice Andrea Gnassi in un’intervista al Corriere di Romagna di qualche giorno fa: “Quando venne il Dalai Lama a Rimini nel 2005 feci un aperitivo dalla Iole sul molo con Antonio Campo dell’Orto (allora amministratore delegato di MTV) per raccontargli la mia idea (Notte Rosa Ndr). Mi disse di non parlarne con nessuno e di registrare il logo, così il giorno dopo l’ho fatto ed in seguito ho presentato il progetto agli operatori economici riminesi durante un workshop a Santo Domingo.”

Evidentemente Andrea Gnassi fa confusione di date. Il marchio della Notte Rosa è stato registrato nel 2006 (11\09\2006) dopo la prima edizione dell’evento e ovviamente dopo il workshop di Santo Domingo che avvenne a novembre 2005. Lo testimonia il documento allegato del Ministero dell’economia ufficio brevetti e marchi.

D’altra parte, chi c’era a quel workshop a Santo Domingo (io tra questi) ricorda bene che Andrea Gnassi non presentò proprio nulla. Dice Gabriele Bucci (allora direttore dell’associazione albergatori di Rimini) intervistato da Riminiduepuntozero  e presente a Santo Domingo: “Il tema era inventare una manifestazione che potesse dare un senso ad una notte “buona”, popolare, che avesse anche uno spirito più diffuso rispetto alla notte dei locali da ballo, partendo dall’idea di sviluppare Gradisca, tenendo quindi insieme la vocazione enogastronomica e la tradizionale ospitalità romagnola, in una dimensione che unisse nella cornice della notte, locali da ballo, musica, creatività. Il tutto fu favorito dal fatto che in quella convention c’erano tutti i soggetti, pubblici e privati, compresi i rappresentanti del mondo della notte.” Questi i fatti. La Notte Rosa fu ideata in quella convention e poi portata avanti da chi ne aveva titolo ad iniziare dalla provincia dove Gnassi era assessore al turismo e Unione prodotto Costa con Vittorio Ciocca e Guido Forcellini . Vero che nella “vulgata” corrente Gnassi passa per l’ideatore della Notte Rosa perché nessuno ha mai controbattuto ai racconti romanzati dello stesso Gnassi sulla paternità dell’evento. Solo per la storia di un evento che continua ad avere un notevole successo.

Maurizio Melucci

Andrea Gnassi

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