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“Almeno 50% della spiaggia sia libera”: le proposte shock di Co.Na.Ma.L. al Senato

Audizione questa sera alle 20.30 nella X commissione del  Senato 8 febbraio sulle concessioni demaniali del Coordinamento Nazionale Mare Libero (Co.Na.Ma.L.) presieduto dall’avvocato Roberto Biagini. Le audizioni sono in preparazione dell’approvazione della legge sulla concorrenza. L’accelerazione data dalla sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni demaniali (tutte a gara entro il 2023) ha portato ad una accelerazione anche della legge di riordino. Ora sarà il governo a decidere se intervenire nella legge concorrenza o con un’apposita legge sul demanio turistico.

Queste le proposte che verranno presentate ai Senatori. Proposte nette, alcune che rivoluzionerebbero l’attuale assetto delle spiagge italiane.

  • Restituire il mare alla comunità: vogliamo che sia sempre garantita la massima visibilità, la totale accessibilità e la piena fruibilità del mare e delle spiagge. Chiediamo che venga ristabilita la giusta e corretta gerarchia dell’ uso e della funzionalizzazione dei beni demaniali marittimi, delle spiagge. La corretta lettura, costituzionalmente orientata, del “bene demanio marittimo” che troviamo nel codice civile e nel codice della navigazione, impone di ristabilire il giusto rapporto tra regola ed eccezione: i beni pubblici devono essere primariamente al servizio della collettività generalizzata e solo in determinati casi, secondariamente ed eccezionalmente, possono essere “concessi” al privato per finalità di sfruttamento economico. Ed anche in questo caso è doveroso riaffermare sui beni pubblici i principi democratici riaffermando “la sostanza fisiologica” del regime concessorio.
  • Prevedere una percentuale minima “nazionale” di spiagge libere da rapportarsi a “livello comunale” (come statuito dalla Corte di Giustizia dell’ Unione Europea e dal Consiglio di Sato quando rapportano la “scarsità di risorse a livello dell’ ente locale comunale – e non nelle vicinanze di foci dei fiumi o di fosse di scolo-) in quanto le concessioni vengono rilasciate dagli enti locali territoriali comunali. Tale percentuale non deve essere inferiore al 50% delle spiagge presenti ad oggi in ogni singolo comune  con possibilità per le varie regioni di ampliarla ma non diminuirla a seconda delle varie morfologie territoriali.
  • Capitanerie di Porto di concerto con gli enti locali e con l’Agenzia del Demanio competente per territorio, si adoperino per esercitare le loro competenze in tema di incameramento dei beni “non facilmente amovibili” come previsto dall’ art. 49 del codice della navigazione per valorizzare il patrimonio immobiliare dello Stato e poi destinarlo eventualmente a scopi di pubblica utilità ( con modalità concessorie turistico-ricreativa ma anche no).
  • L’introito dei canoni demaniali (certamente rivisti e proporzionati al valore reale di mercato del bene demaniale oggetto di concessione) venga gestito direttamente dagli enti comunali in modo da eliminare la discrasia stigmatizzata dalla Corte dei Conti tra gestione (a carico dei comuni) e benefici (a vantaggio dello Stato) e in modo che i comuni stessi possano accollarsi la gestione diretta di altri servizi pubblici essenziali tipo quello del salvamento.
  • Le associazioni portatrici di interessi diffusi e collettivi a tutela dei beni pubblici partecipino con la stessa dignità dei rappresentati dei balneari ad ogni tavolo di discussione nazionale e locale

Dopo l’intervento dell’avvocato Biagini è intervenuto il presidente (Lega) cha dichiarato che non era d’accordo con le proposte avanzata dal presidente del Co.NL’associazione. Dalle spiagge libere al servizio di salvamentoa.Ma.L. Daniela Santanchè (Fratelli d’Italia) ha chiesto a Biagini come intende pagare la gestione del 50% delle spiagge libere richieste. La risposta non si è fatta attendere: “con la rimodulazione dei canoni, ha sostenuto Biagini, rivalutando i beni del demanio”

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