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Alberghi senza qualità, Gnassi non aiuta il Pd, silenzio sul birrodromo, Alta Velocità di Bonaccini

La qualità degli alberghi non abita qui

L’indagine annuale sulla qualità della vita del Sole24ore consegna sempre qualche sorpresa. Questa volta mi sono balzate agli occhi due classifiche. Siamo la provincia prima in Italia per posti letto. Non è una novità da tanti anni è così. Negativa la seconda classifica. Siamo praticamente all’ultimo posto in Italia per qualità degli alberghi (104°). Quest’ultimo aspetto è stato “nascosto” su tutti i quotidiani locali e nei commenti (a parte Chiamamicitta.it). E’ l’aspetto che avrebbe dovuto far riflettere di più. Invece nulla. Le nostre strutture ricettive hanno necessità urgente di un grande progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana. Riqualificazione e riduzione delle strutture ricettive, nuovi servizi collettivi, parcheggi e spazi verdi. Se pensiamo di vincere la sfida della competizione con il bonus facciate (meglio di niente) e l’arredo urbano diamo una lettura sbagliata della realtà. Questo progetto necessità di due gambe. Una finanziaria da parte del Governo. Il Pnrr è l’occasione. L’altra gamba necessaria è la pianificazione urbanistica. Purtroppo, su questo versante siamo molto indietro. Mancano analisi e proposta. I comuni non hanno neanche recepito le norme dei condhotel, che possono rappresentare una risposta per il riutilizzo delle ex colonie.  Rischiamo di perdere una grande occasione.

La buona politica senza Gnassi

Il Resto del Carlino nei giorni scorsi ha pubblicato i contributi degli eletti (e non solo) alle forze politiche. I dati sono certificati, provengono dalla Camera dei Deputati. Una bell’iniziativa del quotidiano per discutere di come si finanzia la politica. In questo caso in modo trasparente e tracciabile. Da giugno 2020 a settembre 2021 il Partito Democratico ha ricevuto dagli eletti nelle istituzioni ed enti del territorio riminese circa 120mila euro. Anche nelle altre forze politiche una parte dell’indennità percepita viene data ai loro partiti di riferimento. I 5 Stelle, invece devolvono una parte delle indennità di parlamentari per iniziative d’interesse pubblico. Emma Petitti, che versa di più di altri al Pd (è in proporzione all’indennità), ha aggiunto una considerazione coraggiosa. ”È necessario ripristinare un finanziamento pubblico per i partiti”. Occorre trovare le forme corrette ma è una proposta che condivido. In tutto questo vi è una sola nota stonata. Andrea Gnassi, sindaco di Rimini fino ad ottobre non ha mai contribuito, negli anni passati, al Pd. Ignoti i motivi. Mi aspettavo una nota del Pd o da parte di Gnassi. Nulla. Un’occasione persa per la trasparenza e correttezza rispetto a chi ha contribuito al Pd.

Birrodromo senza risposta

Avevo posto, nelle settimane scorse, qualche domanda sull’apertura di un pubblico esercizio (un birrodromo come annunciato sui quotidiani locali) nei locali di proprietà di Start Romagna nel parcheggio delle ex ferrovie Padane in piazzale Clementini. Le mie domande sono rimaste tali. Nessuna risposta. Nella democrazia 3.0 vigente a Rimini funziona così. Se si sollevano problemi si preferisce non rispondere. In questo modo, evidentemente vi è chi pensa che il problema prima o poi scompaia. Non è così. Infatti, le domande, con caratteristiche diverse ma simili sono state presentata con una interrogazione in Consiglio Comunale, giovedì scorso, da parte del consigliere della Lega Luca De Sio. All’interrogazione ha risposto l’assessora Roberta Frisoni che ha chiarito che la procedura urbanistica di cambio di destinazione si è svolta in modo corretto rispettando i vincoli della soprintendenza e gli standard urbanistici. Rimangono aperte le due domande principali. Con quale procedura di evidenza pubblica Start Romagna ha assegnato la gestione al privato e con quale canone di concessione? La risposta, ha dichiarato l’assessora, arriverà da parte di Start (competente della procedura) nei prossimi giorni. A me pare abbastanza singolare che dopo settimane Start Romagna non sia in grado di dire come avvenuta l’assegnazione dell’immobile ad un privato per realizzarci un pubblico esercizio. Indicare quando è stato fatto il bando e con quale caratteristiche è abbastanza semplice. Attenderemo comunque la risposta fiduciosi.

Bonaccini boccia Confindustria ad Alta Velocità

Nei mesi scorsi Confindustria Romagna aveva proposto di realizzare una linea alta velocità tra Bologna a Rimini con la realizzazione di una nuova stazione a Pievesestina ritenuta baricentrica in Romagna. Una proposta che a mio parere è una follia tecnica ed ambientale. Non ha nessuna motivazione. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini presentando il piano per la mobilità sostenibile ha chiuso questa discussione. “Se ne facciamo una in ogni città non è più Alta velocità e a Rimini c’è già” ha sottolineato Bonaccini. E se il Pnrr è “una grande occasione”, occorre “evitare di usarla per fare progetti per vincere le elezioni di domani”. Per la tratta Bologna-Rimini-Bari-Lecce “c’è un investimento da 140 milioni di euro per velocizzarla”. Condivido tutto. La strada è quella. Il piano che ha risorse finanziarie per 3,6 miliardi di euro prevede per il nostro territorio anche un altro progetto strategico. La realizzazione del trasporto rapido costiero da Cattolica a Comacchio. Un’opera strategica per la mobilità costiera e per connettere tutte le eccellenze presenti sui territori costieri.

Lo sciopero della Cgil e Uil

Ieri sono morti tre operai a Torino per il crollo di una gru. Due bambini di due e quattro anni sono morti per un incendio in un campo nomadi abusivo e in condizioni inumane a Foggia. L’Istat ci dice che vi sono due milioni di famiglie in povertà assoluta (circa 6 milioni di individui). Siamo l’unico paese in Europa in cui le retribuzioni lorde si sono ridotte rispetto a trent’anni fa (-3%). La legge contro le delocalizzazioni delle imprese sta trovando una soluzione solo ora con un emendamento alla legge di bilancio. A fronte di tutto questo, il dibattito di questi giorni è stato se era giusto lo sciopero della Cgil e Uil. Si lo era. La politica riformista del governo non sempre va nella direzione del riequilibrio tra i ceti sociali. Per questo è necessaria talvolta ricordare la situazione pesante e di squilibrio del Paese anche con iniziative forti come lo sciopero generale.

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