Hmmmm, al pisghéini! Un vero trionfo dei sensi.
In Romagna non ci sono molti dolci tradizionali: ciambella, zuppa inglese, i dolci di carnevale…
Le pesche dolci che proponiamo oggi sono, in un certo senso, una variante della zuppa inglese, visto che gli ingredienti e i colori sono pressoché gli stessi.
Al pisghéini, in diverse famiglie romagnole, si preparavano per Capodanno e per l’Epifania. In ambedue le occasioni le peschine venivano offerte ai visitatori notturni (“dolcetto o scherzetto” di Halloween non è un’invenzione anglosassone), cioè ai gruppi di bambini, ragazzi e uomini (rigorosamente maschi) che andavano di casa in casa ad augurare “buon anno buon anno felicità per tutto l’anno” e a “cantare la Pasquella”.
La preparazione inizia dalle noci, anche se queste non fanno parte degli ingredienti. Frase sibillina?
Nient’affatto: sentiamo cosa racconta in proposito una bambina di allora: “In casa mia già verso Natale si dava il via alla preparazione delle peschine, tenendo da parte i mezzi gusci delle noci che si mangiavano per le feste, stando bene attenti a non romperli. Alla mamma ne sarebbero serviti molti, da utilizzare come formine per le mezze pesche di pasta frolla. E quindi ci raccomandava di aprirle con attenzione!”
Navigando su internet, abbiamo trovato molte versioni di questi dolcetti, dove, invece dei gusci di noce, per dare la forma concava all’impasto si scava con un cucchiaio il biscotto. Che spreco!
Mille volte meglio usare il metodo di una volta, attento a non buttare via le cose buone e occasione di coinvolgere tutti i familiari in quello che, alla fine, diventava una sorta di gioco collettivo.
Quindi, bando alle ciance, ecco di seguito la ricetta completa delle peschine dolci romagnole, nella versione più tradizionale.
INGREDIENTI:
Per i gusci di pastafrolla:
450 gr farina 00
50 gr fecola
175 gr burro
25 gr strutto
180 gr zucchero
2 uova
20 gr latte
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Per il decoro:
zucchero semolato e alkermes
Per la farcitura:
crema pasticcera gialla (preparata con circa mezzo litro di latte) e altrettanto di crema al cioccolato (come la gialla, ma con aggiunta di polvere di cacao).
PROCEDIMENTO
Per i gusci di biscotto, impastare gli ingredienti velocemente. Lasciare riposare l’impasto in frigorifero, coperto con pellicola trasparente, per almeno un’ora. Preparare due teglie da forno: foderarle di carta da forno (o ungerle con strutto o burro) e posizionarci sopra i mezzi gusci di noce, preventivamente unti con strutto o burro, piuttosto distanziati l’uno dall’altro.
Stendere l’impasto con un matterello come per preparare dei biscotti, fino ad ottenere una sfoglia spessa circa mezzo centimetro. Ricavarne delle formine rotonde, eventualmente usando un bicchiere, che siano un poco più grandi del guscio di noce. Continuare finché rimane impasto.
Appoggiare ogni disco di pasta sul guscio unto in modo che aderisca bene.
Informare la teglia a 170° per circa 8 minuti (non devono colorarsi troppo).
Tolta la teglia dal forno, la si lascia raffreddare qualche minuto. Poi si tolgono i gusci di noce stando bene attenti a non rompere le mezze pesche, che vanno lasciate raffreddare ed asciugare bene, lasciandole anche mezza giornata possibilmente appoggiate su una griglia.
Nel frattempo si preparano le creme, che si lasciano intiepidire in ciotole separate.
A questo punto, aiutandosi con un cucchiaio, si può iniziare a farcire le mezze pesche: una parte con la crema gialla e l’altra con quella scura. Le due parti con le creme diverse vanno quindi accoppiate, formando così, finalmente, delle peschine intere. Queste vanno passate velocemente in un piatto fondo dove avremo versato un dito di liquore Alkermes e poi, subito, arrotolate delicatamente in un altro piatto con lo zucchero semolato.
Ecco, il trionfo della golosità è pronto. Appoggiate una accanto all’altra su di un vassoio o un piatto di portata, vanno in frigorifero per qualche ora.
Da gustare con devozione, prendendole delicatamente fra le dita.
Spezzarle prima di portarle alla bocca per vedere come sono fatte dentro? O morsicarle direttamente, così come si farebbe con una succosa pesca matura?
… questo è l’unico dilemma che rimane…