Meno vincoli da Bruxelles per le produzioni integrate nel settore dell’ortofrutta. D’ora in poi sarà infatti l’Op, cioè l’organizzazione dei produttori, e non la singola azienda agricola, il soggetto tenuto a rispettare le regole previste nell’ambito dell’Ocm (Organizzazione comune di mercato). È quanto precisa, in una lettera ai ministeri dell’Agricoltura italiano, francese e spagnolo la Commissione Europea, modificando così un’interpretazione data nel marzo scorso e ristabilendo quanto previsto fino al 2015.
“E’ un risultato importante per l’agricoltura europea e per quella emiliano-romagnola che premia, oltre al lavoro dei ministeri dei tre principali Paesi ortofrutticoli, anche l’impegno di Areflh e valorizza il ruolo delle Op nella gestione di tecniche rispettose dell’ambiente – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli –. In qualità di presidente di Areflh, l’associazione delle Regioni ortofrutticole europee, ho incontrato nel settembre scorso i responsabili Ocm della Commissione per segnalare le criticità collegate alla precedente interpretazione, criticità che nella sola Emilia-Romagna avevano portato in un anno a un calo delle superfici orticole a produzione integrata dell’82% nell’ambito dell’Ocm”.
“Grazie al lavoro congiunto dei ministeri di Italia, Francia e Spagna – prosegue Caselli – la Commissione ha riconosciuto la correttezza della posizione espressa da Areflh e ha stabilito che gli aiuti per le azioni agro-ambientali previste nei programmi operativi dell’Ocm si applicano all’insieme delle superfici impegnate dall’Op e non ad una specifica particella, come invece definito dall’interpretazione del marzo scorso”. “Ciò consente di riattribuire alle Op il ruolo essenziale di programmazione colturale e di riconoscere appieno gli impegni sull’integrato dei produttori di orticole annuali, con ricadute positive anche sul lato ambientale dal punto di vista della riduzione dell’utilizzo di concimi chimici, fitofarmaci e risorse idriche”.
“Questo risultato – conclude l’assessore Caselli – dimostra quanto sia importante lavorare all’interno di associazioni e reti di regioni europee come Areflh che consentono di confrontarsi direttamente con la Commissione portando all’attenzione dei decisori europei le necessità del nostro territorio”.