Nel crepuscolo che ha perso l’equilibrio
un uccello libero spicca un volo sghembo
a terra c’è solo il seminato
silenzio indicibile
e insopportabile
attesa
Ieri era tutto più bello il canto
tra le fronde degli alberi
tra i miei capelli il vento
tra le tue mani tese
il sole
Ora nevica sulle mie palpebre
il mio corpo
è pesante come roccia
e non c’è motivo di cambiare marciapiede
e non c’è motivo per
andare alle montagne
Agota Kristof (Csikvánd [Ungheria], 1935 – Neuchâtel [Svizzera] 2011)