“Con 558 voti a favore, 43 contrari e 35 astenuti, l’Aula di Strasburgo ha approvato il mio report di iniziativa sul Mediterraneo” – dice Marco Affronte, visibilmente soddisfatto dopo la discussione di ieri sera e il voto odierno – “Probabilmente questo è la tematica cui tengo maggiormente in tutta la Legislatura, ci lavoro da quasi un anno. Si tratta del lavoro più organico e completo che offre una visuale ampliata agli aspetti socio-economici – e non solo quelli della pesca – che ruotano attorno al bacino del Mediterraneo, così affascinante e ricco di storia. Il Mare Nostrum è troppo spesso al centro delle cronache per la tragedia dei migranti che ogni giorno vi perdono lo vita, viceversa non occuperebbe mai una riga sui giornali. Eppure è una delle zone al mondo con la maggiore biodiversità (oltre 17.000 specie) cui attorno gira la vita di milioni di persone, europee e non. Purtroppo sappiamo” – prosegue Affronte, Eurodeputato indipendente del Gruppo Verdi/ALE, che ha già visto diventare Regolamento Europeo il suo dossier sulla Raccolta Dati di Pesca – “che il livello complessivo delle risorse ittiche sovra-pescate è più del doppio o del triplo del livello del Massimo Rendimento Sostenibile. Pesca intensiva dunque, ma certamente il Mediterraneo paga anche l’eccesso di fertilizzanti scaricati dalle agro-industrie, l’inquinamento, le modifiche della costa e dell’habitat, l’intenso traffico marittimo, le trivellazioni. Siamo in emergenza? Credo sia una parola abusata. Siamo oltre l’emergenza, oltre la crisi. Siamo al punto di non ritorno per il Mar Mediterraneo. O cambiamo rotta o diventerà uno stagno morto. Nel mio rapporto si punta su una pesca più sostenibile, grazie ad attrezzi maggiormente selettivi, a fermi biologici ritagliati su misura, alla chiusura delle aree nursery, ai vantaggi per la pesca artigianale sulle risorse preferenziali, alla cooperazione coi Paesi Terzi. Potrebbe essere necessario introdurre quote su alcune specie sovra-sfruttate e, sempre con il supporto di adeguati dati scientifici, il necessario rispetto della taglia minima. Tutto questo non potrebbe essere fatto senza un maggiore controllo sulle attività di pesca illegale, accompagnate da misure speciali per chi infrange le regole e non possiede la licenza. E’ previsto poi un migliore controllo della filiera fino al mercato ittico con informazioni al consumatore più esaustive e un coinvolgimento più partecipativo delle organizzazioni di pesca regionali nel processo decisionale, in linea con la Regionalizzazione menzionata nella Politica Comune della Pesca. Spesso siamo attaccati dai pescatori, che vedono ‘i politici europei’ come i loro affamatori. Non credo sia così: è indispensabile capire che non esiste sostenibilità socioeconomica per tutti se non ci sono stock ittici e risorse naturali in buona salute, e – soprattutto – che impoverire oggi il mare significa non averlo domani. Grazie al confronto con gli altri deputati credo che il Report ne sia uscito rafforzato” – conclude l’Eurodeputato – “e siamo arrivati ad un buon documento che ora è la voce comune del Parlamento Europeo, di cui la Commissione Europea ha già detto che terrà conto nella sua azione di tutela del Mare Mediterraneo”.