Il recente disvelamento di affreschi in una cappella laterale di S. Agostino, attribuibili forse ad un periodo compreso fra gli ultimi anni del Trecento e i primi del Quattrocento, ha subito innescato una serie di domande sulla loro possibile attribuzione. Non sarà facile sciogliere l’interrogativo; e in ogni caso occorre attenderne la completa apparizione per ricevere più precise indicazioni stilistiche e cronologiche.
Nel frattempo si può solamente fare una rassegna dei pittori che le fonti d’archivio attestano a Rimini nel suddetto arco temporale. Intanto sono fuori discussione i pittori del primo Trecento, quelli che hanno dato vita alla notissima “Scuola”. Si dice comunemente che sia stata la peste del 1348 a determinarne la scomparsa. In verità per molti di loro la morte è avvenuta prima: se è vero che la loro attività professionale è attestata fin dall’ultimo decennio del Duecento, allora negli anni della peste erano già defunti da qualche tempo o quantomeno vecchissimi.
Relativamente alla seconda metà del Trecento, i documenti segnalano la presenza di questi pittori:
– Giovanni di Acorso (o Acorsino), della contrada S. Bartolo, attivo 1370-1399;
– Giovannino di Almerico, della contrada S. Silvestro, attivo 1379-1401;
– Antonio di Giacomello da Imola, della contrada S. Martino, attivo 1379-1384;
– Cantarino, attivo 1397;
– Bitino di Francesco da Faenza, della contrada S. Innocenza, attivo 1398-1415.
Per nessuno di costoro è segnalata una presenza nei cantieri di S. Agostino. Quanto a Bitino da Faenza, si conoscono alcune opere, fra cui il noto polittico di S. Giuliano. Si ha notizia che un tempo in S. Agostino esisteva una “ancona” datata 1388, a firma dei pittori Andrea e Giovanni da Venezia; ma tali opere erano caratterizzate da spiccata mobilità e d’altra parte gli autori operavano in studio e di solito non avevano alcuna relazione con le sedi di destinazione dei loro dipinti.(nella immagini, gli affreschi del XV secolo nella chiesa di S. Agostino, sopra lo zoccolo che delimita la decorazione trecentesca del coro)(nella immagini, gli affreschi del XV secolo nella chiesa di S. Agostino, sopra lo zoccolo che delimita la decorazione trecentesca del coro)
I pittori segnalati a Rimini nei primi anni del Quattrocento sono questi:
– Giuliano di Ugolino da Faenza, della contrada S. Cataldo, attivo 1404-1436;
– Giovanni di Nicola, della contrada S. Simone, attivo 1406-1441;
– Giuliano di Nicola, della contrada S. Simone, suo fratello, attivo 1406;
– Bartolomeo di Tomasino Vaccarini da Modena, della contrada S. Tomaso, attivo 1416;
– Ambrogio di Bitino, della contrada SS. Giovanni e Paolo, attivo 1427-1478;
– Francesco di Giovanni di Nicola, della contrada S. Simone, attivo 1436-1477.
Nessuno di costoro risulta documentato nei cantieri di S. Agostino. Tuttavia Francesco di Giovanni, il 26 ottobre 1464, compare come testimone in un atto stipulato in quel monastero: potrebbe (ma è solo un’ipotesi) essere indizio di un suo impegno professionale colà.
Ritornando agli affreschi in fase di scoprimento, sarà interessante vedere se sono in qualche modo ricollegabili alle opere di cui è rimasto qualche frammento nello zoccolo sottostante la decorazione trecentesca del coro, sempre in S. Agostino. Piuttosto trascurate, nonostante la loro elevata qualità, sono state poste all’attenzione critica da Carlo Volpe nel 1965, definendone l’autore un “candido e squisito poeta”.
Con particolare riguardo al frammento che raffigura la Madonna, due angeli e un santo, più di recente Daniele Benati, considerata “la tenerezza d’incarnato e la dolce sentimentalità” caratterizzante l’angioletto di destra, vi ha ipotizzato la mano di Bitino da Faenza.
Attendiamo con interesse gli sviluppi e le indicazioni che ne scaturiranno.
Oreste Delucca
(nella immagini, gli affreschi del XV secolo nella chiesa di S. Agostino, sopra lo zoccolo che delimita la decorazione trecentesca del coro)