Voleva affittare un appartamento per la figlia studentessa a Bologna ma è incappato in un truffatore informatico che gli ha portato via 1.400 euro. E’ successo al un 60 enne di Pennabilli, che quando si è reso conto del “bidone” è corso alla caserma dei Carabinieri.
Ai militari l’uomo ha raccontato che ai primi di ottobre aveva trovato su un sito web un inserzione dove si offriva un appartamento in affitto a Bologna con un prezzo abbordabile. Proprio quello che poteva fare caso a sua figlia che studia a Bologna. Dopo le prime verifiche, il sito pareva sicuro e sono iniziate le trattative telefoniche. L’inserzionista per concludere il contratto richiedeva per caparra il versamento di due cauzioni anticipate, per un totale di 1.400 Euro, tramite versamento su un conto corrente da lui indicato.
Dopo aver effettuato i pagamenti, il 60 enne aveva atteso indicazioni per la consegna dell’appartamento. Questo, come pattuito, sarebbe dovuto essere già libero e pronto per essere abitato nel giro di qualche giorno. Tuttavia passati invano 10 giorni senza aver ricevuto notizie, nuovo tentativo di contattare l’inserzionista: svanito nel nulla.
Le indagini dei Carabinieri hanno avuto inizio attraverso i movimenti dell’Iban. Dalla loro analisi i militari dell’Arma riuscivano a rintracciare il colpevole, un 43enne residente a Milano, plurisegnalato per lo stesso reato, che ricorrendo ad un collaudato “modus operandi”, simulava la compravendita on-line di appartamenti, ingannando poi gli acquirenti, che versavano la somma pattuita tramite bonifico postale o bancario senza mai entrare in possesso dell’abitazione, rendendosi poi irreperibile.
La tecnica utilizzata dal truffatore era sempre la stessa: utilizzava un numero di cellulareintestato ad una persona estranea ai fatti, poi tramite un indirizzo mail creato con un falso account divulgava su alcuni siti gli annunci dove offriva i suoi appartamenti fantasma a prezzi competitivi. Quando la persona interessata la contattava, si faceva accreditare le somme di denaro tramite bonifico postale o bancario, promettendo un incontro per la consegna delle chiavi entro pochi giorni. Però, dopo aver incassato il denaro, si faceva di nebbia anche il telefono di riferimento veniva disattivato.
A termine degli accertamenti, per il truffatore è scattava la denuncia all’Autorità Giudiziaria di Rimini.