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Affari e cultura in cinese ma con accento romagnolo

Ha aperto tre anni fa nel cuore di Rimini, l’”Associazione generale di commercio Italia – Cina sezione adriatica”, attività di import e export gestita da Riccardo Zhou e i suoi genitori.

Un giorno passando per via Dante Alighieri ho notato una marea di famiglie cinesi di fronte a questo locale, e mi sono subito chiesta che evento o incontro potesse esserci. Così, incuriosita, l’altro ieri ho deciso di entrare nella sede fare qualche domanda.

Mi riceve Riccardo Zhou, che, a parte i tratti somatici, ha poco dell’orientale. È sì di origine cinese, ma è nato a Civitavecchia, si è diplomato al liceo scientifico di Pesaro e, terminati gli studi, si è trasferito a Rimini. Inoltre ha un accento romagnolo marcato, quasi come il mio.

Insomma, mentre prendo appunti sul block-notes e non lo guardo, mi sembra di parlare proprio con un autentico romagnolo.

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Riccardo Zhou

Ma in cosa consiste la sua attività di trading tra Italia- Cina?

L’agenzia fa da ponte a un gran numero di imprese italiane e cinesi, e oggi può vantare la collaborazione con la piattaforma di investimenti “Only Italia”, fondata nel 2011 dall’ex Presidente della Camera Irene Pivetti.

Con “Only Italia” Riccardo aggrega aziende di vari settori merceologici (alimentare, tecnologico, innovazione, automobilistico, abbigliamento, start up…). , ubicate in giro per la nostra penisola. Si occupa inoltre della consulenza delle imprese dello Stivale che riempiono il Food Industrial Park di Yangzhou, sovvenzionato dal Governo cinese e inaugurato lo scorso anno. Si tratta di una parco mastodontico, che si estende per 4 milioni di metri quadri, di cui un quarto è stato realizzato appositamente per le aziende italiane. Lo scopo del raggrupparle  sta nel diffondere in Cina l’eccellenza del Made in Italy in Oriente e nel resto del mondo. Vi possiamo trovare, ad esempio, il “Jiangsu Xinnong Food Public Bonded Warehouse”, una piattaforma di stoccaggio oltre ad essere una free trade zone, dove le merci possono essere depositate senza pagare i dazi doganali fino all’ ordine e alla conseguente vendita, coinvolgendo diverse aziende di vari paesi europei specializzate nella distribuzione di vino e birra, per incrementare i profitti e razionalizzare i costi del commercio internazionale.

Ma non finisce qui. L’ufficio riminese per rafforzare ancora di più il gemellaggio italo – cinese organizza viaggi business dalla Cina all’Italia e viceversa per far sì che gli imprenditori aggancino nuovi rapporti e consolidino relazioni commerciali, oltre a conoscere in maniera diretta il territorio in cui forse esporteranno i loro prodotti.

Riccardo aggiunge che assieme la famiglia non fa solo questo. Sua madre lavora in un altro ufficio, a pochi metri di distanza in una via adiacente, denominato “Italia – Cina centro commerciale e culturale”, che mira a facilitare l’integrazione della comunità cinese con la nostra. Qui si organizzano anche corsi di lingua cinese e italiana.

“Da noi vengono a studiare la lingua madre i bambini cinesi – spiega – per imparare la loro lingua in maniera corretta, con insegnanti molto competenti”. Inoltre la mamma di Zhou affianca i clienti cinesi nel risolvere e sbrigare pratiche burocratiche e amministrative.

Ecco il perché di tutta quelle persone in fila per entrare nell’ufficio – per tornare all’episodio che aveva richiamato la mia attenzione.

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Insomma, l’attività della comunità cinese a Rimini è indubbiamente molto dinamica, e sembra destinata a crescere ancora. Tra parrucchieri, negozi e ristoranti, i cinesi sono ormai sempre più con noi e tra noi.

Ma se il numero degli scambi economici aumenta, a che punto siamo proprio con l’integrazione sociale? Sembrerebbe che, anche da noi, i cinesi tendano a restare chiusi nella loro comunità. Gli scambi culturali non sono favoriti e i riminesi conoscono poco di questo popolo, che ha invertito la rotta che fu di Marco Polo per ripercorrerla al contrario.

Ma forse, grazie a persone come Riccardo Zhou che rappresentano la sintesi, il crocevia tra due popoli diversi, potremo contare su una mediazione culturale che avvicinerà i nostri cittadini a quelli cinesi. E  dobbiamo essere fiduciosi: Rimini sa e ha sempre saputo accogliere, è nel suo DNA.

Benedetta Cicognani

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