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Adriatico mai così bello: i perchè di un’estate eccezionale

Sì, è stata una annata eccezionale. Perché? Essenzialmente per gli scarsi apporti di acqua dolce da parte dei bacini costieri a seguito dell’assenza di precipitazioni, che d’altra parte ha creato problemi di approvvigionamento idrico nel settore agricolo, acquedottistico, ecc…

Il bacino padano, con il principale protagonista il fiume Po, ha raggiunto i minimi storici.
Se si confrontano i valori medi mensili rilevati sul lungo periodo (1917-2016) con quelli rilevati nel 2017 nei tre mesi appena trascorsi possiamo notare che, a giugno, la media sul lungo periodo rileva 1800.2 metri cubi al secondo rispetto ai 741.6 mc/sec di quest’anno, luglio 1126.8 mc/sec rispetto ai 693.2 mc/sec, e agosto 930.2 mc/sec rispetto agli attuali 554.6 mc/sec. Apporti di acqua dolce quindi dimezzati rispetto ad altri anni: poca acqua dolce in mare, pochi nutrienti per la catena di riproduzione algale, tutto a vantaggio di trasparenza e salinità.

Le ottime condizioni dell’Adriatico nell’estate 2017 sono dovute al fatto che tutti i parametri chimici-fisici e biologici rispecchiano una condizione non alterata. Alcuni esempi. La salinità è un ottimo indicatore di apporto di acqua dolce da parte dei bacini costieri. La salinità media dell’Adriatico centro settentrionale è di 37 psu (Practical Salinity Units). Apporto di acqua dolce significa immissione di sostanze nutritive (Sali di azoto e fosforo) fattori innescanti i fenomeni eutrofici. I fenomeni eutrofici sia di microalghe (di dimensioni microscopiche pari ad alcuni micron e visibili quindi solo con un microscopio, ma che se presenti a densità elevata alterano la colorazione e riducono la trasparenza dell’acqua), sia di macroalghe, visibili a occhio nudo e presenti specie in aree protette da barriere frangiflutti, dove il movimento e il ricambio dell’acqua sono più lenti. Trasparenza dell’acqua: significativa, in molti casi visibile il fondale.

Qualche episodio eutrofico

I pochi fenomeni eutrofici registrati sono rimasti generalmente localizzati nell’area settentrionale della costa (vicino alla foce del Po, dove l’apporto di nutrienti è maggiore), favoriti nei periodi estivi da condizioni di mare calmo, temperature alte delle acque e correnti assenti o limitate che non hanno facilitato il rimescolamento delle acque. L’ossigeno disciolto è un altro parametro molto importante per la sopravvivenza degli organismi che vivono prevalentemente a ridosso dei fondali. Lo sviluppo di fenomeni eutrofici e la concomitanza di condizioni di mare calmo, con innalzamento delle temperature delle acque, possono favorire la formazione di aree ipossiche/anossiche (cioè con carenza/assenza di ossigeno disciolto) negli strati di fondo.

Condizioni che si sono manifestate in maniera discontinua tra luglio e agosto prevalentemente nella parte centro-settentrionale della costa, area più sensibile ai fenomeni eutrofici.

A fine agosto nel tratto di costa prospiciente Riccione e Misano Adriatico è stato registrato un processo eutrofico determinato da una proliferazione microalgale (presenza di qualche milione di individui per litro) sostenuta dalla microalga Fibrocapsa japonica, appartenente alla classe delle Raphidophycee.
Questa fioritura microalgale – che non crea problemi igeinico sanitari – si è manifestata con una colorazione rosso-marrone delle acque.

La “marea rossa” presenta un andamento spaziale che non supera i 200-400 m dalla battigia; lo sviluppo della microalga è pertanto prettamente costiero poiché questo fitoplancton predilige le acque a temperatura più elevata e si concentra e si addensa soprattutto nelle ore pomeridiane per effetto dei venti di Scirocco a regime di brezza.

L’intensità della fioritura non è uniforme in quanto in alcune zone raggiunge picchi di intensità tali da ridurre la trasparenza a pochi decimetri.

Quindi, riassumendo, nell’estate 2017 è stata registrata un’ottima condizione ambientale a conferma che un corretto contenimento di apporti – per quanto riguarda le sostanze eutrofizzanti nei settori agricoli, zootecnici, urbani, industriali – porta i suoi benefici.

Qualche ospite…scomodo

Segnalata in tutta l’area costiera la presenza di meduse, organismi che fanno la loro apparizione tutti gli anni. E’ stata registrata in giugno la presenza di Aurelia aurita o Medusa quadrifoglio per gli evidenti 4 cerchi (gonadi) ben visibili sul dorso (specie non urticante). In luglio presenza significativa della cubo medusa Carybdea marsupialis (specie urticante), questa specie predilige il tratto prettamente costiero (anche perché è attratta dalla luce artificiale notturna costiera).

In luglio agosto presenza di Rhizostoma pulmo o Polmone di mare (specie leggermente urticante), riconoscibile perché il corpo sferico presenta un margine di colore blu, è una medusa che può raggiungere anche un diametro di 50 cm. Altra presenza segnalata è la Cotylorhiza tubercolata o Cassiopea (specie non urticante), riconoscibile per la colorazione del corpo bruno giallognola e numerosi tentacoli dotati di dischetti terminali bianchi e rosso violacei.

Merita attenzione, la presenza eccezionale della specie di ctenofori Mnemiopsis leidyi lungo tutta la fascia costiera, fino a 20 km al largo, presenza rilevata anche nel 2016. Questi organismi gelatinosi, di forma ovale, chiamati anche Noci di mare, sono simili alle meduse, non sono urticanti e si nutrono di larve e uova di pesce, creando indirettamente danni al settore della pesca. Sarebbe importante, al fine di verificare il reale impatto per tale settore, di avere informazioni /dati corretti sul pescato effettuato.

Laboratori galleggianti e a terra: la Daphne, sentinella del mare

La ricerca e i monitoraggi sono attività effettuate dalla Struttura Oceanografica Daphne di Arpae Emilia-Romagna.

E’ la struttura di Arpae dedicata al controllo dell’ecosistema marino costiero dell’Emilia-Romagna, da Goro a Cattolica, dalla costa fino al confine delle acque territoriali (circa 20 km al largo). E’ dotata della M/n Daphne II per i prelievi e le misurazioni in mare e di laboratori a terra specializzati per le determinazioni utili al completamento del quadro informativo. I laboratori a terra sono localizzati nei locali del Centro Ricerche Marine di Cesenatico in cui si analizzano le comunità pelagiche – fitoplancton, zooplancton, macrozooplancton (meduse, ctenofori, ecc..) – e bentoniche (gli habitat che vivono a stretto contatto del fondale), informazioni importanti perché le normative attuali prediligono lo stato di salute degli organismi che vivono in tale ecosistema: in pratica se stanno bene le comunità/organismi sta bene anche l’ambiente.

La motonave Daphne II

La motonave Daphne II

Per quanto riguarda i controlli di presenza di eventuali contaminanti nell’ambiente marino, la Struttura Oceanografica Daphne effettua controlli sia nell’acqua che nei sedimenti e negli organismi (in particolare mitili); ad oggi non sono stati registrati casi di inquinamento nei controlli effettuati. Le analisi chimiche sono effettuate dai 2 laboratori di Arpae, Sezioni provinciali di Ravenna e Ferrara.
Da quest’anno, la Struttura Daphne effettua tutte le anailisi microbiologiche della costa emiliano romagnola sui 97 punti di prelievo per l’idoneità alla balneazione.

Si possono consultare qui: https://www.arpae.it/index.asp?idlivello=243

La Struttura Oceanografica Daphne inoltre coordina per la Strategia Marina (D.Lgs 190/10) tutta l’area Adriatica. E’operativa da oltre 40 anni, opera tutto il periodo dell’anno e permane punto di riferimento a livello nazionale per il monitoraggio dell’ambiente marino.

Tutte le informazioni rilevate date in tempo reale sono riportate nel sito di Arpae al seguente indirizzo: https://www.arpae.it/index.asp?idlivello=130.

Carla Rita Ferrari

Carla Rita Ferrari

Dott.ssa Carla Rita Ferrari
Responsabile Struttura Oceanografica Daphne – Arpae

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