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Addio Campos Venuti, disegnò la Rimini dei parchi e dei Peep

Ho conosciuto Campos nell’autunno di 15 anni fa. Mi presentai e gli chiesi di incontrarmi e di darmi una mano per una ricerca sui suoi piani per Rimini (Peep e PRG) di metà anni ’60: “Telefonami per combinare. Sono molto occupato, ma il tempo lo troveremo. Non garantisco per i materiali, vedremo insieme. Giuseppe Campos Venuti”. In queste due righe c’è il Campos che ho conosciuto io: accogliente senza fronzoli, concreto, deciso.

Dal suo studio portai a casa una valigetta di eliocopie e relazioni dei suoi piani per Rimini, e una lunga intervista che pubblicai all’inizio del libro. Campos venne a Rimini a presentarlo nel 2007 e mi disse di chiamarlo Bubi, il suo nome da partigiano, come usava da sempre tra amici.

Campos è tornato ad occuparsi di Rimini cinquant’anni dopo quei memorabili piani dell’urbanistica riformista (che regalarono a Rimini i due grandi parchi del Marecchia e dell’Ausa e i Peep), come consulente generale del Psc-Rue, con esiti molto diversi da allora: d’altra parte nell’intervista del 2004 l’aveva detto “..quaranta anni fa la possibilità di far passare da parte di consulenti impegnati per l’urbanistica riformista le nuove idee era oggettivamente maggiore, per la sete diffusa di conoscenze e l’apertura mentale che segue sempre un periodo di chiusura e di digiuno intellettuale. Oggi la situazione è molto più complessa e gli amministratori hanno ben capito che l’urbanistica è l’amministrazione della città: hanno imparato bene ad ‘amministrare l’urbanistica’ come io stesso ho proposto.” Ricordo che a microfono spento aggiunse: “oggi hanno imparato a sbagliare da soli”.

L’ho incontrato l’ultima volta a casa sua tre anni fa, per chiedergli un suo parere ed una mano che le sue ormai residue forze gli impedirono di darmi.

Fabio Tomasetti

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Giuseppe Campos Venuti è morto nel tardo pomeriggio di ieri all’età di 93 anni. Era nato a Roma il 3 agosto 1926. Partecipa giovanissimo alla resistenza quando, a soli 17 anni, collabora con i Servizi Strategici della 5ª Armata americana (OSS).

Il suo nome di battaglia è “Bubi”, nomignolo da bambino che è rimasto tale fino a oggi. Finita la guerra si iscrive alla Facoltà di architettura di Roma dove si laurea. inizia l’insegnamento universitario e sceglie l’urbanistica come sua professione. Il Partito comunista italiano lo candida consigliere comunale nel 1960 a Bologna dove diventa assessore all’urbanistica nella giunta eletta il 23 dicembre 1960, con sindaco Giuseppe Dozza.

La lotta contro la rendita fondiaria è alla base delle scelte che influenzano tutto il lavoro della strategia urbanistica della Bologna degli anni Sessanta. Campos Venuti attua un primo assetto della città futura sviluppando l’intervento dell’amministrazione su linee diversificate. I punti fondamentali riguardano: la tutela ed il recupero del centro storico, curando in particolare il rapporto con le maestranze operaie delle fabbriche storiche bolognesi; la variante per la difesa della collina e la costruzione di quartieri in zone vicine al centro, costruiti per le classi popolari.

Da ciò deriva la dislocazione dei servizi e le linee dei trasporti, privati e pubblici, dal centro alla periferia. Altri interventi riguardano la dislocazione della nuova sede della fiera e del quartiere degli affari in un’area a Nord della città; la predisposizione del piano intercomunale con i quattordici comuni più vicini al capoluogo, il Pic, e la soluzione della tangenziale complanare, quando il comune di Bologna, primo in Italia, concorda con la società autostrade la soluzione mista di corsie urbane e a pagamento della circolazione sull’anello di transito automobilistico intorno alla città.

Giuseppe Campos Venuti si dimette il 2 aprile 1966 e si dedica all’insegnamento come professore di urbanistica al Politecnico di Milano, dove insegnerà dal 1968 al 2001 (dal 1976 come professore ordinario). Nel 1967 pubblica il libro, Amministrare l’urbanistica che consegue un notevole successo editoriale e sarà anche tradotto in diverse lingue; seguito nel tempo da numerose altre pubblicazioni. Dal 1970 al 1975 è consigliere nella prima legislatura della Regione Emilia-Romagna, presidente della commissione urbanistica e assetto territoriale.

L’attività professionale lo vede consulente per numerosi piani regolatori comunali fra i quali quelli di Bologna, Firenze, Modena, Pavia, Ancona, Padova, La Spezia, Piacenza, Reggio Emilia, Cuneo, Ivrea e Potenza; e la pianificazione urbanistica di Rimini a metà anni ’60.

Consulente del piano regolatore di Madrid negli anni Ottanta e del nuovo piano regolatore di Roma approvato nel 2006.

Nel 1998 riceve il premio della Fondazione Cervia per l’ambiente; nel 1999 è insignito della medaglia d’oro del Presidente della Repubblica ai benemeriti della scienza e della cultura. Nel 1999 è consulente dei ministeri lavori pubblici e bilancio per lo studio di fattibilità dei collegamenti tra la Sicilia e il continente.

Dal 2000 al 2001 viene nominato presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Negli anni Duemila ritorna ad impegnarsi per il nuovo progetto di riforma urbanistica non riuscito negli anni Novanta e ancora oggi, contribuendo finalmente al successo delle prime riforme urbanistiche regionali, tra cui quello della regione Emilia-Romagna.

“Bolognese di Roma”, come amava definirsi, il 15 settembre 2006 riceve il Nettuno d’oro, premio dedicato a chi contribuisce in modo determinante alla crescita della città. Nel 2012 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo aveva nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana.

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