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Addio a Ilario Castagner, calciatore del Rimini e allenatore dei miracoli

“Oggi se ne è andato il sorriso più bello del Calcio italiano.
Grazie a tutti i medici e al personale sanitario dell’Ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia che in queste ultime settimane si sono presi cura di lui.
Ciao papá…”

Così Federico Castagner saluta per l’ultima volta suo padre Ilario. Allenatore storico del Perugia e di diverse altre squadre italiane, aveva 82 anni.

Ilario Castagner aveva concluso carriera da calciatore nel Rimini, militando con la maglia bancorossa fra il 1967 e il ’69. Nato a Vittorio Veneto (TV) il 18 dicembre 1940, aveva esordito da professionista con il ruolo di centravanti nella Reggiana in Serie B nella stagione 1959-1960. Poi, passato a mezz’ala, era andato a Legnano, Perugia e Prato, per approdare nella squadra allenata da Domenico Bosi e quindi Ugo Lamanna; in quella stagione segnò 11 reti. L’anno successivo, sotto la guida di ancora di Lamanna e poi di Walter Gardelli ne mise a segno 3; in tutto furono 51 le sue presenze nel Rimini del presidente Guido Belardinelli.

Rimini Calcio 1967-68. Da sin. in piedi: Colombini, Bertini, Ghelli, Conti, Sarti. Da sin. accosciati: Dedè, Scardovi, Perversi, Leiballi, Corbetta, Castagner

Ma già dal 1966 aveva frequentato il corso da allenatore, il ruolo che gli darà notorietà nazionale. Appende le scarpette al chiodo soli 28 anni. L’esordio sulla panchina di una prima squadra arriva nell’estate 1974, quando viene richiamato al Perugia dal neopresidente Franco D’Attoma. In quella stessa stagione i grifoni, che da quasi un decennio si barcamenano in Serie B senza risultati di rilievo, vincono a sorpresa il campionato anche grazie a fin lì sconosciuti giocatori lanciati dal giovane tecnico, come Renato Curi e il Paolo Sollier, che poi verrà a giocare proprio a Rimini.

L’anno seguente, all’esordio assoluto in Serie A, grazie anche all’aiuto del direttore sportivo Silvano Ramaccioni, quello diventa “il Perugia dei miracoli”. Dopo aver anche superato l’improvvisa morte del ventiquattrenne Curi, nella stagione 1978-1979 conquista il secondo posto alle spalle del Milan, coronato dal raggiungimento — per la prima volta nella storia del girone unico — del record d’imbattibilità nell’intero campionato (con 11 vittorie e 19 pareggi); primato poi eguagliato solo nel 1991-1992 dai rossoneri e nel 2011-2012 dalla Juventus.

Poi allenerà la Lazio, il Milan (che ripoertà in Serie A dopo la prima retrocessione), Inter, Ascoli, Pescara, Pisa, per tornare a Perugia ormai divenuta casa sua. Di nuovo la porta in Serie A, ma nel 1999 entra nuovamente in rotta con Gaucci e rassegna le dimissioni dopo venti giornate decidendo di chiudere definitivamente la carriera di allenatore. Dall’agosto 2005 all’ottobre 2006 diventa direttore tecnico e presidente onorario del Perugia. Nei primi anni ’90, intraprende a tempo pieno l’attività di commentatore televisivo, collaborando dapprima con Telemontecarlo e, in seguito, con Mediaset Premium e Rai Italia.

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