Leonardo Carmine Pistillo, già candidato per “Cuore di Rimini”, ha illustrato alla stampa il nuovo esposto che ha presentato il 24 settembre scorso al Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – Comando di Bologna.
Pistillo ha ricostruita l’intricata vicenda che parte da un errore nella cartografia dell’area ex-fiera e dintorni. Oltre a diversi ritrovamenti del passato – compreso un bronzetto di Agrippina scoperto nel 1902 e finito a New York per vie misteriose, “oggi valutato 9 milioni di euro” -nel 1983 vi fu trovata una tomba romana, oggi esposta al Museo, poiché si trattava di una cassa in piombo con corredo funerario, quindi una sepoltura di un certo rango. Ebbene, nelle carte quella tomba risulta in un’area oggi occupata da uno dei palazzi di via Simonini, costruiti in realtà ben 4 anni prima, nel 1979. Un errore marchiano.
Ma perché quell’errore è così importante? “Perché – spiega Pistillo – un ritrovamento di questo valore obbliga la Sovrintendenza a classificare la zona circostante come di ‘medio interesse archeologico’, il che comporta sondaggi e indagini accurate prima di una nuova costruzione, visto chre si presume una buona probabilità di altri ritrovamenti interessanti”.
Ora la nuova costruzione nei pressi di quel ritrovamento c’è, ed è il cantiere di Acquarena. Quel terreno, nonostante fosse rimasto classificato “a basso interesse archeologico”, all’inizio del settembre scorso ha restituito una quindicina di sepolture di epoca romana. Nonché tracce di un insediamento che a prima vista risalirebbe addirittura a prima della fondazione di Ariminum da parte dei romani. Il che cambierebbe non poco la storia della città.
Pistillo aveva già sostenuto, con un primo esposto ai Carabinieri, che il patrimonio archeologico dell’area del comparto Acquarena non fosse stato adeguatamente tutelato. Alla luce dei nuovi fatti, e integrando il precedente esposto con nuove documentazioni, ha deciso di tornare alla carica.
“Sono necessarie – ha dichiarato – ben altre precauzioni anche nell’area 3, quella destinata al residenziale, che sta facendo emergere dei reperti. Si tratta di materiali asportabili e quindi non influenti sull’avanzamento dei lavori. Non è assolutamente mia intenzione bloccare il cantiere di Aquarena. Ma ritengo importante per la città che si esplori al meglio un’area che potrebbe arricchire ulteriormente il nostro patrimonio storico e culturale”.
“E poi, me lo si consenta – conclude Pistillo – da qualcuno mi aspetto anche delle scuse. Perché quando dicevo che in quell’area c’era un’alta probabilità di ritrovamenti archeologici, mi si è risposto con sufficienza se con con derisione. Ora che i fatti mi hanno dato ragione, almeno sarebbe onesto riconoscerlo”.