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Abusi Villa Bianca, TAR “amputa” regolamento Comune di Riccione

Nella querelle giudiziaria tra il Comune di Riccione e la società Marebello per gli abusi edilizi a Villa Bianca, la spunta, almeno in parte, la seconda. Il Tar dell’Emilia-Romgna accoglie infatti “parzialmente” il ricorso presentato contro la multa da 20.000 euro e contro il regolamento comunale che ne definisce il quantum.

Annullando il regolamento nella parte interessata e di conseguenza la sanzione. Ma, come precisa la sentenza, “è salva la riedizione della potestà amministrativa”.

La vicenda risale al 2014-2016: a fine 2014 il Comune notifica alla società proprietaria del Grand Hotel, del Grattacielo di Riccione e della Villa Bianca, xgw del grand hotel è il residence. Immobili che il ministero dei Beni culturali ha sottoposto a vincolo diretto e indiretto, l’avvio del procedimento sanzionatorio per alcuni abusi alla Villa tra cui un gazebo e due tende a sbalzo estensibili. Il marzo seguente Marebello depositata scia in sanatoria per regolarizzare gli elementi considerati abusivi e a maggio preannuncia la rimozione del gazebo. Il 28 aprile del 2016 il Comune prende atto di alcuni abusi sanati, ma non per gazebo e tende, ed emana una sanzione da 20.000 euro per la loro mancata rimozione.

Nello specifico, tra la decina di motivi presentati contro sanzione e regolamento, il Tar accoglie i due su quest’ultimo per i quali si prefigura un eccesso di potere con l’irrorazione della sanzione massima prevista, dato che “il principio di proporzionalità deve ritenersi immanente all’esercizio dell’attività amministrativa, e in particolare di quella sanzionatoria, anche nella definizione dei parametri generali per determinare il quantum da applicare”.

“L’effetto prodotto dalla previsione della deliberazione impugnata è quello di un inaccettabile appiattimento verso il massimo del range stabilito”. Insomma, “le previsioni del regolamento impugnato collidono con i canoni di gradualità e proporzionalità del trattamento sanzionatorio”. Per tre fattispecie generali il regolmento prevede multe da 6.000 euro per “manutenzione straordinaria” e “cambio d’uso senza opere”, 10.000 per “restauro conservativo” e “ristrutturazione”, 20.000 per “demolizione totale e nuova costruzione”.

E “una delle conseguenze incongrua e irragionevole – ribadisce il Tar – è quella dell’assimilazione” tra le “nuove costruzioni dei manufatti a prescindere dalla loro tipologia”, siano essi di pochi metri quadrati o più estesi. Dunque non si precisano “le ragioni per le quali il gazebo e le due tende rientrerebbero nella fattispecie opere analoghe”. Per cui il ricorso è “parzialmente fondato e il regolamento impugnato deve essere annullato limitatamente alle sanzioni per abusi su edifici vincolati”. Di conseguenza va annullato l’atto di applicazione della sanzione e “le spese di giudizio possono essere compensate, per la soccombenza reciproca”.

(Agenzia DIRE)

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